Lavoro gratuito o iperprecario per la Fiera Universale di Milano del 2015? No grazie, un modello da non replicare. Un appello
L'accordo firmato il 23 luglio 2013 tra Expo 2015 Spa e i sindacati confederali e di categoria è stato salutato
dalla voce dei firmatari e dalla stampa come esperimento pilota a
promozione del lavoro giovanile, un prototipo garante dei diritti dei
neoassunti. Tolte le paillettes e i lustrini, questa lettura cade e si
svela l'anima profonda dell'accordo: violazioni delle norme vigenti,
arretramento dei diritti e svuotamento di tipologie contrattuali sono la
componente principale dell'accordo, mosso dalla convinzione che la
deregolamentazione del lavoro sia la strada maestra per favorire la
ripresa economica e la formazione di nuovi posti di lavoro. Prendiamo il
ricorso massiccio all'apprendistato: questa tipologia contrattuale
viene scelta non tanto per favorire la formazione e la creazione di
nuove professionalità, ma per regolarizzare chi lavora con un
inquadramento inferiore, quindi con una retribuzione minore e con uno
sgravio contributivo pressoché totale per l'azienda. Di solito
l'apprendistato avviene in luoghi di lavoro stabili, per cui è probabile
la trasformazione a tempo indeterminato. I profili professionali qui
previsti per questa tipologia contrattuale (Operatore Grande Evento,
Specialista Grande Evento, Tecnico Sistemi di gestione Grande Evento)
sono legati alla realizzazione di ulteriori grandi eventi per cui le
possibilità di un'assunzione stabile sono altamente improbabili. In
sostanza siamo di fronte ad uno svilimento dell'istituto
dell'apprendistato stesso, malgrado l'elogio di quest'ultimo che in
tempi recenti si è ripetuto nel dibattito politico.
Un altro punto enfatizzato nei giorni scorsi riguarda la novità della casuale che giustificherebbe il ricorso al contratto di lavoro e tempo determinato e alla somministrazione del lavoro a termine, che dovrebbe riguardare l'80% dell'organico complessivo. Si tratta di una operazione strumentale, fatta per promuovere questa modifica in chiave generale e in altri contesti, priva di utilità concreta visto che il D.P.R. 7 ottobre 1963, n.1525, attuativo della legge 230/62 sui contratti a termine, già prevedeva al punto 45 la possibilità di ricorrere a contratti a termine per Fiere ed Esposizioni, categoria nella quale Expo 2015 ricade.
Anche lo stage, che prevalentemente viene dedicato all'apprendimento, appare qui come una delle tante forme di lavoro mascherato, con un profilo formativo del tutto imprecisato, di fatto retribuito con 516 euro mensili, naturalmente presentati come rimborso spese, più un buono pasto giornaliero di 5,29 euro.
Infine è previsto un utilizzo massiccio del volontariato (18.500 unità) del tutto gratuito (salvo eventuali rimborsi spese) quale «espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo».
Il compito dei volontari,
però, non è quello di assistere persone in difficoltà, ma di fornire un
normale servizio di accoglienza per i visitatori della mostra. Il nome
esatto in questo caso è lavoro gratuito: esempio plateale di un «agire
comunicativo-relazionale» indispensabile al funzionamento dei grandi
eventi ma del tutto svalutato. Riteniamo che un simile accordo
rappresenti un pericoloso precedente che contrappone il lavoro ai
diritti. Come le grandi opere depauperano il territorio, così il lavoro
gratuito e l'iper precarizzazione dei contratti frantumano il futuro
delle nuove generazioni e demoliscono conquiste ottenute con anni di
lotta.
Non a caso, il ministro del Lavoro ha sfruttato l'occasione per auspicare l'abolizione della causalità dei contratti a termine, per chiedere la rapida conversione del decreto Letta-Giovannini e per premere verso un secondo decreto nel mese di settembre.
Non a caso, il ministro del Lavoro ha sfruttato l'occasione per auspicare l'abolizione della causalità dei contratti a termine, per chiedere la rapida conversione del decreto Letta-Giovannini e per premere verso un secondo decreto nel mese di settembre.
Chiediamo che
venga respinta l'idea - già avanzata da governo e parti sociali - di una
generalizzazione, tramite contrattazione o addirittura per via
legislativa, del modello Expo ad altri contesti che sarebbe un ulteriore
colpo al diritto del lavoro nel nostro Paese. La moltiplicazione di
nuovi plotoni di precari specializzati e di vittime del lavoro gratuito è
esattamente ciò di cui il nostro Paese non ha bisogno.
Piergiovanni Alleva, Giuliana Beltrame, Roberto Ciccarelli, Giuseppe De Marzo, Andrea Fumagalli, Alfonso Gianni, Giovanni Giovannelli, Marcello Guerra, Roberto Maggioni, Enzo Martino, Sandro Medici, Luciano Muhlbauer, Roberto Musacchio, Monica Pasquino, Emanuele Patti, Livio Pepino, Marco Revelli, Umberto Romagnoli, Luca Trada, Guido Viale
Piergiovanni Alleva, Giuliana Beltrame, Roberto Ciccarelli, Giuseppe De Marzo, Andrea Fumagalli, Alfonso Gianni, Giovanni Giovannelli, Marcello Guerra, Roberto Maggioni, Enzo Martino, Sandro Medici, Luciano Muhlbauer, Roberto Musacchio, Monica Pasquino, Emanuele Patti, Livio Pepino, Marco Revelli, Umberto Romagnoli, Luca Trada, Guido Viale
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