Il reddito di base? Ce lo chiede l’Europa. E da più di vent’anni, perché la raccomandazione numero 441 risale al 1992 quando l’allora Comunità economica europea intimò di adottare questa misura tuttora assente nel nostro paese. Ma sin dai tempi della Prima Repubblica, la gran parte delle forze politiche hanno fatto finta di niente. Oggi c’è chi ha preso sul serio l’Europa. La proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo è stata depositata con più di 50 mila firme. Un’iniziativa che non ha uguali nella storia ultra ventennale dei movimenti che hanno creduto nella prospettiva del reddito di cittadinanza in Italia. 170 associazioni e partiti come Sel, Prc e Pdci torneranno in parlamento tra un mese per chiedere al nuovo governo, di approvare nei primi cento giorni della legislatura una misura fondamentale per rendere più dignitoso il welfare più familista, classista e inefficiente dei paesi dell’Unione Europea.
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venerdì 15 febbraio 2013
PAZZA IDEA: GRILLO E LA SINISTRA ALLEATI PER IL REDDITO MINIMO
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domenica 13 gennaio 2013
RODOTA': "IL REDDITO DI CITTADINANZA E' UN DIRITTO UNIVERSALE"
sabato 12 gennaio 2013
REDDITO: IL "MINIMO" CHE MANCA NELL'AGENDA
Salario o reddito? La differenza ignota ai ceti dirigenti italiani. La differenza tra il "salario minimo sociale e legale", invocato da Jean-Claude Juncker, e il reddito minimo è che il primo si rivolge ai lavoratori dipendenti contrattualizzati, il secondo è una misura universale rivolta ai cittadini: CONTINUA
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Stefano Rodotà
venerdì 11 gennaio 2013
PERCHE' LA POLITICA ITALIANA NON CAPISCE IL REDDITO MINIMO GARANTITO?
Giuseppe Allegri
Il presidente dell'Eurogruppo Juncker è a favore del "salario minimo" sociale e legale in tutti i paesi europei. “Bisogna ritrovare la dimensione sociale dell’unione economica e monetaria – ha detto – con misure come il salario minimo in tutti i Paesi della zona euro, altrimenti perderemmo credibilità e approvazione della classe operaia, per dirla con Marx”.
Ora, c'è una differenza sostanziale tra il "salario minimo" e il "reddito minimo", ma è evidente che Juncker allude ad una crisi irreversibile del modello sociale europeo e che l'alternativa alla povertà che, da oggi al 2016, colpirà ancora più duramente gli europei è certamente una forma di tutela universale a sostegno della cittadinanza. Poche ore dopo questa dichiarazione, il segretario generale della Cgil Camusso si è detta contraria al salario minimo proposto dall'esponente del Ppe. "E' un'ipotesi che noi non condividiamo", ha spiegato Camusso criticando anche il progetto di "non avere contratti nazionali ma al massimo una contrattazione di secondo livello. Noi invece pensiamo che il contratto nazionale sia uno strumento insostituibile".
Non è chiaro se Juncker voglia abolire la contrattazione nazionale, di certo la Camusso ha espresso un veto molto pesante rispetto al "salario minimo".
Ora, c'è una differenza sostanziale tra il "salario minimo" e il "reddito minimo", ma è evidente che Juncker allude ad una crisi irreversibile del modello sociale europeo e che l'alternativa alla povertà che, da oggi al 2016, colpirà ancora più duramente gli europei è certamente una forma di tutela universale a sostegno della cittadinanza. Poche ore dopo questa dichiarazione, il segretario generale della Cgil Camusso si è detta contraria al salario minimo proposto dall'esponente del Ppe. "E' un'ipotesi che noi non condividiamo", ha spiegato Camusso criticando anche il progetto di "non avere contratti nazionali ma al massimo una contrattazione di secondo livello. Noi invece pensiamo che il contratto nazionale sia uno strumento insostituibile".
Non è chiaro se Juncker voglia abolire la contrattazione nazionale, di certo la Camusso ha espresso un veto molto pesante rispetto al "salario minimo".
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