Silvia Jop
Impegno, desiderio, determinazione e le fatiche insormontabili di una condizione di precarietà pervasiva che rosicchia ogni angolo dentro e fuori, materiale e immateriale.
Si mangia la tua cura di te, la tua capacità di amare e di essere amata, la qualità del lavoro perché le condizioni strutturali sono invalidanti. al 20 di ogni mese (se ti va bene) non sai bene come inventarti i 10 giorni che ti servono ad arrivare al mese successivo: sia chiaro nel frattempo devi continuare a lavorare.
Europee alle porte. non voterei, basta, non voterei proprio.
Vabe e dai, voto.
Dai, torno a casa e voto:
Tessera elettorale alla mano - mi dicono che ho diritto al 70% di sconto a/r - penso che venezia-roma costa 80 euro.
L'agevolazione fa la differenza: oltre a rendere possibile questa trasferta restituisce valore all'atto del voto e al mio essere cittadina.
Mi dicono che lo sconto del 70% è possibile solo se il biglietto lo si fa direttamente in stazione. faccio la coda per i clienti frecciarossa, rischio di perdere il treno, mi dicono che lì possono fare biglietti senza riduzione e non con la tessera elettorale. mi infurio, dico loro se si rendono conto che è un'assurdità. mi mandano a un'altra biglietteria.
Intanto ho perso il treno.
Imbufalita vado verso la biglietteria, faccio quaranta minuti di coda, arriva il mio turno: arrivo allo sportello, consegno il documento e la tessera elettorale. le coordinate della carta di credito che dó peró non corrispondono a me ma a una delle persone che - superato il 20 del mese - mi aiutano ogni mese: mia madre.
Mi dicono che non possono fare un biglietto a una persona diversa dall'intenstataria delle coordinate.
faccio notare loro che oggi sono molte le persone che non possono permettersi la vita che fanno e che è verosimile che a comprare il mio biglietto per andare a votare sia qualcun altro. faccio inoltre notare che mi sto mettendo in viaggio per esercitare un mio diritto di cittadina e che è assurdo che loro non prevedano la possibilità di fare un biglietto in questo modo dato che online e via telefono chiunque può usare qualsiasi carta di credito però, guarda caso, in quell ipotesi (cioè nella modalità online e telefonica) il biglietto è acquistabile solo a tariffa intera e non è prevista la riduzione per chi viaggia per andare a votare. il tipo seduto al banco (che avrà più o meno la mia età) continua a scuotere la testa "mi dispiace signora, non posso farci niente, le regole sono regole. e mi dispiace se non può comprare questo biglietto".
Lo guardo basita mentre lui mi scavalca con gli occhi facendo cenno alla persona dietro a me di passare avanti.
Mi sposto, guardo il tabellone degli orari, ho perso il secondo treno.
Con il groppo in gola attraverso la stazione e mi siedo ai piedi di una colonna.
Deglutisco, stringo i denti, prendo il telefono, chiamo mia mamma e, imbarazzata, le chiedo di farmi lei via telefono un biglietto intero roma-venezia per andare a votare: 80 euro.
Resto seduta a terra con l'idea di un viaggio così umiliante con quel 70% mancato che mi si stringe in gola.
E ripenso, mentre il treno buca le montagne ecco qui cosa vuole dire "avere trent'anni nell'Italia2014: una vita all'insegna del lavoro culturale in un paese di merda".
Ps. A giugno ne faccio trentuno. Chissà i treni quanto costeranno...
Io non sarei andato a votare. Per protesta. E non facciamo moralismo sull'immoralità presunta di un commento come il mio: i principi sono sacrosanti ma devono tradursi in agevolazione effettiva e/o in legge applicabile all'atto pratico. Non si può andare di teoria ed eventualmente di repressione a random o di paternali per non aver compiuto l'assurdo nostro malgrado (perché, Silvia, quegli 80 euro sono costi del sistema esternalizzati su di te, dunque sono tuo malgrado). Se si fa così non ci si stupisca che tante parole, anche leggi dello Stato per non parlare delle prediche a pancia piena, sono, e temo saranno, lettera morta. Con solidarietà. Lasciali marcire sugli scranni, non ti meritano.
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