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sabato 8 dicembre 2012

IN ITALIA C'E' VOGLIA DI RESTANZA


La finzione suprema che lascia al mondo il governo Monti è quella di avere messo le cose a posto. A sancirlo è il 46° rapporto Censis 2012 secondo il quale, grazie ai professori al governo, in poco più di 365 giorni il paese descritto nel 2011 come una "mucillagine" in preda ad un "disagio antropologico", oggi avrebbe accettato di "obbedire all'esigenza di rimettere ordine". Ordine nei conti, nelle pulsioni, nell'idea del futuro.

Montiani, per sempre?
Il paese è riuscito a "riposizionarsi". L'affermazione è desunta dalla credibilità che questo governo, mantenuto in vita dall'opportunismo di una "strana" maggioranza che gli ha appena negato la fiducia per motivi elettoralistici (e giudiziari) di Silvio Berlusconi. Grazie a Monti avremmo conquistato l'ammirazione al tavolo delle istituzioni europee che, in cambio, hanno imposto politiche di austerità per la prossima generazione. La formula chiave che spiega l'epoca è stata proposta dal presidente del Censis Giuseppe De Rita:"il riposizionamento della società non significa tirare a campare. Chi è riuscito a riposizionarsi è probabilmente sopravvissuto".

domenica 1 gennaio 2012

IL PAESE CHE NON E' A MISURA DEL CENSIS


Il 45° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese restituisce l'immagine di un paese "fragile, isolato e eterodiretto". Una rappresentazione ispirata alla vitalità del mito contadino, del buongoverno della "Terza Italia", al moderatismo della politica dei "corpi intermedi". Pubblicato poche ore prima dell'occupazione del Padiglione di Arte Contemporanea a Milano da parte del Teatro Valle Occupato e dei movimenti degli intermittenti dello spettacolo, questa ricerca rappresenta lo scollamento tra il pianeta Monti e la società italiana.