mercoledì 25 gennaio 2012

MARTONE: RITRATTO DEL VICEMINISTRO CHE SMENTI' PIETRO ICHINO

Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli


Apologo sull'enfant prodige del governo dei Professori. Già protagonista del fallimentare serial tv il "contratto", il sacro graal dei precari, la nomina a viceministro al Welfare di Michel Martone, figlio di Antonio Martone presidente della Civit, segna una sconfitta della linea culturale e politica di Pietro Ichino, più volte considerato ministro in pectore del Lavoro del governo Monti. Scopriamo il perché.



 Pare salutata con plauso bipartisan la nomina di Michel Martone a viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali. Il 37enne professore ordinario di diritto del lavoro all’Università degli studi di Teramo è stato proclamato «l'enfant prodige del governo dei Professori» dal Corriere della Sera: «è la risposta a chi accusava l'esecutivo Monti di essere un po’ datato». Sul suo profilo in rete si legge: «il mio habitat è l'Università dove ho incontrato Maestri, colleghi e studenti» (ci ricorda sempre il Corsera). Si immagina una sua particolare attenzione al problema generazionale e una certa sensibilità alle questioni giovanili: all’esclusione dalle garanzie del diritto del lavoro e soprattutto dalle tutele sociali di precari e intermittenti delle nuove forme del lavoro, che oramai non sono più tanto giovani. Ci auguriamo sia così e non possiamo che auspicare una particolare attenzione a politiche sociali innovative e garantiste, per un nuovo Welfare e per maggiore inclusione sociale. Ci verrebbe da dire: “in bocca al lupo”.

Ma spesso in questo strano Paese si fa sempre bene, non a pensare male, ma ad accendere i fari dell’analisi critica. Poiché siamo freschi della lettura del libro di Pietro Ichino Inchiesta sul lavoro (Mondadori, 2011) e al contempo non possiamo essere tacciati di particolare empatia programmatica con il giuslavorista senatore del PD, occultamente protagonista di una parabola contenuta nella parte iniziale de La furia dei cervelli (manifestolibri, 2011), ci vengono in mente alcune pagine di quel libro, quello di Ichino.

In particolare le pagine 32-33, quando Pietro Ichino racconta della creazione della «Commissione per l’integrità, la valutazione, la trasparenza delle amministrazioni pubbliche» o Civit, voluta dall’allora Ministro Brunetta (siamo nella primavera del 2009). Ci racconta Ichino che a giugno viene «scelto Antonio Martone, magistrato di Cassazione, che era stato fino a poco tempo prima presidente della commissione di Garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici». Una scelta apprezzabile anche da parte dell’opposizione. L'interrogazione di Ichino sul "caso Martone" viene anche riportata sul suo sito. Ecco cosa si legge in Inchiesta sul lavoro:

«Un anno più tardi apprendiamo che, poco dopo la designazione del presidente della nuova autorità indipendente, la quale si insedierà formalmente a dicembre, il primo settembre il ministro ha stipulato una consulenza da 40.000 euro annui con il figlio Michel del presidente medesimo. Oggetto della consulenza: i problemi giuridici della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di paesi terzi. Alla mia interrogazione in proposito Brunetta risponderà negando, sdegnato, ogni clientelismo in questo rapporto di consulenza. Ma nell’interrogazione non gli contestavo un atto di clientelismo. Gli chiedevo preliminarmente, se il ministro non ritenga gravemente inopportuna la stipulazione da parte del suo Dicastero di un contratto di questo genere con un parente stretto del presidente di un organismo il quale dovrebbe caratterizzarsi per l’assoluta indipendenza rispetto al governo;
nel merito, se il ministro non ritenga gravemente inopportuno lo stanziamento di 40.000 euro per una consulenza su di un tema di nessuna urgenza e di poco apprezzabile rilievo, quale quello dei problemi giuridici della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di paesi terzi, nello stesso periodo in cui la stretta finanziaria imposta dal ministro dell’Economia costringe il governo a tagliare i finanziamenti per la sanità pubblica, la scuola, la ricerca, l’assistenza alle persone non autosufficienti, la conservazione del patrimonio artistico del paese, e molti altri servizi essenziali; infine, in quali documenti si sia concretata fino a oggi la consulenza in questione.
Michel Martone, dal canto suo, risponderà sdegnato sul suo blog, sostenendo che l’oggetto della consulenza va ben oltre i «problemi della digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche di paesi terzi». Tema sul quale, peraltro, la consulenza stessa pare non abbia prodotto alcun risultato documentato in forma scritta: anche l’ultima domanda contenuta nell’interrogazione rimane senza risposta. Ma la trasparenza delle amministrazioni pubbliche, di cui suo padre avrebbe dovuto essere il supremo custode, non impone che l’oggetto dichiarato del rapporto di collaborazione corrisponda all’oggetto effettivo? E, comunque, allo stesso supremo custode non è venuto in mente che quella consulenza lautamente retribuita al figlio potesse essere di fatto incompatibile con l’immagine – prima ancora che con la sostanza – di indipendenza della carica da lui rivestita?»
Lo scontro con il giovane Martone è stato duro, al punto da avere costretto il giovanissimo professore ordinario (in cattedra all'età di 32 anni) a difendersi sul suo blog. Il padre di Michel, Antonio, ha lasciato in seguito la magistratura senza attendere il titolo onorifico di procuratore generale aggiunto della Corte di Cassazione. Lo scrive, anche lui, sul suo blog: "“L’8 luglio 2010 le agenzie di stampa hanno dato notizia dell’inchiesta sull’eolico e la cd. Loggia P3. Da quel momento, sul mio presunto coinvolgimento è iniziato sui mezzi di informazione uno stillicidio di notizie alcune volte false, altre volte tendenziose e in ogni caso incomplete. Questo blog nasce per raccontare la verità.”


Vicende complesse che testimoniano come il neo vice-ministro sia sotto la luce dei riflettori da tempo. Siamo consapevoli che ogni buon padre di famiglia abbia a cuore la sorte della propria prole. Soprattutto in un Paese paternalista e corporativo come il nostro. Tanto più se il figlio è così brillante e competente. Eppure questa nomina montiana è la rivelazione di un'autoreferenzialità bipartisan: tutta interna al ceto dirigente burocratico-amministrativo della nuova unità nazionale, che non è disposto a cedere nulla, mentre chiede sacrifici ai bravi cittadini, per salvare la Patria. Per tacere dei giovani, che si proclama di tutelare e promuovere, o dei precari, disoccupati e inoccupati falcidiati dalla crisi e semplicemente sbeffeggiati da questa nomina.

La nomina a viceministro, e nemmeno a sottosegretario, di Martone è tuttavia un lazzo, uno sbeffeggiamento di Pietro Ichino, più volte assurto a Ministro del Lavoro in pectore del Governo Monti e ora costretto ad accettare la nomina di una persona che ha criticato duramente, e senza mezzi termini, nel libro in cui ripropone le sue soluzioni per risolvere l'"apartheid" dei precari e rinnova il suo impegno nella lotta contro le caste e per i "giovani" precari senza santi in paradiso. 

E' probabile che la sconfitta momentanea di Ichino non archivierà la sua (e non solo sua) proposta di contratto unico, ispirato alle soluzioni del Welfare danese con venti anni di ritardo. Questa idea, oggi in Italia, è del tutto inadeguata. Altro discorso, che questo governo certamente non farà, è quello della generalizzazione dei diritti e non della subordinazione a tempo con il contratto unico (in cambio di una monetizzazione del licenziamento dopo tre anni). Questo governo dovrebbe essere per il riconoscimento di nuove forme di garanzie e tutele a difesa dell'autonomia delle persone e invece rischia di moltiplicare il caos della precarietà del lavoro e l’assenza di diritti.

La sconfitta di Ichino, e l'affermazione di Martone con il suo curriculum familiare, non aprono questi scenari, ma ci riporta insospettabilmente indietro: alla difesa e rilancio del paternalismo, del familismo, della corporazione, della conservazione. Nessuno, nei prossimi mesi, pronuncerà queste parole. Ma se, per caso, ascolterete quelle di "innovazione", "giovani", "contro la casta", "garanzie per i precari", allora prendete il respiro. Basta rovesciarle nel loro opposto e il risultato sarà sempre lo stesso condensato di reazione e di ritardo culturale, di ignoranza della vita e del lavoro. 

E' quello che accade da vent'anni in Italia, un paese dove si sperimentano tecniche di dominazione sociale che mescolano l'arcaico con il postmoderno. 

10 commenti:

  1. Io sinceramente ho ritrovato fiducia nel mio paese e nelle istituzioni con il governo monti, perché tecnico. E, in particolare, proprio con Martone. Vedo un positivo ricambio della classe dirigente e un ricambio generazionale.

    Che per caso a qualcuno mancano i nostri cari politici..? A me sinceramente per niente :)

    Annarita

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    1. anche noi abbiamo salutato l'avvento del nuovo governo tecnico con favore, come testimonia anche questo articolo in cui ci felicitiamo della nomima del professor martone a viceministro, un chiaro esempio di meritocrazia nel governo che vanta il maggior numero di professori ordinari che la storia della repubblica ricordi.

      Siamo preoccupati però dalle notizie degli ultimi giorni, e in particolare del rapporto che i ministri e i sottosegretari, non diversamente dai loro colleghi del governo precedente, hanno con le loro abitazioni e le loro vacanze, oltre che con le consulenze che distribuiscono.

      Speriamo, come lei, Annarita, che i problemi che danno le case al colosseo, oltre che i doppi incarichi che la pubblica amministrazione sembra distribuire generosamente, si risolvino una volta per tutte.

      Ci teniamo che questo governo continui a lavorare serenamente, sostenuto da una maggioranza che respinge richieste di arresto per accuse gravissime e ignora i risultati dei pronunciamenti referendiari sull'acqua (27 milioni di persone).

      Buona notte. E buona fortuna.

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  2. Una cosa: quel modello danese che dovrebbe essere introdotto con vent'anni di ritardo non sminuisce la proposta di Ichino, anzi: sminuisce il ruolo del sindacato, che in vent'anni non ha saputo andare oltre il modello industriale degli anni Settanta... ma di anni ne sono passati quaranta...

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  3. PS: il titolo è fuorviante: mi sembra sia stato Ichino a smentire la limpidezza delle consulenze di Martone...

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  4. il titolo, avresti ragione sul merito della proposta ichino - martone la condivide, scorrendo la sua attualmente esigua produzione. Ma il titolo non si riferisce a questo, bensì alla lotta (molto dura) avviata da ichino contro il suo giovane collega: c'è il clientelismo (accusa diretta) e, sullo sfondo, il familismo amorale. con la nomina a viceministro di martone, Ichino ha perso. e basta. politicamente, ma soprattutto dal punto di vista etico (il terreno scelto per sferrare l'attacco al giovane martone).

    sul modello danese, che dire. istituitelo pure. se sarete capaci di farlo partire, tra un paio d'anni ne raccoglierete i pezzi e li metterete sotto il tappeto

    già l'altro ieri fornero - che vorrebbe applicarne un modello in sedicesimo (più o meno, da quel poco che si capisce dalle bozze presentate, dalle lacrime e dai resoconti giornalistici) - è stata bacchettata da colleghi di governo (ma non martone, impegnato in altro) e, figuriamoci, dai sindacati: "non ci sono soldi". prevedibile, soprattutto sul "reddito minimo". è su questo spartito che si svolgerà il dibattito sulla "riforma del mercato del lavoro".

    Ammesso che questo sia vero, e che questi soldi non siano dirottati altrove (e non parliamo della cig), il modello danese ichiniano si regge su un assunto che corrisponde solo parzialmente alla realtà del mercato del lavoro: la famosa "apartheid" tra garantiti e non garantiti è un effetto di superficie di quella che è stata definita timidamente la "fluidità" di questo "mercato".

    non capirne origine e storia, e soprattutto come è stata formata e voluta tale "fluidità", (precarietà è solo un altro nome approssimativo, ma un po' più sostanzioso, per una realtà che assomiglia allo schiavismo) significa solo rafforzare l'apartheid che si vorrebbe cancellare.

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  5. Come al solito vengono estrapolate frasi - virgolettate anche erroneamente e su questo c'è da riflettere - in un discorso ben più ampio, e sicuramente condivisibile da tutti quanti, compresi voi, per attaccare una persona solo perché la si ritiene indegna di parlare perché marchiata come raccomandata.
    Per una volta che abbiamo un giovane ad occuparsi di politiche giovanili lo mettete in croce per il suo curriculum, e per una frase.

    Invito tutti voi che lo contestate non nel merito ma nella legittimità a vedere il suo intervento, dal minuto 26, a questo link.

    http://www.ilmessaggero.it/video.php?id=14145

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  6. Noi stiamo ai fatti, e i fatti sono questi: http://blog.ilmanifesto.it/quintostato/2012/01/25/martone-concorso-perfetto/

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  7. No ma fatemi capire, i fatti del concorso da ordinario - che nulla ha a che vedere con quanto detto al convegno - o il fatto che avete estrapolato, e anche male, una frase per creare polemiche solo perchè lo ritenete un raccomandato? aggiungo, visto che il nome del padre è stato tirato in ballo anche lì, che lo stesso ha precisato su l'espresso alcune cose molto interessanti, che ovviamente fanno cadere il castello di accuse contro di lui.

    http://precisoche.blogautore.espresso.repubblica.it/2012/01/24/io-previti-e-verdini/

    E, continuo a ripetere, ove fosse anche un raccomandato, cosa dovrebbe impedirgli di aiutare il mondo giovanile, creando strumenti per un nostro più facile inserimento nel mondo del lavoro? cos'è, è appannaggio solo dei senza macchia cambiare in meglio questo paese?

    Aspettiamo di vedere quello che farà, non limitiamoci a spezzargli le gambe solo per il suo passato.

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  8. ben detto, aspettiamo di vedere quello che farà. osserveremo con interesse. Quanto al "raccomandato", non troverai mai, in nessun nostro articolo, questo ragionamento, ma solo i fatti. quella che chiami "raccomandazione" è solo l'ultimo effetto di un'organizzazione sociale, e di un dispositivo discorsivo, che qui iniziamo ad abbozzare. ti ricordiamo che postare, infine, commenti su questo articolo, dove evidentemente si parla di ciò che ichino ha scritto di martone, non è corretto. d'ora in poi qui si accetteranno esclusivamente commenti sul merito della diatriba tra ichino e martone, e sul merito del loro scambio. grazie.

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  9. se vi confessassi che al di là del papà e al di là della nomina a viceministro MM mi è sempre parso un cicisbeo imbecille mi trovereste novecentesca??
    peraltro i sottosegretari sono proprio la crepa più vistosa del presunto carattere tecnico del governo monti

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