Parigi, foto Jean Segura |
Roberto Ciccarelli
Prima autonomia significava essere governati di meno e più libertà politica, oggi significa l'opposto: auto-sfruttamento nel nome dell'auto-affermazione sul mercato.
Nella società dell'Io – l'“Io-crazia” - l'azione coincide con la sanzione, l'affermazione di una potenza con l'interiorizzazione dell'impotenza. Si spiega così la diffusione della depressione, il lato oscuro dell’iperattivismo della società della prestazione.
Il doppio vincolo tra performance e depressione blocca ogni possibile individuazione alternativa.
Nell’“etopolitica” contemporanea “riforma” coincide con “repressione”, libertà è tirannia, collettivo è il rafforzamento dell’isolamento. E' il manifesto del Grande Fratello. Questo dispositivo produce assuefazione e incantamento e, quando le sue promesse si rivelano infondate, il soggetto resta stordito, privo di iniziativa che non sia la ricerca di una nuova subordinazione.
Il sistema può incrinarsi quando il soggetto incontra l’intollerabile: lo scandalo di una libertà fittizia che nega la sua esistenza materiale. Non basta il disgusto o l’indignazione.
È necessario un passo ulteriore: quando si è privi di mezzi, proprietà o libertà reale, non esiste nulla di più necessario per un uomo e una donna che un altro uomo e un’altra donna.
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