Abbiamo cercato di portare nei salotti della politica forense e della politica previdenziale i problemi quotidiani dei giovani avvocati e degli avvocati portatori di redditi bassi e medio bassi, e di sbatterli su quei tavoli, tra le loro carte di bridge; abbiamo chiesto a loro, ai nostri rappresentanti, di comprendere e di risolvere.
Non abbiamo avuto risposte se non, di fatto, risposte irridenti. Di fatto, ci è stato detto che il problema dei nostri redditi di avvocati senza successo non è affar loro; e che una Cassa equa e sostenibile, senza minimi obbligatori e proporzionale al reddito, non è fra le priorità dell’ente previdenziale. Bene.
Poi, è arrivata anche a me come sta arrivando agli altri 80.000 morosi. La temuta letterina di Cassa.
Per ora sono 10.800. Ed è solo l'inizio.
Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma quando te la vedi davanti è tutta un'altra cosa. Sai che ti ha trovata. Sa dove sei, Cassa Forense.
Non pago da diversi anni. Se lo avessi fatto, io iscritta d'ufficio per aver sforato i minimi di 400 euro, che partivo quindi con un bel debito di 13.000 da aggiungere ai bollettini correnti sempre più alti, a fronte di una pensione incerta sia nell'an che nel quantum, avrei praticamente smesso di vivere.
Sono tre anni che seguo un pò la politica forense. La previdenza, nonostante i tentativi nostri e di altri di aprire una concertazione seria con l'avvocatura in materia, è diventata lo strumento per la selezione censuaria che con questa legge professionale molti hanno voluto.
Può fare l’avvocato solo chi può permetterselo. Questo ha voluto l’avvocatura dei potenti, quella che crede di decimarci dopo averci caricati sul carro.
E no.
Oggi, il tempo è finito. Il destino sta bussando alla porta.
Chi non vuole morire partecipi.
Chiamiamoci a raccolta, incrociamo le lotte..
E vediamo, stavolta, in quanti risponderete: eccomi, cosa devo fare?
Per non pagare mi sono cancellato. Per fortuna vivo facendo l'insegnante. Insegnavo qualcosa anche a certi colleghi dal reddito molto più elevato del mio. Ora insegno solo ai ragazzi che però non mi stanno molto a sentire. Il sapere non serve a niente, mi dicono.
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