Ugo Mattei, Salvatore Settis, David Harvey, Slavoj Zizek, Étienne Balibar, Michael Hardt, Costas Douzinas, Peter Weibel, Freddy Grunert, Sasa Dobricic, Lynn Hershman, Clemens V. Wedermeyer, David Bollier, Tom Kerns, Sandro Mezzadra, Tomaso Montanari, Penelope Simons, Anna Grear, Burns H Weston, Aled Dilwyn, Donald K. Anton.
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Dal 14 giugno 2011, una comunità
di artisti e militanti ha trasformato il Teatro Valle, il più antico e
prestigioso teatro di Roma che rischiava di essere privatizzato, in uno dei più
avanzati esperimenti di fusione tra la lotta politica e le arti performative
nel mondo attuale. Nell’interesse delle generazioni future è stata creata
un’entità giuridica denominata “Fondazione teatro Valle Bene Comune” che ha
raccolto l’adesione di quasi 6 mila persone. È stato il frutto di un nuovo e
genuino processo di cooperazione tra alcuni giuristi molto noti e l’assemblea
degli occupanti. Un notaio ha riconosciuto l’esistenza della Fondazione, mentre
il Prefetto di Roma ne ha negato la personalità giuridica sostenendo che il
possesso della struttura non è un titolo sufficiente per avviare la Fondazione.
Tuttavia, nei tre anni di
occupazione, mai formalmente autorizzati, il Valle è riuscito a diventare una
nuova istituzione del Comune, studiata in tutto il mondo e oggetto di numerose
pubblicazioni. Nessuna autorità a Roma ha mai chiesto agli occupanti di
lasciare e il teatro, mentre la municipalità ha pagato le bollette della corrente
elettrica, 90 mila euro all’anno, oggi è difficile negare che l’occupazione è
stata largamente tollerata persino dal precedente sindaco post-fascista.
Certamente gli occupanti hanno
prestato grande cura per l’antico teatro, hanno raccolto fondi per piccoli
restauri e hanno generato in tre anni spetacoli di eccezionale interesse,
performance, assemblee, programmi educativi ai quali la popolazione ha avuto
accesso attraverso un sistema di donazione basata sulle possibilità di
ciascuno.
L’esperienza del Valle ha anche
ispirato azioni simili mirate alla protezione dei teatri e degli spazi pubblici
in tutta Italia e sta promuovendo in tutto il paese esperienze di codificazione
delle istituzioni del comune che coinvolgono una ventina tra i maggiori
giuristi italiani. Il Valle ha prodotto spettacoli messi in scena in tutta
Europa e ha attratto molti artisti e intellettuali europei.
La European Cultural Foundation,
tra gli altri, ha assegnato al Valle il prestigioso premio Princess Margritt
Award to the Teatro Valle, mentre il Zentrum fur Kunst und Medientechnologie
(ZKM) di Karsrhue ha dedicato a questa esperienza uno spazio in una recente
mostra internazionale dedicata ai movimenti sociali nel mondo.
Dopo le elezioni europee dello
scorso maggio, forse come conseguenza di una malintesa istanza legalistica
dettata dal nuovo governo, i primi negoziati per risolvere il conflitto sulla
titolarità del teatro sono stati improvvisamente interrotti quando l’assessore
alla cultura della città di Roma si è dimessa senza essere ancora sostituita.
Come risposta alla richiesta della Fondazione di riprendere i negoziati, il
nuovo sindaco di Roma, un membro del partito Democratico e noto chirurgo, ha
rilasciato alcuni giorni fa una dichiarazione
in cui chiede agli occupanti di lasciare il teatro, minacciando
l’intervento della polizia e ha proposto un bando pubblico per privatizzare la
gestione dello spazio.
Questo non può accadere! La città
di Roma, come centro culturale mondiale merita una risposta migliore alle
istanze poste dal Valle. Rivolgiamo un forte appello alle autorità politiche
italiane per cercare un metodo che faciliti, e non reprimano, gli esperimenti
istituzionali e culturali nella gestione dei beni comuni.
(da Il Manifesto 11 luglio 2014)
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