La nuova generazione del lavoro organizzato dovrebbe mirare a qualcosa in più del recupero del potere di acquisto dei salari o dello stile di vita da classe media. Dovrebbe ricreare una modalità del lavoro rimossa dalla civiltà del lavoro dipendente, e di quello salariato: quella della cooperazione.
Durante il workshop Co-Work-Italia tenuto all'Internet festival di Pisa nel racconto del co-working - la pratica del lavorare insieme in spazi condivisi - a Milano, Verona, Alessandria, Roma e Firenze è emerso un tratto comune: un'economia fondata sulla relazione e la collaborazione tra i lavoratori digitali, creativi, professionisti e partite Iva in un ambiente che non è quello della fabbrica né quello della pubblica amministrazione, ma quello del territorio o della comunità dove il lavoro della conoscenza sviluppa una duplice caratteristica: erogare servizi intellettuali, alla persona o alla produzione nell'ambito di un ambiente di un territorio diffuso e la creazione di legami tra una comunità di persone impegnate nell'esecuzione di una commessa, di un progetto o di un'impresa.