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lunedì 15 ottobre 2012

PISA NON E' MACONDO: E' L'AGORA' DEL LAVORO INDIPENDENTE

Pisa non è una smemorata Macondo, ma una città dove può convivere il Quinto Stato degli studenti, operatori dello spettacolo, ricercatori e precari della conoscenza con ciò che resta della classe operaia, il ceto medio impoverito e le classi subalterne.

Ci sono tracce rivelatrici di questa utopia concreta che abbiamo già vissuto, solo cinque mesi fa, a Milano con Macao e poche settimane prima a Napoli con l'ex Asilo Filangieri o il Teatro Garibaldi e i Cantieri della Zisa a Palermo, il teatro Coppola a Catania, l'Ex-Q di Sassari, il Cinema Palazzo di Roma e il S.A.L.E. di Venezia. Ad esempio l'occupazione del teatro Rossi il 27 settembre che offre un'apertura a quel blocco sociale che si è formato in una città universitaria, popolata in maggioranza da studenti fuorisede (come Padova, ad esempio), dove esistono anche centri di ricerca di un certo rilievo. Parliamo di una città dove

la produzione cognitiva e culturale è centrale eppure è una città dove in maniera artificiosa tutti questi saperi differenti di chi studia all'università, di chi fa musica o teatro restano separati. Qui invece si possono sperimentare nuove forme di sapere, di produzione culturale ma soprattutto forme nuove sdi società e del vivere insieme, di fare rete