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martedì 9 dicembre 2014

I VOLONTARI DELLA RICERCA

La manifestazione "Basta gratis",
stop al lavoro gratis nel lavoroculturale
Roma 29 novembre 2014
Libera Pisano
Marx è il motivo per cui ho iniziato a studiare filosofia. “Marx” è anche la destinazione del 342, l’autobus che ogni mattina alle sei per tre lunghi anni, la durata del mio dottorato di ricerca senza borsa, mi ha accompagnato al lavoro. In questi anni mi sono scoperta insegnante, ghost writer, archivista, babysitter, dogsitter, commessa e segretaria. 
Le mie molteplici identità erano definite dai miei “lavoretti”, un vezzeggiativo che mi ha permesso di segnare una distanza ideale tra il mio lavoro accademico “serio” e il resto. Questa dicotomia esistenziale esplodeva ogni volta che, imbarazzata, mi trovavo a dover definire la mia professione. Il mio lavoro serio non pagato era scandito da innumerevoli attività: scrivere saggi, leggere, studiare, seguire seminari, andare in biblioteca, assistere alle lezioni, esaminare gli studenti, organizzare convegni, collaborare con le riviste, tradurre, intervistare etc. 

martedì 27 marzo 2012

VUOI FARE IL RICERCATORE? PAGA!


  • Il lavoro intellettuale in Italia lo pagano i ricercatori, di tasca propria. Leggere il rapporto presentato oggi nella sala Nassirya al Senato dall’Associazione dei dottorandi Italiani (Adi) è una discesa nella realtà del paradosso italiano: la ricerca, già oggi, la si fa solo pagando le tasse sui dottorati senza borsa (almeno 2 mila euro all’anno, da moltiplicare per tre).
    Questa anomalia è esplosa tra il 2009 e il 2012, tanto che oggi un posto bandito su tre è privo di reddito. La scomparsa del 25,9% delle borse è solo l’anticipazione del futuro. Durante il prossimo ciclo triennale di dottorato, i dati aumenteranno, complice il progressivo, e inesorabile, definaziamento del sistema universitario. Nei 23 atenei più rappresentativi del paese (quelli che bandiscono almeno 100 borse), fra il 2009 e il 2012 il numero dei dottorati è sceso da 5701 a 4112, crescono i finanziamenti  privati. 

    Per il fisico Francesco Vitucci, segretario nazionale Adi, i dati «mostrano chiaramente come il sistema universitario si stia ridimensionando nel suo complesso: diminuiscono i posti di dottorato, diminuisce anche il personale strutturato ma soprattutto decine di migliaia di precari vengono espulsi ogni anno a cause del blocco del turn-over». «Per far fronte a questa vera e propria ecatombe - ha spiegato - alcune università hanno cominciato ad aumentare il numero di dottorati senza borsa e i dipartimenti che possono attingere a fondi esterni si rifugiano nell'utilizzo di contratti precari della peggior specie, che erano e rimarranno esclusi da qualsiasi tutela di welfare (ASPI, mini ASPI ecc.)»