giovedì 2 gennaio 2014

UN ANNO IN MUSICA NEL SEGNO DELLE CREEPERS

Il Console
 
Il 2013 in musica a partire dalle scarpe. Gli occhi e le orecchie del più eclettico e irriconciliato critico musicale dei nostri giorni. Con noi, in un viaggio tra stili che ritornano, suoni e immagini di danze distopiche e posture estetizzanti.

***

È un anno ancora più strambo di come ce lo raccontiamo, questo 2013 appena passato. Sembrano chiudersi definitivamente un paio di cerchi aperti con il 1977. Per primo quello delle creepers. Ieri ai nostri piedi di imbranati new wavers di periferia, tardo-gotici post-punkettoni di provincia, improbabili bruttissime copie di The Clash e Bauhaus, dopo esser passate per i piedi dei Teddy boys.




Oggi conquistano la ribalta mainstream. Sono ai piedi della potentissima Rihanna




e dell'ex brava ragazza Hanna Montana, ora post-riot grrrl, Miley Cyrus:


Per arrivare fino a quelle che potrebbe essere le nostre figlie adolescenti della Z Generation.

Ma le avvisaglie che questo cortocircuito temporale avrebbe messo in tensione trent'anni di sovversione giovanile le avevamo intraviste qualche anno fa, con la perla The Clash di Straight to Hell cantata da Lily Allen, in compagnia di Mick Jones



Del resto Lily Allen ebbe Joe Strummer come padrino: 2 maggio 1985. 

 Non si esce vivi dagli anni Ottanta

Everybody calls me Giorgio: The Sound of Future from '70s to 2013
Ed ecco così chiudersi l'altro cerchio: più propriamente musicale. Perché questo 2013 passerà alla storia per il capolavoro Daft Punk, Random Access Memories,



con l'ex Black Panther e leader degli
Chic Nile Rodgers e quindi un formidabile Giorgio Moroder che dal fondo dei primi anni '70 electro parla ai giovanissimi di oggi.




Giorgio By Moroder: My name is Giovanni Giorgio, but everybody calls me Giorgio. The sound of future. Che poi è quello dei sintetizzatori.






 Così le nottate di questi ultimi anni sono state invase da dj set che abbracciavano quarant'anni di elettronica alta e bassa. Emblematicamente suggellati dal capodanno romano Amore 2014, con i navigati Sven Väth (classe 1964) e Ricardo Villalobos che approdano alla nuova Fiera di Roma, un passo da Fiumicino, mentre nell'altra sala si susseguono i migliori live set elettronici dell'ultimo anno: Vitalic, Ben Klock e soprattutto The Field (Cupid's Head, Kompakt, davvero niente male) e Jon Hopkins. È davvero una parabola trentennale in dodici ore di musica non stop.

Ed eccoci così al meglio 2013, senza ordine meritocratico: sono tutte perle, piccole o grandi.

Si parte proprio con Jon Hopkins (Immunity, Domingo Records, forse miglior album 2013):



 Accompagna la splendida Natasha Khan, aka Bat for Lashes, qui anche alla regia del video: Garden's Heart.



Per rimanere in tema di collaborazioni ecco Trentemøller, dal suo ultimo ottimo disco Lost (In My Room) con Marie Fisker alla voce in Candy Tongue. Quindi un'altra coppia formidabile: David Lynch & Lykke Li, che ci cullano in un viaggio siderale negli spazi aperti dell'americano Big Dream (questo il titolo dell'album di David Lynch) e in quelli sincopati delle nostre menti: I'm waiting Here



 
Ma in tema di video, proprio dal sapore tardo-lynchano, ecco forse uno tra i migliori: Beach House in Whishes, diretto da Eric Wareheim. 




Al quale vale la pena affiancare quello dell'artista Takeshi Murata per Problem Areas di Onehotrix Point Never (altro bel lavoro 2013 targato WARP).




Poi un paio di pezzi spettacolari
Il remix di Isosine della piccola perla Still di Daughter (bel disco 4AD)


 
La perfetta nottambula drop out, forse troppo pop, Sky Ferreira, in Night Time, My Time diretta da Grant Singer. 




 
Quindi in tema di superbe perfomer: Zola Jesus lirica e trascinante in Fall Back, con un bel video di Allie Avital Tsypin.



Ma certo che la sorpresa di questo 2013 è lei: la giovanissima Lorde, nella perfetta Royals (Directed by Joel Kefali): scelta fin troppo scontata:



Per la parentesi con i BPM un po' più accelerati
Tomorrow's Harvest (WARP), ennesima grande prova di Boards of Canada:




Poi il sardonico Com Truise In Decay e i rumorismi Autechre (Exai, doppio bell'album WARP), soprattutto in Jatevee C
 



Riscendendo nei BPM il nuovo, osannato, capolavoro di James Blake, Overgrown (Polydor). Eppoi, appena uscito, proprio a fine anno, l'ennesimo, oscuramente splendente EP di Burial, Rival Dealer (Hyperdub), che con Come Down To Us:




Diviene misterica colonna sonora di albe imperscrutabili, con Larry/Lana Wachoski che in conclusione ci narra della sua transizione.


La finestra su little Italy 

Prevede pezzi che stanno al livello degli altri, mai come quest'anno. 
 
La perfetta Primavera di YOUAREHERE, splendido EP per Bomba Dischi, dai suoni elettronici europei.




L'ennesimo eccellente lavoro Massimo Volume, Aspettando i barbari (La Tempesta) con La notte e Silvia Camagni sugli scudi. 



 
Il bel video sul golfo di Clementino, O' Vient (Regia di Gianluca "Calu" Montesano), già protagonista lo scorso anno come Rapstar (con Fibra), con uno dei pezzi forse più riflessivi dell'ultimo hip hop italiano: La luce



 
Del resto il versante latamente hip hop italico sembra godere di ottima salute. Se solo si pensa all'ultimo, ottimo, lavoro di Coez, prodotto da Riccardo Sinigallia, Non erano fiori (Carosello Records), a cominciare dalla mesta Dramma nero fino all'autoironia caustica di Hangover.




 
Eppoi l'eterno poeta hip hop Dargen D'Amico, con Vivere aiuta a non morire (Universal Music Italia) anche nell'ironia iperrealistica di Bocciofili, con Fedez e Mistico, oltre che negli altri eccellenti pezzi, a cominciare da Continua a correre, con Andrea Nardinocchi. 



 
La rabbia inarrestabile di uno dei migliori rapper hardcore italici, Rancore e DJ Myke, Silenzio (Doner Music), con l'irruenza visiva e verbale di D.A.R.K.N.E.S.S



 

In conclusione il miglior concerto 2013, con Nick Cave & The Bad Seeds, bel video – censurato – di Jubilee Street (diretto da John Hillcoat), anche se il pezzo migliore dell'album è la title track Push The Sky Away



 
E per finire menzioni speciali, tra passato e futuro.

L'apocalittica versione di Sugarbread di Soap&Skin




mentre la splendida Anja Plaschg diviene mamma: Kinderzimmertod

Il 2014 sarà il suo anno, come lo sarà per la fantasmagorica Grimes, che un anno fa lasciammo con il video Genesis, diretto da Claire Boucher, insieme con una post-apocalittica posse, persa tra spade infuocate, danze distopiche e posture estetizzanti.




Che il 2014 sia l'anno di una possibile Grande Bellezza, collettiva e indimenticabile: da Oscar. 

Nessun commento:

Posta un commento