mercoledì 6 maggio 2020

OGGI E' UN DESIDERIO


Il nostro sostegno alla libreria Stendhal, la libreria francese di Roma. Il nostro sostegno a tutte le librerie indipendenti in Italia, in difficoltà per la crisi da Covid 19, l'impero di Amazon, le norme confuse incomplete e insufficienti. La libreria Stendhal ha lanciato una campagna partecipativa: 

Invitiamo a sostenerla >>> qui <<<

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Nel centro chiuso, deserto e cancellato di Roma, queste strade sono piene della paura per un virus che si trasmette con il respiro e il contatto. Queste strade sono una prigione interiore.

Sono ancora un clandestino tra queste pareti mentali dove ho associato, come in un’allucinazione, i turisti con i politici che lavorano al Senato che si trova a Palazzo Madama, vicino alla libreria Stendhal. I politici sono fisicamente diversi dai turisti. Aspirano a una presenza ontologicamente distante. Ma i due, insieme, vanno e vengono. I politici camminano a mezzo metro da terra, con i tacchi alti, o con un cappotto da mille euro. Si muovono in piccoli gruppi. Parlano al telefono. A volte sono inseguiti dagli operai del circo dei media, quelli con le telecamere, costretti a cercare una dichiarazione inutile per riempire cinque secondi di telegiornale e guadagnarsi il cottimo giornaliero.

Da questo sentimento di oppressione, ho trovato rifugio nella libreria Stendhal. Da quando ho perso il Teatro Valle occupato, una vera e propria fortezza dell'immaginario politico a trecento metri dal Senato, la libreria Stendhal è diventata il mio Fuori dove conduco la lotta contro questa società di spettri. In questo Fuori, trovo una lingua che non mi è più estranea.


È il mio amico Karim, una presenza affettuosa, che mi ha insegnato il francese. Lui, algerino, matematico e immigrato in Italia. Il francese è la lingua dell'occupante, mi ha detto. Ma è anche la lingua in cui si combatte. Creare lo straniero all'interno della lingua, sottrarlo al suo uso dominante, fare diventare la lingua minore, sottraendola ai suoi significanti dominanti.

Una moltitudine di donne e uomini l'hanno trasformata in un'arma per i subalterni. L'hanno concepita come la liberazione dei loro sogni. Ah Karim, oggi so quanto amore mi hai trasmesso attraverso questa lingua straniera che appartiene a tutti e a nessuno. È anche lo straniero nella lingua che ho trovato nella libreria Stendhal, tra i suoi libri di letteratura e filosofia. L'ho scoperta a metà degli anni Novanta, quando ero studente. Era il momento di inventare la vita. Un giorno, stavo cercando Caravaggio, ho scoperto la libreria di Stendhal.

In questo tempo guadagnato la libreria è fiorita con i suoi amabili lavoratori che alternavano il calore e la chiarezza del francese con l'ospitalità italiana. Tra i libri, e i gesti, ho trovato una cittadinanza liberata, un nido dove riposare e muoversi con un tesoro di pagine. E infine, ho scoperto una comunità di viaggiatori residenti quando Marie-Eve Venturino ci ha offerto l'opportunità di discutere di libri, suonare musica, vivere insieme. Che rivelazione potente. Viviamo insieme nella terra straniera di una lingua comune. La libreria è la città che verrà. Noi la proteggiamo, sosteniamo il vostro lavoro. Andiamo nelle strade che si stanno aprendo, felici. Oggi è un desiderio.

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Aujourd'hui, à Rome, ces rues sont remplies de la peur d'un virus qui se transmet par l'haleine et par contact. Notre prison est intérieure. Je reste un clandestin dans ces murs intérieurs où j'ai associé, dans une hallucination, les touristes aux politiciens qui travaillent au Sénat, installés à Palazzo Madama, à côté de la librairie Stendhal.

Les politiciens sont physiquement différents des touristes. Ils aspirent à une présence ontologiquement éloignée. Mais les deux, ensemble, vont et viennent. Les politiciens marchent à un demi-mètre du sol, sur des talons hauts, ou avec un manteau de mille euros. Ils se déplacent en petits groupes. Ils parlent au téléphone. Parfois, ils sont poursuivis par les travailleurs du cirque médiatique, ceux qui ont des caméras, obligés de chercher une déclaration inutile pour remplir cinq secondes et gagner leur salaire quotidien.

De ce sentiment d'oppression, j'ai trouvé refuge dans la librairie Stendhal. Depuis que j’ai perdu le théâtre Valle occupé, véritable forteresse de l’imagination politique à trois cents mètres du Sénat, la librairie Stendhal est devenue mon Hors, où je trouve refuge face à cette société de spectres. Dans ce Hors, je trouve une langue non plus étrangère.

C'est mon ami Karim, présence affectueuse, qui m'a appris le français. Lui, algérien, mathématicien et immigré en Italie. Le français est la langue de l'occupant, il m’a dit. Mais c’est aussi la langue dans laquelle on se bat. Créer l'étranger à l'intérieur de la langue, le soustraire à son usage dominant, le devenir mineur dans la langue. Une multitude de femmes et d’hommes l’ont transformée en arme pour les subalternes. Ils l’ont conçue comme la libération de leurs rêves. Ah Karim, aujourd'hui je sais combien d'amour tu m'as transmis à travers cette langue étrangère qui appartient à tous et à personne.

C'est aussi l'étranger dans la langue que j'ai trouvé dans la librairie Stendhal, parmi ses livres de littérature et de philosophie. Je l’ai découverte au milieu des années 1990 alors que j'étais étudiant. C’était le temps d’inventer la vie. Un jour, je cherchais Caravaggio, j'ai découvert la librairie Stendhal. Avec le temps la librairie a fleuri avec ses aimables travailleuses et travailleurs qui alternent la chaleur et la clarté du français avec l'hospitalité italienne.

Parmi les livres, et les gestes, j'ai trouvé une citoyenneté libérée, un nid pour se reposer et se déplacer avec un trésor de pages. Et finalement, j'ai découvert une communauté de voyageurs résidents lorsque Marie-Ève Venturino nous a offert la possibilité de discuter de livres, de jouer de la musique, de vivre ensemble. Quelle puissance, cette révélation. Nous vivons ensemble dans la terre étrangère d’une langue commune. La libraire est la ville à venir. Nous la protégeons, nous soutenons votre travail. Allons dans les rues qui s’ouvrent, heureux.

Aujourd'hui, c'est un désir.

(Roberto Ciccarelli)



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