Roberto Ciccarelli
A Zurigo succede qualcosa di incredibile: 100 robot sono scesi in piazza e tra le strade per ballare insieme a centinaia di sostenitori, e la protesta si svolgerà per richiedere l’introduzione di un reddito di base incondizionato. Il 5 giugno 2016, la Svizzera sarà il primo paese al mondo a tenere un referendum per l’introduzione di un reddito di base incondizionato. Il reddito di base è uno strumento utile per drenare risorse dalla bolla finanziaria in cui vive la nuova economia. Per applicarlo serve una cultura politica capace di ripensare la democrazia, lo Stato e, nel nostro caso, l’Unione Europea. Sempre che ce ne sia una alla fine della crisi. In tutto questo parlare di lavoro che cambia, una cosa è certa: la maledizione del lavoro salariato e la sua mancanza. Lavoreremo inutilmente tutta la vita, inseguendo un modello di lavoro in crisi, senza un reddito dignitoso, e nemmeno una pensione. Questa è la realtà, altro che innovazione.
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Al Forum di Davos 2016 i robot hanno fatto una proposta seria: il reddito di base per gli umani, a loro le incombenze del lavoro.
“Mentre noi faremo i lavori più faticosi, noiosi e ripetitivi, gli umani saranno liberi di creare, socializzare, inventare nuove attività utili per la società – hanno scritto in una dichiarazione - Molte persone hanno bisogno di un reddito. La nostra missione è fornire alle persone beni e servizi. Il compito della politica è fornire alle persone un reddito di base incondizionato”.
“Abbiamo una cattiva coscienza. La gente ha paura di noi e ha paura del futuro - hanno aggiunto – E’ preoccupata perché perderà il posto di lavoro e quindi lo scopo della sua esistenza. In Europa vediamo che soprattutto i giovani non trovano lavoro, in Italia è il 40%. Prospettiva: Nessun futuro!”.