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martedì 31 dicembre 2013

MICROCOSMI ITALIANI NEL PAESE DEI FORCONI


Aldo Bonomi

Dai territori s’avanza uno strano conflitto. Senza luoghi idealtipici, la fabbrica, il quartiere, senza un mestiere, una professione, una classe egemone. Senza rappresentanze codificate e riconosciute. Molecolare, diffuso. Più da rondò e casello autostradale che da manifestazione tumultuosa che attraversa il centro delle città. A bassa intensità. Se si escludono quelli che vogliono cavalcare la piazza nella logica sterile dei violenti senza popolo, a cui non par vero di vedere un popolo. Ma ad alta intensità interrogante per la crisi della politica e della rappresentanza. Sono i forconi. Io li definisco il popolo del NON PIU. Che non ce la fa più.

So che la parola popolo è una parola impegnativa per definire una moltitudine: la massa priva del sistema ordinatorio delle classi a cui eravamo abituati. Quindi capisco chi si è affrettato sbrigativamente a definirli populismo. Togliendo loro anche la dignità di essere un magma dove ribolle la questione sociale. Il disagio sociale di una crisi che una metafora radicale vede come l’1% di salvati e il 99% di sommersi. O più banalmente l’apparire nel 2013 dei costi sociali di una crisi che nel suo non finire scava nel profondo della composizione sociale e produttiva del paese. 

mercoledì 19 dicembre 2012

L'ESPERIENZA DELLA POVERTA' SECONDO L'ISTAT

Povertà sociale, economica e formativa. Sono alcune delle possibili declinazioni della privazione di esperienza, di benessere, e di futuro che sta vivendo l’Italia giunta ormai al quarto anno di crisi. Nell’annuario statistico dell’Istat emerge il ritratto (fotografato tra il 2010 e il 2011) del paese più vecchio al mondo, dove la mobilità sociale è un’utopia, la disoccupazione colpisce 1 milione di under 35, e il declino del lavoro dipendente si è fatto irreversibile, senza che nessuno abbia preso in seria considerazione la necessità di tutelare il lavoro intermittente, precario o autonomo. Al centro della crisi, l'esplosione della bolla formativa. Comprenderla, OGGI, significa scoprire che in questa povertà c'è un pieno di potenzialità. (CONTINUA A LEGGERE).