Noi diciamo che è lavoro non pagato.
Loro lo chiamano condivisione.
Noi lo chiamiamo furto.
Loro dicono che ogni mi piace, chat, tag o poke è un contatto
Noi diciamo che siamo trasformati in un profitto.
L’entusiasmo compulsivo generato dall’uso della piattaforma porta i suoi utenti a diventare involontari sostenitori del nuovo imperativo: il lavoro non pagato è un’attività naturale, inevitabile e persino appagante.
Siamo stati legati ai loro termini di servizio anche troppo a lungo: ora è il momento dei nostri termini.
Ottenere un reddito di base, anche da Facebook, significherebbe interrompere la riproduzione della condizione di lavoratori senza compenso.
***Roberto Ciccarelli. Forza lavoro. Il lato oscuro della rivoluzione digitale (DeriveApprodi). Dal 25 gennaio in libreria. Prenotabile e acquistabile su http://www.deriveapprodi.org/2018/01/forza-lavoro/
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