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lunedì 7 gennaio 2013

UN ANNO A CACCIA DEI SEGNALI DEBOLI PER BATTERE LA CRISI

Aldo Bonomi*


pubblichiamo qui un intervento di Aldo Bonomi uscito sul Sole 24 ore il 6 gennaio 2013 che, a partire anche da una lettura de La furia dei cervelli, interroga le possibilità di presa di parola collettiva del Quinto Stato nell'anno che verrà: un buon auspicio per cominciare questo 2013
 
Non è facile iniziar l'anno in tempi dominati da passioni tristi e retoriche della “grande contrazione”. Producono un'antropologia che partendo dallo Stato indebitato fa apparire “l'uomo indebitato” come soggetto unico. Credo sia questa la vera questione sociale, per stare al messaggio di fine anno del presidente della Repubblica. Hai voglia a scavare nei microcosmi o a rivisitare distretti produttivi, cercando, come insegna Arnaldo Bagnasco, tracce di comunità. O alzare lo sguardo dal territorio verso la dimensione meso delle Regioni viaggiando nell'Italia della resilienza. O guardare al mutamento delle città, da quelle metropolitane alle cento città empatiche con lo sviluppo territoriale, tracciando filamenti di smart city che si rapportano con la green economy che verrà. Avverti che il racconto è difficile. Prigioniero del pendolo della denuncia, dell'aumento delle povertà, dei suicidi di quelli che non hanno retto sino alle lotte estreme degli operai sulle gru e nelle miniere, e del rendere visibili i casi di successo, dalle medie imprese che vanno bene nell'export alle start up dei giovani che ce la fanno.

martedì 30 ottobre 2012

LA COSTITUENTE DIFFUSA DEI SAPERI LIBERATI


Peppe Allegri

È da salutare come una piccola liberazione la chiamata a un dibattito pubblico sui saperi che i www.saperiliberi.it della Rete della Conoscenza propongono in opposizione all'etica sacrificale dell'attuale governo tecnico e di quello politico che presumibilmente verrà, vincolato alla stessa aura rigorosa e depressiva.  L'impostazione dell'appello è assai condivisibile: è questo il momento di immaginare possibili azioni collettive per trasformare radicalmente l'ordine esistente delle cose e  lottare per una nuova idea di società, a partire dalla centralità della condivisione dei saperi. E non è un caso che questo slancio verso il futuro sia proposto da studenti coprotagonisti di quei “movimenti della ricerca e della conoscenza” che, spesso nella solitudine e sempre inascoltati, hanno praticato opposizione sociale al berlusconismo e alle retoriche neo-liberiste. 

Sono loro il portato migliore sopravvissuto al lungo ventennio che vorremmo lasciarci alle spalle, nel quale è stata scatenata una scientifica e bipartisan guerra alle intelligenze indipendenti, letteralmente disprezzando il lavoro della conoscenza, proprio mentre capitale finanziario e società dello spettacolo spremevano le qualità relazionali, cognitive, comunicative di una forza lavoro sempre più vessata, precaria e povera, in assenza di tutele, diritti e una qualsiasi dignitosa possibilità di scelta, altro che choosy, per rispondere a chi ha definitivamente consacrato questo processo di saccheggio delle forme di vita: l'attuale Ministro del Lavoro, con il suo indistinguibile stile a metà tra le pose di una lontana zia inacidita da una vita di frustrazioni e il ritratto decadente di una provinciale duchessa sabauda.