venerdì 4 luglio 2014

MIEI CARI NEET, DISTRUGGIAMO IL CIELO E RIPARTIAMO DA ZERO?

Giuseppe Allegri

Fratture, ultimo romanzo di Massimiliano Nuzzolo (Italic/PeQuod edizioni, pp. 184, 16 euro), è un frammentario conoscersi di due popolate solitudini, che vogliono reinventare lo spazio-tempo nel quale abitare. Uscito un paio di anni fa e letto purtroppo in colpevole ritardo, visto che le vie di un “mercato” editoriale saturo sono ostruite dai monopolisti della produzione e distribuzione editoriale. E qui siamo nel cangiante terreno dell'editoria indipendente, quella più autorevole e non riconciliata con l'ordine esistente delle cose, perché Italic/PeQuod riprende il percorso interrotto dalla precedente, talentuosa, casa editrice Pequod. E quindi arriva ad emergere per strade tortuose e spesso occasionali, quando ci riesce.

In questo vero e proprio breve romanzo di trasformazione ci sono un lui e una lei, 20/30something: una coppia che le statistiche incasellano nella NEET generation, che non studia e non lavora. Sono alla ricerca della vita, ancor prima che dell'amore: o forse dell'amore per una vita indipendente. Thomas lo smemorato, che dopo l'incidente automobilistico esercita una sapiente arte della dimenticanza. E un contemporaneo inventario di un'impossibile rimembranza. Elisa la svitata, come si sente percepita da tutti, in fuga da uno scampato, surreale suicidio. Vorrebbe «fotografare l'Anima», cercandola dentro la morte, sapendo però che «la voce è l'immagine dell'anima».

Quasi tutto parte da una telefonata di Thomas, dopo aver trovato questa scritta, nel bagno di un locale, con sotto un numero: Cerco disperatamente una persona che abbia ancora l’anima e che possa prestarmela. Ne avrò molta cura. Promesso, è una cosa seria. Da qui iniziano le reciproche narrazioni telefoniche tra i due protagonisti. Una sorta di monologo alternato, una Voce umana per due isolazionisti, quasi si volesse decostruire l'inarrivabile Jean Cocteau. E intorno «ritratti di mondi che affondano», soprattutto le proprie famiglie: «sono tutti morti». «Un copione usurato, la Buona Famiglia, la bella (e brava) gente della Nazione», evocando Romolo Bugaro, in uno dei migliori libri sull'Italia dell'ultimo ventennio (La buona e brava gente della nazione, Baldini&Castoldi, 1998).

È una sorta di lento, evolutivo, intermittente apprendistato a una nuova vita che Thomas ed Elisa si scambiano nelle loro telefonate di sopravvissuti. Superando fratture, producendo rotture, persi in frammenti di memoria e citazioni che Massimiliano Nuzzolo distribuisce in ogni pagina. I Joy Division di A Means to An End, le copertine di Rockerilla, la maglietta dei Bauhaus, quindi The Smiths di If it's not Love Then it's the bomb That will bring us together e poi gli immancabili The Cure

Del resto scoprimmo Massimiliano Nuzzolo leggendo L'ultimo disco dei Cure (Sironi editore, 2004) e quindi l'attuale progetto Jost multimedia, nella sua appassionata prospettiva di costruire ponti tra eterogenee forme artistiche e di produzione culturale (i Soluzione che suonano incontrando Mao e Federico Fiumani, quindi il compianto Manlio Sgalambro).

Poi nel libro ci sono altre infinite suggestioni più o meno esplicite: molto Albert Camus e in oscura controluce Joris-Karl Huysmans. Pier Vittorio Tondelli ed Enrico Palandri. Lo sfondo di un certo esistenzialismo critico, una percepibile vena di irriducibile rabbia contro la miseria del tempo presente, l'introspezione come attitudine, la disponibilità a fare Tabula rasa, perché la vita è un intero cominciamento. «V'è nostalgia delle cose che non ebbero mai un cominciamento», diceva Carmelo Bene, come incipit del suo Sono apparso alla Madonna (Longanesi, 1983).

E Nuzzolo ci narra come un nuovo inizio può addirittura andare in cortocircuito con l'origine millenaria della cultura occidentale. Con una scrittura che procede per disvelamenti progressivi: incastri di un puzzle scomposto. Come l'incedere incerto delle nostre esistenze potrebbe trovare punti di appoggio collettivi per sconvolgere ordini e comandi, solitudini e risentimenti, precarietà lavorative e miserie esistenziali. E si può fare, insieme. 

Anche in una notte stellata romana, sul Lapis Niger dell'Umbilicus Urbis Romae. Siamo tutti figli delle stelle.


«E adesso?» Children of the Revolution, pronti per l'assalto al cielo? 




Bauhaus - The Sky's Gone Out[Full Album HD]


(una versione più breve è uscita su il manifesto del 24 giugno 2012, con il titolo Dialoghi di due popolate solitudini)

Nessun commento:

Posta un commento