"Zero
ore" significa che i lavoratori devono essere reperibili in ogni momento
dall'azienda che deve soddisfare una commessa. Turning Point li usa per servire pranzo e cena alle mense dei
poveri, per garantire l'assistenza ai tossicodipendenti o ai malati mentali e
persuadere gli alcolisti a smetterla con la bottiglia. Chi accetta di lavorare
a zero ore lo fa per poche settimana, seguite da pause lunghe, per poi tornare
a lavorare. Senza riconoscimento della malattia, delle ferie, di
un'assicurazione contro gli infortuni, insomma dei diritti fondamentali
garantiti ai lavoratori dipendenti, come anche quelli a "termine".
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martedì 13 agosto 2013
SCHIAVI A BUCKINGHAM PALACE: ZERO ORE, ZERO CONTRATTI, ZERO FUTURO
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Roberto Ciccarelli
lunedì 1 luglio 2013
PIERGIOVANNI ALLEVA: "PERCHE' IL PACCHETTO LAVORO DI LETTA MOLTIPLICHERA' LA PRECARIETA'"
Professor Alleva, come mai trova così «ipocrita» questo decreto?
Nell’articolo 2 si parla del contratto a termine come una misura temporanea valida fino al 2016. Si prevede che solo il 5% di questi contratti possa essere «acausale», cioé che il termine automatico di scadenza potrebbe essere apposto al contratto anche senza una ragione specifica o causa. Inoltre si prevede che il primo contratto duri non più 12 ma 18 mesi. Viene considerata una misura temporanea che aumentare l’occupazione. L’articolo 6 è il piatto forte perché cancella il divieto di proroga a questo contratto. Quindi, in sostanza, il primo contratto può essere prorogato fino a 24 mesi e dopo l’azienda può prendere un altro lavoratore e fargli fare la stessa trafila. Poi arriva la misura davvero ipocrita: l’acausalità generale viene ammessa purchè sia stabilita in contratti collettivi, firmati dai sindacati rappresentativi, a qualsiasi livello compreso quello aziendale.
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