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giovedì 22 gennaio 2015

PERCHE' IL GOVERNO 2.0 DI RENZI VUOLE ELIMINARE I FREELANCE

Roberto Ciccarelli


Dal primo gennaio in vigore la riforma del regime fiscale agevolato per le partite Iva e l’aumento di tre punti della gestione separata Inps. Gli autonomi annunciano iniziative «non convenzionali» di protesta: «Metteremo il MalusRenzi in fattura». Breve storia della vera contraddizione del governo 2.0 di Renzi: quello che parla di giovani e innovazione e opprime il lavoro autonomo aumentando  tasse e la previdenza.


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Dal primo gennaio in Italia uccidere un freelance con il fisco e la previdenza non è problema. Il governo Renzi non ha voluto evitare l'introduzione della riforma del regime dei minimi e l'aumento dei contributi alla gestione separata dal 27,72% al 29,72% che penalizzeranno gravemente i lavoratori autonomi con la partita Iva. All'indomani dell'approvazione della legge di stabilità, un intervento «ad hoc» è stato promesso dal presidente del Consiglio «nei prossimi mesi», ma la doppia tagliola predisposta dal suo governo è scattata subito nella legge di stabilità ed è stata recepita dall'agenzia delle entrate.
Questo segmento del quinto stato, a cui afferiscono gli under 35 che dal 1 gennaio apriranno una partita Iva e gli iscritti alla gestione separata dell'Inps, è stato escluso da ogni incentivo garantito al lavoro dipendente dall'esecutivo targato Pd-Nuovo Centro-Destra, ad esempio il bonus degli 80 euro. Senza contare la sua discriminazione rispetto alle categorie del lavoro autonomo che contano di più. Ai commercianti e agli artigiani è stata infatti garantita l'abolizione del minimale Inps e la riduzione del carico fiscale fino a 40 mila euro e 25 mila euro di fatturato (per oltre 500 milioni di euro). 
A chi svolge un ruolo nelle professioni del lavoro della conoscenza Renzi ha invece triplicato le tasse. Rispetto al vecchio regime fiscale agevolato, questa platea che il ministero dell'Economia calcola tra 570 mila e 772 mila persone, la riforma prevede 15 mila euro di fatturato lordo fissato come tetto massimo, quindi un reddito netto vicino alla soglia di povertà, insufficiente per il riconoscimento di un anno intero di anzianità contributiva.

venerdì 14 novembre 2014

STRIKE! SCIOPERO SOCIALE PER UN'ALTRA IDEA DI LAVORO, CURA E VITA

Zerocalcare per #scioperosociale
Giuseppe Allegri

*** Strike! oggi è #scioperosociale x un'altra idea di lavoro, cura e vita, parafrasando il Jobs Act
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Come un mantra ossessivo e compulsivo, insieme con l'autunno, arriva a compimento l'ennesima riforma del mercato del lavoro, in Italia. Da vent'anni, sempre la stessa storia.


Il ventennio malefico della precarietà istituzionalizzata
E c'è sempre una coppia in ballo: oggi Poletti-Renzi. Ieri Treu-Damiano, relatori della l. 92/2012, meglio nota come Riforma del lavoro Fornero, dal titolo tristemente inadeguato: Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita. Visto che in oltre due anni crescerà solo la disoccupazione.

L'altro ieri c'era un'altra coppia ancora: sempre Tiziano Treu, questa volta in compagnia di Lamberto Dini Presidente del Consiglio (la primavera 1995 del Pacchetto Treu; poi la creazione della Gestione Separata INPS per Partite Iva non ordiniste e tutte le forme del lavoro intermittente, precario, flessibile; quindi la successiva l. 196/1997, Norme in materia di promozione dell'occupazione, nel senso di una sua sempre più precaria condizione).

Ne La furia dei cervelli (manifestolibri, 2011) abbiamo definito gli anni novanta di queste odiose riforme come la decade malefica.

lunedì 13 ottobre 2014

UN TUNNEL CHIAMATO JOBSACT

Giuseppe Allegri

Una riforma nel segno del compromesso storico tra Lega Coop e Compagnia delle opere. Per eliminare l' "apartheid" tra garantiti e non garantiti si cancellano i diritti di tutti. Non si tratta di dare lavoro, purché sia, ma di interrogarsi sul suo senso per le persone e per l'intera società

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