sabato 2 marzo 2013

IL REDDITO DI CITTADINANZA CHE PD, SEL E GRILLO NON VEDONO

Avere costretto il Pd a inserire al punto otto del miniprogramma «per un governo di emergenza» gli «interventi urgenti per l’occupazione» è un altro segno delle possibilità che la crisi, economica e istituzionale, stanno regalando al nostro paese. La dizione è vaga, ma quello della chiarezza programmatica non è mai stato un dono degli ultimi eredi del Pci. Basta leggere l’intervista rilasciata ieri a Repubblica da Pierluigi Bersani che farfuglia qualcosa a proposito di «sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali». Tanto per essere chiari: il reddito di cittadinanza non è un ammortizzatore sociale. È una misura di tutela universalistica delle persone, e non solo dei lavoratori con contratto da dipendente o da precario. Una differenza sconosciuta al segretario Pd, e ai suoi solidi convincimenti lavoristici, ma forse non agli alleati sellini di Nichi Vendola. Continua a leggere Il reddito di cittadinanza che Pd, Sel e Grillo non vedono

3 commenti:

  1. Caro Roberto, sono costretto, mio malgrado, a fare alcune doverose precisazioni su alcune informazioni non del tutto corrette
    contenute nel tuo post

    Scrivi:
    "Ma quanto costa il reddito di cittadinanza? Secondo gli estensori della proposta di legge, 10 miliardi all'anno da ricavare dalla fiscalità generale. Ai singoli andrebbero 600 euro al mese, 7200 euro all'anno, "fino al miglioramento della condizione individuale», quindi per una durata flessibile e non rigida, come del resto previsto dalla stessa Commissione Europea. Questi costi dovrebbero essere finanziati dalla riforma (non cancellazione) della giungla degli attuali ammortizzatori sociali, stornando risorse dalla lotta all'evasione fiscale, dalle spese militari e dai risparmi sui costi della politica e della burocrazia (taglio della province e spending review)".


    1. Gli estensori della legge di petizione popolare sul reddito garantito non hanno fatto mai nessun calcolo sul costo di tale misura. I dati a cui fai riferimento (e riportati ieri su Il Fatto Quotidiano) sono stati pubblicati da Intelligence Precaria - Samn Precario Milano nel n. 1 dei Quaderni di San Precario:
    A.Fumagalli, Intelligence Precaria: «La proposta di welfare metropolitano»
    in QUADERNI DI SAN PRECARIO n. 1, 2010, pp. 223-262: scaricabile gratuitamente da:
    http://quaderni.sanprecario.info/old/media/Q1-Welfare_metropolitano.pdf

    2. La proposta ivi contenuta afferma che il finanziamento dovrebbe essere a carico della fiscalità generale e va a sostituire (ovvero a cancellare) l'attuale giungla degli ammortizzatori sociali, con un'unica misura di
    reddito minimo, per quanti riguardi l'ipotesi di 600 euro mensili. Per un approfondimento sulle forme di finanziamento, vedi:
    Bin-Italia, San Precario Milano, «Proposte di finanziamento per un Reddito di Base Incondizionato (RBI)», in QUADERNI DI SAN PRECARIO n. 3, 2012, pp.227-241:
    http://quaderni.sanprecario.info/old/media/San_Precario_Quaderno_3.pdf

    Tralascio di intervenire sul tentativo di recuperare la Cgil e la Camusso, quando affermi:

    "Ma, segno dei tempi, il segretario generale Susanna Camusso ha dichiarato a Il Manifesto del 23 febbraio di «non essere contraria ideologicamente al reddito», visto che ci sono state «sperimentazioni» nel Lazio o in Campania".

    Ne sei certo? Il sindacato come la confindustria non vorrà mai la sostituzione (O una riforma radicvale) degli ammortizzatori sociale per un semplice motivo.Per le imprse, è il modo più economico di scaricare i costi della loro incapacità sulla collettività. Per il sindacato (Cgil compresa) è lo strumento principale che giustifica la loro presenza (declinante) nei posti di lavoro.

    IL post pubblicato dalla Rete di San Precario - Milano (non coordinamento) sul blog di San Precario, lo trovi a:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/01/reddito-garantito-il-m5s-sara-coerente-con-le-proprie-promesse/516736/

    Un abbraccio Andrea

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    1. grazie andrea per le precisazioni. e inserisco i link. quanto ai costi e alla proiezioni sul reddito, diciamo che i promotori della proposta di legge sul reddito l'hanno fatta propria in sede di conferenza stampa alla camera quando la proposta è stata presentata. un abbraccio

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  2. A caldo, 3 considerazioni. La prima e' di natura organizzativo-istituzionale (gia' nominato): la razionalizzazioe della ragnatela delle burocrazie -- statale, regionale, provinciale-- in una piu' semplice, e modewrna (computerizzata) burocrazia. Si comincia con questa riforma -- epocale -- che sicuramente suggerira' altre riforme istituzionali. NOn dovrebbe esserci incompatibilibita' (trade-off) tra riforma istituzionale e crescita e disocccupazione. MA ci vorrebbe uno studio comparato per imparare come sia state condotte riforme simili in altri paesi. suggerimenti - letture?

    La seconda considerazione e' di natura economico-socialetale salario potrebbe essere interpretato come una politica keynesiana, eccetto che il governo investe attraverso le persone con i loro salari. Obama, che ha cercato (sta cercando ancora?) di creare qualcosa di simile continua a dire che alla fine i salari verranno spesi nella compera di beni di consumo; che quindi, attraversola domanda e il consumo, contribuiranno alla crescita economica; e che la spesa di una unita' ($ o Euro) avra' un moltiplicatore (keynesiano): $1 speso generera' piu' di $1 di crescita. Una implicazione significativa seguirebbe: la crescita addizionale contribuira' ad abbassare la disoccupazione -- cosa che si e' visto negli USA (anche se lentamente perl'opposizione repubblicana ... che comunque hanno la stessa piattiaforma deigli economisti ortodossi bocconiani.

    Terzo: la minimizzazione di incertezza e rischio quando si vive ai margini dell'instabilita' economica. La psicologia (sperimentale) e' ricca di esempi di esperimenti condotti per capire il comportamento di soggetti (topi, gatti, scimmie, ecc) che vivono in condizioni o di scarsita' o di abbondanza. LA scarsita porta' a competizione che confina con la violenza. (Non conosco esperimenti su esseri umani.). Ma un reddito di cittadinanza minimizzerebbe l'instabilita' psciologica di una popolazione intera che non dovrebbe preoccuparsi per la continuita' del reddito, e che quindi potrebbe programmare con orizzonti piu' ampi. Non si sconfiggerebbe completamente la scarsita', e la psicologia della scarsita'; ma si crebbero le condizioni per generare e costruire nuove form di interazione sociale basate sulla non-scarsita' ... non ancora abbondanza, ma nemmeno scarsita'. Qui c'e' del lavoro recente basato su dati statistici comparati da 'surveys', e che ora alcuni economisti stanno cercando di 'monopolizzare' con illogo "economics of happiness'. L'economia della felicita' -- paesi che hanno welfare states universalistici (e.g. scandinavi), e in cui la disaguaglianza economica e' minima mostrano pure di essere le piu' 'felici'. Il rischio dall'incertezza socio-economica non e' un problema significativo. Queste sono pure le societa' con crescita superiore, disoccupazione bassissima, livello di cultura altissimo (da universita' per lo piu' pubbliche), ecc.,

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