L'annuncio della riforma delle pensioni, il rincaro dell'Ici sulla prima casa, l'allungamento dell'età del lavoro, il blocco delle assunzioni, come la totale assenza di tutele e garanzie per il lavoro indipendente vennero considerate dagli storici come l'inizio del deserto del futuro. Soundtrack by Burial&Massive Attack.
2035. In una polverosa stazione di servizio tra la calabria e la lucania dove sostano i tir che trasportano armi, cocaina e pillole allucinogene dirette ai mercati delle grandi città italiane, è stata ritrovata una pagina di diario che racconta gli ultimi giorni prima dell'esplosione che atomizzò quel paese eroicamente costruito – così dicono gli storici, i demografi e i giurisperiti – sul ceto medio, il lavoro subordinato e il diritto alle pensioni.
Scartando l'involucro incrostato di polvere, leggemmo: “Nelle ore successive alla prima manovra che alzò l'età pensionabile di sei anni, dalla notte al giorno, confermando il blocco del turn-over e delle assunzioni nel pubblico, senza per questo garantire tutele e garanzie per l'ingresso al lavoro nel privato, la gabbia d'acciaio venne chiusa sulle nostre teste. E ci tolse il respiro. Era l'epoca degli esperti, professori ordinari in libera uscita, pronti a siglare un parere, una legge, una riforma e dolersene eroicamente, talvolta piangendo, altre restando rispettosamente in silenzio davanti alla distruzione”.