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martedì 11 marzo 2014

CHE NOVITA': LA LAUREA SERVE, DOPO 5 ANNI DI PRECARIATO

Bisogna usare con cura i dati sulla condizione occupazionale dei laureati diffusi ieri a Bologna da Almalaurea, il consorzio interuniversitario che riunisce 64 atenei italiani. Nel XVI rapporto che ha coinvolto quasi 450 mila laureati post-riforma emergono due elementi fondamentali: il primo è che, rispetto al quinquennio 2008-2013, la crisi ha colpito i laureati triennali non iscritti ad un altro corso di laurea, tra i quali la disoccupazione è cresciuta di quasi quattro punti percentuali, dal 23% al 26,5%.

La recessione ha fatto una strage tra i neodiplomati tra i 18 e i 29 anni (+14,8% disoccupati), 5,8% tra i diplomati «più anziani», mentre tra i neolaureati è al 6,5% e tra i laureati +2,9%. Tra il 2007 e il 2013 il differenziale tra la disoccupazione dei neolaureati e dei neodiplomati è passato da 2,6 punti a favore dei primi a 11,9 punti percentuali.

Il secondo dato è che, dopo cinque anni, la laurea diventa un argine contro la disoccupazione dilagante, anche se è meno efficace rispetto ad altri paesi. La condizione occupazionale dei laureati tende infatti a migliorare, la stabilità del lavoro e il reddito registra un miglioramento, pur attestandosi su 1400 euro mensili (1358 euro per i triennali,1383 per i magistrali), una media modesta ma comune ai salari italiani. Se invece si misura l'occupazione dopo un anno dalla laurea i dati sono ben più drammatici e dimostrano l'ostilità del mercato del lavoro rispetto ai più giovani. Lo si capisce dalle retribuzioni ad un anno dalla laurea che si attestano sui mille euro netti mensili (1003 per il primo livello, 1038 per i magistrali, 970 per i magistrali a ciclo unico).

mercoledì 9 gennaio 2013

UNA REPUBBLICA FONDATA SUL RICATTO DEI MCJOB



641mila giovani senza un posto, è il record assoluto tra i 15 e i 24enni Per l'Istat uno su tre non lavora, ma nessuno parla di reddito minimo. Questa è la cronaca di un'ordinaria disinformazione a partire dai dati mensili dell'Istat sulla disoccupazione giovanile. Un piccolo, grande, classico nell'Italia sepolta dal gelo dell'austerità, e del precariato che sconfina nell'inoccupazione. 

Alle dieci di ieri mattina gli uffici dell'Istituto nazionale di statistica comunicano i dati sull'occupazione a novembre 2012. Il numero dei disoccupati, pari a 2 milioni 870 mila, registra un lieve calo (-2 mila) rispetto a ottobre. La diminuzione della disoccupazione riguarda la sola componente femminile. Bene, finalmente una notizia positiva, anche perchè l'occupazione femminile tra i 15 e i 29 anni è sceso al minimo astorico tra aprile e giugno dell'anno scorso: meno di una donna su due (il 16,9%) lavora in Italia. Segno negativo sul tasso d'occupazione maschile che a novembre è sceso al 66,3%, il livello più basso dal quarto trimestre del 1992. Tra il 2007 e il 2012 gli uomini al lavoro sono diminuiti di 746.000 unità. 

giovedì 21 giugno 2012

DDL FORNERO: CHIAMATELA RIFORMA "DAMIANO-TREU"




Giuseppe Allegri*

Converrà chiamare “Riforma Damiano-Treu” il Disegno di legge sul “mercato del lavoro” attualmente in discussione alla Camera dei Deputati e comunemente definito “Riforma Monti-Fornero”, soprattutto dinanzi all'inspiegabile urgenza di una sua approvazione a tappe forzate, che i due parlamentari del PD, Relatori della legge, l'uno – Tiziano Treu – al Senato, l'altro – Cesare Damiano – alla Camera, hanno sapientemente inserito nelle corsie preferenziali di lavori parlamentari altrimenti immobili e rissosi. 

«Devo arrivare al Consiglio europeo del 28 giugno con la riforma del mercato del lavoro, altrimenti l'Italia perde punti». Quella riforma del Welfare «presto verrà rivalutata anche da coloro che, pur avendola confezionata partecipando alle consultazioni, ora la criticano». Così si è espresso, lapidario e proverbiale, il Premier di unità nazionale Mario Monti lo scorso sabato 16 giugno, ospite de “La Repubblica delle idee”. 

Evidentemente dicono molte verità queste due affermazion:

Da una parte la consapevolezza che l'unica “riforma” che questo Governo agonizzante può incassare è quella sul “mercato del lavoro in una prospettiva di crescita”, come recita il DdL presentato mesi fa al Senato da Fornero e Monti. Sembra un titolo beffardo per un Paese che entra nel quarto trimestre consecutivo di recessione, in cui l'unica cosa che cresce è la disoccupazione, prossima all'11%, mentre quella giovanile è già intorno al 35%. Sicuramente è un successo assai misero per una maggioranza governativa da grande coalizione, chiamata ad approvare “riforme di struttura” e “salvare il Paese”.

Dall'altra la certezza che le parti sociali - il patto dei produttori, di sindacati confederali e Confindustria – hanno contribuito attivamente in sede di mediazione parlamentare del testo (soprattutto tramite il Relatore al Senato, l'on. Tiziano Treu e la sua sapiente mannaia taglia-emendamenti) ed ora fingono – invero in modo assai timido – un'opposizione di facciata, dinanzi al precipitare delle condizioni di vita e sopravvivenza delle persone, ancor prima di poterle pensare “forza lavoro”.

martedì 17 aprile 2012

SIAMO NOI IL QUINTO STATO: SENZA SINDACATI O PATTI SOCIALI DA DIFENDERE


Un terzo della forza lavoro attiva – condannato alla povertà e al rischio di esclusione sociale, forse alla sparizione vera e propria, dentro una crisi infinita – che si affianca ai tre milioni già materialmente fuori dal contratto di lavoro, perché disoccupati e/o inoccupati. Eppure gli autonomi, le indipendenti, gli intermittenti e le precarie sono dentro al “mercato del lavoro” – seppure in modo atipico.


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Qualche giorno fa tutti a strapparsi i capelli. Il bollettino mensile della Banca Centrale Europea tornava a ricordarci che già nell'ultimo trimestre del 2011 l'occupazione nei Paesi dell'Euro-zona era diminuita. "Le condizioni nei mercati del lavoro dell'area-euro continuano a deteriorarsi. La crescita dell'occupazione è rimasta negativa mentre è proseguito l'aumento del tasso di disoccupazione". Quindi: "le indagini congiunturali anticipano un ulteriore peggioramento nel breve termine" dei tassi di disoccupazione. Siamo a oltre il 10,8% di disoccupazione nei Paesi dell'area-euro, con quella giovanile (under-25) che si spinge fino quasi al 22%. E andrà sempre peggio.  

giovedì 2 febbraio 2012

OMORITMIA: LO HUMOR NERO SUL POSTO FISSO

mercoledì 1 febbraio 2012

MONDO NEET

giovedì 12 gennaio 2012

REDDITO DI BASE: L'ANTIDOTO CONTRO IL GENOCIDIO ITALIANO


Giuseppe Allegri

Il governo Monti proporrà nuovi ammortizzatori sociali e la ministra Fornero è una fan del reddito minimo (ma condizionato). I sindacati, un tempo fieramente contrari, oggi ne parlano, ma anche loro mettono condizioni. Tutti parlano di un reddito condizionato dall’obbligo di accettare qualunque attività lavorativa. Confindustria nega che ci siano "troppi precari" e "non è vero che ci sono troppi contratti atipici". Proponiamo la recensione all'ultimo libro di Giuseppe Bronzini, l'unico a prospettare soluzioni chiare, realistiche e giuste contro il genocidio di un terzo della forza-lavoro attiva in Italia.

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È da segnalare con estrema attenzione e interesse il volume di Giuseppe Bronzini, Il reddito di cittadinanza. Una proposta per l’Italia e per l’Europa, perché non avrebbe potuto esserci momento più adatto per la sua pubblicazione, nel pieno di una crisi che diffonde povertà e insicurezza, con le timide proposte di un Governo, come quello Monti-Napolitano, che vorrebbe tenere insieme equità e rigore di bilancio, evocando sacrifici e «riforma del ciclo di vita», ma anche l’introduzione di «un reddito minimo garantito per chi è senza lavoro» (in tutti e due i casi è il Ministro del Lavoro Elsa Fornero a parlare). 

lunedì 5 dicembre 2011

SALVA ITALIA, SACRIFICI MA NON PER TUTTI

Roberto Ciccarelli

Storia di Angelo Guerrera, eroe civile, funzionario della Corte di Conti di Palermo. La denuncia dei 41.901 trattamenti pensionistici che superano gli stipendi dei lavoratori omologhi in servizio continuerà anche dopo il passaggio al sistema contributivo annunciato dal neo-ministro del Welfare Elsa Fornero: "Ma perchè riformiamo sempre il futuro di questo paese e non razionalizziamo la legislazione in vigore?"


Di estrazione popolare, e di solide convinzioni costituzionali, il dipendente della Corte dei Conti Angelo Guerrera è un eroe civile del nostro tempo. Nell’ultimo decennio, almeno 3 o 4 volte all’anno, prende un aereo da Palermo e sbarca a Roma. Modesto, competente e determinato, spende per ogni viaggio non meno di 150 euro a fondo perduto. «Non c’è valutazione economica personale che può impedirmi di perseguire una finalità di valore superiore – spiega - difendere il futuro pensionistico di questo paese e dei suoi giovani». Abbiamo incontrato questo funzionario di 41 anni, elegante e dall'eloquenza ben tornita, al teatro Valle occupato, ultima tappa della sua epopea. E' arrivato da un paio d'ore: "ho conosciuto questa esperienza - dice - ascoltando l'intervista che un'attrice ha rilasciato a "In mezz'ora" di Lucia Annunziata. Mi sono reso conto che queste persone hanno ben presente la situazione di questo paese". Spiega ad una larga platea il sistema pensionistico, e cosa verrà riservato agli intermittenti e ai precari il giorno (remoto) della loro pensione.