Marco Bascetta
Lavoro gratuito. Se si ammette lo scambio diretto tra il
lavoro e un debito che non può essere pagato, si attenta alla libertà
della persona. Come nella Francia. Prima della rivoluzione. Capita oggi
con lo «Sblocca Italia»
La macchina infernale del lavoro gratuito, saldamente piantata nel
cuore del sistema-paese, si va arricchendo di un settore molto
promettente nella sostituzione di quello retribuito, a vantaggio delle
amministrazioni comunali.
Si tratta del cosiddetto «baratto
amministrativo», fondato sull’articolo 24 del decreto Sblocca-Italia. Si
prevede che singoli e associazioni possano proporre interventi,
«pulizia, manutenzione, abbellimento di aree verdi, piazze, strade
ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso con finalità di
interesse generale», in cambio di sconti fiscali.
Con una
interpretazione alquanto estensiva, per non dire capziosa di questa
generica norma, diverse amministrazioni comunali vi hanno scovato lo
strumento per recuperare crediti fiscali altrimenti inesigibili. Tra i
primi a sperimentare questa strada fu un comune della provincia di
Novara che aveva offerto a un cittadino in arretrato con la Tasi e il
canone di affitto di un appartamento comunale di sdebitarsi svolgendo
gratuitamente lavori di manutenzione. L’episodio fu prontamente
celebrato su diversi organi di stampa come edificante esempio di
collaborazione tra cittadini e istituzioni pubbliche, come nuova forma
di partecipazione, sia pure non proprio volontaria, ai bisogni della
collettività.
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giovedì 1 ottobre 2015
L’ULTIMA CORVEE SI CHIAMA «BARATTO AMMINISTRATIVO»
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martedì 11 marzo 2014
STATI UNITI: LA NUOVA SCHIAVITU' è IL DEBITO DEGLI STUDENTI
Capitalismo. Non solo mutui subprime. Nel 2010 il
debito studentesco negli Usa ha superato quello delle carte di credito.
Oggi, insieme a quella dei buoni del Tesoro l'istruzione, è la bolla
speculativa più grande al mondo. Uno scenario che aspetta anche
l'Italia?
***
«Vuoi soldi in prestito dal governo? Non essere uno studente, sii una banca». La provocazione è venuta da una senatrice americana che nell’autunno del 2013 commentava sul proprio sito un’incredibile notizia.
Con 864 miliardi dollari in prestiti federali e 150 miliardi di dollari in prestiti privati, i debiti degli studenti Usa superano oggi 1 trilione di dollari. Gli studenti laureati, ma sempre più precari o disoccupati, non riescono a ripagare i debiti. A meno di 30 anni esiste oggi una generazione fallita, o meglio in bacarotta. Come un’azienda, oppure una banca: Lehmann Brothers, per fare un esempio. Trentasette milioni di persone, con una laurea o un diploma, non riescono a ripagare i debiti più gli interessi che hanno dovuto contrarre con autorità federali o con enti specializzati per pagare un’istruzione che nel mondo anglosassone (Canada, come in Inghilterra) si paga.
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«Vuoi soldi in prestito dal governo? Non essere uno studente, sii una banca». La provocazione è venuta da una senatrice americana che nell’autunno del 2013 commentava sul proprio sito un’incredibile notizia.
Con 864 miliardi dollari in prestiti federali e 150 miliardi di dollari in prestiti privati, i debiti degli studenti Usa superano oggi 1 trilione di dollari. Gli studenti laureati, ma sempre più precari o disoccupati, non riescono a ripagare i debiti. A meno di 30 anni esiste oggi una generazione fallita, o meglio in bacarotta. Come un’azienda, oppure una banca: Lehmann Brothers, per fare un esempio. Trentasette milioni di persone, con una laurea o un diploma, non riescono a ripagare i debiti più gli interessi che hanno dovuto contrarre con autorità federali o con enti specializzati per pagare un’istruzione che nel mondo anglosassone (Canada, come in Inghilterra) si paga.
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venerdì 27 aprile 2012
ABITARE LA DIASPORA DELLA CONOSCENZA
Roberto Ciccarelli - Francesca Coin
Promessa, debito, autodisciplina, svalorizzazione: questo, dunque, è il leitmotiv della bolla formativa. Dal debito studentesco all'università, da Lehman Brothers alla crisi dei mutui subprimes, stiamo osservando una proliferazione di bolle che, tanto nella conoscenza quanto nella finanza, poggiano il proprio valore nominale su una promessa: la promessa di tutele, welfare, casa e lavoro
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lunedì 28 novembre 2011
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