Roberto Ciccarelli
“Riunire la sinistra? Non me ne importa niente” ha detto Pablo Iglesias, il leader carismatico di Podemos a Matteo Pucciarelli e Giacomo Russo Spena in un libro su quello che oggi è il primo partito spagnolo: Podemos. La sinistra spagnola oltre la sinistra (Alegre).
“Sinistra” è una parola impresentabile in società. Per gli spagnoli indica la vergogna della corruzione del Psoe; per i francesi significa l’ignobile social-liberismo dei socialisti di Hollande: per gli italiani l’opportunismo cinico, infantile e autoritario del partito democratico di Renzi. Per tutti la sinistra è il sinonimo del disgusto per chi si sente di sinistra.
Per capire la spettacolare ascesa di Podemos dalle europee di maggio a oggi (avrebbe il 27% dei consensi in Spagna, come Syriza in Grecia) chi in Italia si definisce “di sinistra” - ma lo stesso vale per chi si riconosce nei “movimenti” - dovrebbe fare uno sforzo apparentemente proibitivo.
“Sinistra” non è il risultato della somma di identità o reti, incarichi o cadreghe, individualità egoiste e concorrenti, ma è un processo di auto-trasformazione delle identità così come del campo politico in cui esse si riconoscono. Il movimento è complicato, e si chiama immanenza. In questo movimento tra l’essere contro e dentro uno spazio di “sinistra”, c’è la politica oggi.
>>> Podemos: Unire la sinistra? Non ce ne importa niente, su Alfabeta Due <<<
>>> Podemos: Unire la sinistra? Non ce ne importa niente, su Alfabeta Due <<<
No. Se questa è la Sinistra No. Non è possibile mettere insieme delle anime senza una Passione che le animi,senza un profondo rinnovamento di coscienza che le agiti al nuovo tenendo conto delle origini e della tradizione che ne aveva fatto uno dei più grandi partiti d'opposizione in Italia e guardato con rispetto in tutta Europa. No. Manca una precisa motivazione ideale e io non mi riconosco per dire:"Podemos". Mirka
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