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Dieci associazioni dell'autotrasporto (su 11) negano
la partecipazione alla "rivoluzione del 9 dicembre".
"Quando scioperiamo noi il paese si ferma davvero" dicono
padroncini, imprenditori, lavoratori autonomi che avevano lanciato la
data del 9 dicembre ma poi, a seguito di un accordo con il governo,
l'hanno ritirata.
Il lavoro autonomo
organizzato nella logistica su gomma non fa parte dell'agitazione,
contrariamente a quanto si legge sui giornali e in rete. Ai "forconi"
viene a mancare (ma semplicemente non ci sono mai state) le partite
IVA organizzate in un segmento del quinto stato. Ci sono
mobilitazioni minoritarie nel lavoro agricolo, in particolare nei
settori che soffrono l'industrializzazione, esclusi o penalizzati dai
fondi europei o regionali a sostegno dell'agricoltura, nel Lazio e in
un paio regioni del nord ovest.
Si spiega così la presenza dei
trattori ma non dei tir in strada. La Sicilia dei famosi forconi
tace, tranne qualche agitazione a Catania. Le corporazioni
organizzate, con le loro rappresentanze, dunque si sottraggono alla
lotta per il ritorno alla "sovranità popolare"
identificata alla "sovranità monetaria", i
principali obiettivi della presunta "rivoluzione".