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giovedì 1 ottobre 2015

L’ULTIMA CORVEE SI CHIAMA «BARATTO AMMINISTRATIVO»

Marco Bascetta

Lavoro gratuito. Se si ammette lo scambio diretto tra il lavoro e un debito che non può essere pagato, si attenta alla libertà della persona. Come nella Francia. Prima della rivoluzione. Capita oggi con lo «Sblocca Italia»

La macchina infernale del lavoro gratuito, saldamente piantata nel cuore del sistema-paese, si va arricchendo di un settore molto promettente nella sostituzione di quello retribuito, a vantaggio delle amministrazioni comunali.

Si tratta del cosiddetto «baratto amministrativo», fondato sull’articolo 24 del decreto Sblocca-Italia. Si prevede che singoli e associazioni possano proporre interventi, «pulizia, manutenzione, abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di interesse generale», in cambio di sconti fiscali.

Con una interpretazione alquanto estensiva, per non dire capziosa di questa generica norma, diverse amministrazioni comunali vi hanno scovato lo strumento per recuperare crediti fiscali altrimenti inesigibili. Tra i primi a sperimentare questa strada fu un comune della provincia di Novara che aveva offerto a un cittadino in arretrato con la Tasi e il canone di affitto di un appartamento comunale di sdebitarsi svolgendo gratuitamente lavori di manutenzione. L’episodio fu prontamente celebrato su diversi organi di stampa come edificante esempio di collaborazione tra cittadini e istituzioni pubbliche, come nuova forma di partecipazione, sia pure non proprio volontaria, ai bisogni della collettività.

martedì 11 marzo 2014

STATI UNITI: LA NUOVA SCHIAVITU' è IL DEBITO DEGLI STUDENTI

Capitalismo. Non solo mutui subprime. Nel 2010 il debito studentesco negli Usa ha superato quello delle carte di credito. Oggi, insieme a quella dei buoni del Tesoro l'istruzione, è la bolla speculativa più grande al mondo. Uno scenario che aspetta anche l'Italia?

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«Vuoi soldi in prestito dal governo? Non essere uno studente, sii una banca». La provocazione è venuta da una senatrice americana che nell’autunno del 2013 commentava sul proprio sito un’incredibile notizia.

Con 864 miliardi dollari in prestiti federali e 150 miliardi di dollari in prestiti privati, i debiti degli studenti Usa superano oggi 1 trilione di dollari. Gli studenti laureati, ma sempre più precari o disoccupati, non riescono a ripagare i debiti. A meno di 30 anni esiste oggi una generazione fallita, o meglio in bacarotta. Come un’azienda, oppure una banca: Lehmann Brothers, per fare un esempio. Trentasette milioni di persone, con una laurea o un diploma, non riescono a ripagare i debiti più gli interessi che hanno dovuto contrarre con autorità federali o con enti specializzati per pagare un’istruzione che nel mondo anglosassone (Canada, come in Inghilterra) si paga.

venerdì 27 aprile 2012

ABITARE LA DIASPORA DELLA CONOSCENZA

Roberto Ciccarelli - Francesca Coin

Promessa, debito, autodisciplina, svalorizzazione: questo, dunque, è il leitmotiv della bolla formativa. Dal debito studentesco all'università, da Lehman Brothers alla crisi dei mutui subprimes, stiamo osservando una proliferazione di bolle che, tanto nella conoscenza quanto nella finanza, poggiano il proprio valore nominale su una promessa: la promessa di tutele, welfare, casa e lavoro

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