Volti e storie dal barbaro massacro a Parigi. Impiegati, ricercatori, artisti, operatori dei servizi, della moda, della musica. Alcune delle 89 biografie interrotte al Bataclan (sui 132 morti di Parigi).
Una storia comune: precariato, impegno, competenze, traiettorie, famiglie, figli, arte e passioni. Il ritratto degli uccisi attraverso i loro lavori freelance, autonomi, a partita iva
Molte storie sono state ricostruire su twitter con l'hashtag #rechercheparis, poi dai quotidiani (come Libération). In Italia, il giornalista Paolo Brogi ne ha riportate alcune sulla sua pagina Facebook che parlano di una storia comune: precariato, impegno, competenze, traiettorie, famiglie, figli, arte e passioni.
Il 23 aprile 2006 il Bataclan, ricorda il sito Quartiers Libres, aveva prestato gratuitamente la sua sala concerti per organizzare un concerto di sostegno alla memoria di Zyed e Bouna e per chiedere l'amnistia di tutti gli insorti delle rivolte nelle banlieue nell'ottobre-novembre 2005. Dieci anni fa era stato dichiarato lo stato di emergenza contro gli abitanti dei quartieri. "Lo staff del Bataclan allora è stato coraggioso e generoso. Non lo dimenticheremo mai. Grazie".
Il 23 aprile 2006 il Bataclan, ricorda il sito Quartiers Libres, aveva prestato gratuitamente la sua sala concerti per organizzare un concerto di sostegno alla memoria di Zyed e Bouna e per chiedere l'amnistia di tutti gli insorti delle rivolte nelle banlieue nell'ottobre-novembre 2005. Dieci anni fa era stato dichiarato lo stato di emergenza contro gli abitanti dei quartieri. "Lo staff del Bataclan allora è stato coraggioso e generoso. Non lo dimenticheremo mai. Grazie".