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sabato 25 maggio 2013

SERGIO BOLOGNA: "W I NEET"

SERGIO BOLOGNA
Dice Letta: «priorità è dare un lavoro ai giovani». Ma quale lavoro presidente, di che genere? In Italia non abbiamo solo il problema della disoccupazione giovanile. Abbiamo i salari d'ingresso più bassi d'Europa, come ha ricordato in varie occasioni il governatore Draghi. Secondo dati Eurostat riportati di recente da lavoce.info abbiamo il più alto numero di lavoratori che non percepiscono i minimi contrattuali. La piaga dei tirocinii gratuiti, malgrado la buona volontà della ex ministro Fornero, continua a imperversare. Quanti laureati vengono assunti con mansioni inadeguate ai loro titoli di studio («per far fotocopie» è il detto)? Quanti contratti a tempo determinato sono pagati 500/800 euro al mese? E per quante ore? Ci siamo dimenticati che per parlare di salario bisogna anche parlare di orario?

sabato 30 marzo 2013

REQUIEM PER PIER LUIGI GARGAMELLA


“Ogni volta che esce una campagna del Pd un pubblicitario muore”.

Bersani ha pensato di poter essere nominato Presidente del Consiglio cercando una “maggioranza semplice” – la metà più uno dei parlamentari presenti, necessari per il numero legale – e avviare un Governo che sarebbe stato oggetto di lotta parlamentare quotidiana nelle Aule. Avrebbe voluto strappare i voti ai renitenti della Casaleggio&Associati, i parlamentari dei 5 stelle che (sembra) vogliano ancora votarlo.

Era una buona idea. Avrebbe sperimentato un governo parlamentare a componente (moderatamente) di sinistra, pressato dalle migliore istanze pentastellari: dal reddito di base, alla centralità dei beni comuni, a nuove forme di democrazia radicale e partecipata.

Ma era un’idea impossibile. Non solo perché non la permette la legge elettorale che il Pd non ha voluto cambiare, pensando che gli avrebbe comunque garantito la maggioranza assoluta. Ma soprattutto perché il movimento 5 stelle ha chiara in testa una sola cosa: l’iniziativa politica deve restare nelle loro mani, per poi suonare la grancassa alle prossime elezioni. Per il momento hanno consegnato il paese al “pilota automatico” della Bce di Mario Draghi. Ma il governo “democrat” non avrebbe saputo fare di meglio.

domenica 17 febbraio 2013

QUALE, MALEDETTA, SINISTRA?


Intorno a Essere di sinistra oggi. Guida politica al tempo presente, di Alex Foti, il Saggiatore, 2013, pp. 130, € 14.


È sempre divertente ed entusiasmante leggere Alex Foti, “bocconiano no global”, come si autodefinisce, ma, soprattutto, irregolare ed eretico attivista dei nuovi movimenti sociali nel passaggio di secolo e millennio: da Seattle, a Genova; dalla MayDay di San Precario alla MilanoX dopo quella “da bere”, fino all'Anarchy in EU contro la Grande Recessione e la triste austerity, “un cane che si morde la coda”! C'è una “S” di “sinistra” che sembra una scheda elettorale, in copertina, con quattro ali alzate, come se fossero ipotesi di aeroplanini di carta; e queste quattro, piccole ali hanno i colori della sinistra, oggi, per Alex Foti: black, red, green, pink.

Il black libertario, da V for Vendetta, indignados e Occupy, della rivolta di strada al tempo della Grande Recessione, come ci insegna Machiavelli, da oltre cinquecento anni: “li buoni esempi nascono dalla buona educazione, la buona educazione dalle buone leggi, e le buone leggi da quelli tumulti che molti inconsideratamente dannano”.

venerdì 15 febbraio 2013

PAZZA IDEA: GRILLO E LA SINISTRA ALLEATI PER IL REDDITO MINIMO


Il reddito di base? Ce lo chiede l’Europa. E da più di vent’anni, perché la raccomandazione numero 441 risale al 1992 quando l’allora Comunità economica europea intimò di adottare questa misura tuttora assente nel nostro paese. Ma sin dai tempi della Prima Repubblica, la gran parte delle forze politiche hanno fatto finta di niente. Oggi c’è chi ha preso sul serio l’Europa. La proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo è stata depositata con più di 50 mila firme. Un’iniziativa che non ha uguali nella storia ultra ventennale dei movimenti che hanno creduto nella prospettiva del reddito di cittadinanza in Italia. 170 associazioni e partiti come Sel, Prc e Pdci torneranno in parlamento tra un mese per chiedere al nuovo governo, di approvare nei primi cento giorni della legislatura una misura fondamentale per rendere più dignitoso il welfare più familista, classista e inefficiente dei paesi dell’Unione Europea.

venerdì 25 gennaio 2013

LE DIVERGENZE PARALLELE TRA CGIL E CENTROSINISTRA

Per la Cgil il nuovo, auspicato, governo Pd-Sel, con o senza il supporto al Senato della Scelta Civica di Monti, non deve scendere a patti con le proposte di Pietro Ichino (ex Pd e ex Cgil), Giuliano Cazzola (ex Pdl) e Alberto Bombassei già candidato alla presidenza di Confindustria, schierati al gran completo sul fronte della contro-riforma della riforma Fornero. Ma il Pd che ne pensa? e quali sono i margini di un accordo? Sempre che al Senato ci sia un governo. E non si torni a votare tra un anno. Continua a leggere Le divergenze parallele tra Cgil e centrosinistra

domenica 13 gennaio 2013

RODOTA': "IL REDDITO DI CITTADINANZA E' UN DIRITTO UNIVERSALE"

«In Europa - sostiene Stefano Rodotà, uno dei giuristi italiani che hanno partecipato alla scrittura della Carta di Nizza e autore de "Il diritto di avere diritti" - siamo di fronte ad un mutamento strutturale che spinge qualcuno ad adoperarsi per azzerare completamente i diritti sociali, espellere progressivamente i cittadini dalla cittadinanza e far ritornare il lavoro addirittura a prima di Locke. Per accedere ai beni fondamentali della vita come l'istruzione o la salute, dobbiamo passare per il mercato e acquistare servizi o prestazioni. Il reddito universale di cittadinanza è il tentativo di reagire al ritorno a questa idea di cittadinanza censitaria».

venerdì 14 dicembre 2012

BIANCIARDI FA 90: LA VITA E' RIVOLUZIONE


Oggi Luciano Bianciardi avrebbe compiuto novant'anni e invece se ne è andato quarantuno anni e un mese fa, nella rabbiosa solitudine di una piovosa giornata milanese.


Spesso lo abbiamo ricordato come il fratello maggiore, o il compagno più adulto che avremmo voluto più spesso accanto a noi. In queste uggiose giornate di una campagna elettorale natalizia, quando il corpo molle e anziano dell'elettorato italiano rimane asfaltato dalla mole orrorifica dei telegiornali e non è così smart da stare attaccato a twitter, come vorrebbero liquidi esegeti che Bianciardi avrebbe messo alla berlina, prendiamo il Luciano Bianciardi della rubrica Telebianciardi, del gennaio del 1968:

“Le elezioni non sono lontane e l'utente se ne sta accorgendo. Diminuiscono nel telegiornale le «colonne» dedicate agli incidenti stradali, aumentano i discorsi dei ministri e le opere pubbliche inaugurate, potenziate, progettate. Le strette di mano si sprecano; spariti i nastri, ormai fatti ridicoli dall'abuso, non sono sparite, purtroppo, le facce da prefettura che attorniano l'autorità di turno.

giovedì 1 dicembre 2011

MEMORIA PER IL DESERTO DEL FUTURO

L'annuncio della riforma delle pensioni, il rincaro dell'Ici sulla prima casa, l'allungamento dell'età del lavoro, il blocco delle assunzioni, come la totale assenza di tutele e garanzie per il lavoro indipendente vennero considerate dagli storici come l'inizio del deserto del futuro. Soundtrack by Burial&Massive Attack.

2035. In una polverosa stazione di servizio tra la calabria e la lucania dove sostano i tir che trasportano armi, cocaina e pillole allucinogene dirette ai mercati delle grandi città italiane, è stata ritrovata una pagina di diario che racconta gli ultimi giorni prima dell'esplosione che atomizzò quel paese eroicamente costruito – così dicono gli storici, i demografi e i giurisperiti – sul ceto medio, il lavoro subordinato e il diritto alle pensioni.

Scartando l'involucro incrostato di polvere, leggemmo: “Nelle ore successive alla prima manovra che alzò l'età pensionabile di sei anni, dalla notte al giorno, confermando il blocco del turn-over e delle assunzioni nel pubblico, senza per questo garantire tutele e garanzie per l'ingresso al lavoro nel privato, la gabbia d'acciaio venne chiusa sulle nostre teste. E ci tolse il respiro. Era l'epoca degli esperti, professori ordinari in libera uscita, pronti a siglare un parere, una legge, una riforma e dolersene eroicamente, talvolta piangendo, altre restando rispettosamente in silenzio davanti alla distruzione”.