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lunedì 1 luglio 2013

PIERGIOVANNI ALLEVA: "PERCHE' IL PACCHETTO LAVORO DI LETTA MOLTIPLICHERA' LA PRECARIETA'"

Piergiovanni Alleva, giurista del lavoro, già responsabile della consulta della Cgil, è carico come una pila. Il decreto Letta sul lavoro che riforma i contratti a termine, sui quali era intervenuta appena un anno fa l’ex ministro Elsa Fornero, proprio non riesce a digerirlo. Per lui «è un monumento equestre all’ipocrisia nazionale». La sua indignazione l’ha esposta per filo e per segno in una lettera aperta indirizzata al segretario pro tempore del Pd Guglielmo Epifani, che conosce bene dopo anni di collaborazione in Cgil, quando Epifani faceva il segretario generale. Per Alleva, appoggiando il governo Letta, il Pd avrebbe «mascherato il più micidiale attacco mai portato ai diritti dei lavoratori come semplice misura di supporto all’occupazione giovanile».

Professor Alleva, come mai trova così «ipocrita» questo decreto?
Nell’articolo 2 si parla del contratto a termine come una misura temporanea valida fino al 2016. Si prevede che solo il 5% di questi contratti possa essere «acausale», cioé che il termine automatico di scadenza potrebbe essere apposto al contratto anche senza una ragione specifica o causa. Inoltre si prevede che il primo contratto duri non più 12 ma 18 mesi. Viene considerata una misura temporanea che aumentare l’occupazione. L’articolo 6 è il piatto forte perché cancella il divieto di proroga a questo contratto. Quindi, in sostanza, il primo contratto può essere prorogato fino a 24 mesi e dopo l’azienda può prendere un altro lavoratore e fargli fare la stessa trafila. Poi arriva la misura davvero ipocrita: l’acausalità generale viene ammessa purchè sia stabilita in contratti collettivi, firmati dai sindacati rappresentativi, a qualsiasi livello compreso quello aziendale.