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lunedì 16 novembre 2015

LA SPOON RIVER DI PARIGI

Roberto Ciccarelli

Quentin, Halima, Thomas, Elif, Alban, Ludovic, Véronique, Djamila...Volti e storie dal barbaro massacro a Parigi. Impiegati, ricercatori, artisti, operatori dei servizi, della moda, della musica. Alcune delle 89 biografie interrotte al Bataclan (sui 132 morti di Parigi).

Una storia comune: precariato, impegno, competenze, traiettorie, famiglie, figli, arte e passioni. Il ritratto degli uccisi attraverso i loro lavori freelance, autonomi, a partita iva

Molte storie sono state ricostruire su twitter con l'hashtag #rechercheparis, poi dai quotidiani (come Libération). In Italia, il giornalista Paolo Brogi ne ha riportate alcune sulla sua pagina Facebook che parlano di una storia comune: precariato, impegno, competenze, traiettorie, famiglie, figli, arte e passioni.

Il 23 aprile 2006 il Bataclan, ricorda il sito Quartiers Libres, aveva prestato gratuitamente la sua sala concerti per organizzare un concerto di sostegno alla memoria di Zyed e Bouna e per chiedere l'amnistia di tutti gli insorti delle rivolte nelle banlieue nell'ottobre-novembre 2005. Dieci anni fa era stato dichiarato lo stato di emergenza contro gli abitanti dei quartieri. "Lo staff del Bataclan allora è stato coraggioso e generoso. Non lo dimenticheremo mai. Grazie".