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domenica 22 marzo 2015

LA SCONVENIENTE VERITA' PER UNA START UP: IL LAVORO SI PAGA

Roberto Ciccarelli

Sharing Economy. Class Action, auto-organizzazione, nuovo sindacalismo. Sono gli strumenti che hanno permesso ai tassisti di Uber e Lyft di vedersi riconosciute le spese, i contributi e le tutele fondamentali da queste aziende. Come organizzare i non organizzabili. Negli Stati Uniti. E da noi -  Pubblicato su Lavoro Culturale

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In collaborazione con BOOK PRIDE, un contributo in vista dell’incontro SHARING, COWORKING E MUTUALISMO: IL LAVORO DELLA CONOSCENZA SI AGGREGA,  a Milano, sabato 28 marzo, dalle ore 17:15 alla Sala Ornitorinco di Via Piranesi 10. 

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I due colossi della “App-economy” Uber e Lift, non sono riusciti a convincere i giudici federali del distretto di San Francisco che i loro autisti sono “contrattisti indipendenti”, cioè freelance ingaggiati a richiesta o su commissione per guidare i loro taxi. Questi autisti sono invece dipendenti mascherati. In due sentenze che avranno un grande impatto sulle imprese della “economia della condivisione” (sharing economy) nella Silicon Valley, i giudici hanno imposto a Uber e Lift di chiarire la natura subordinata di un rapporto di lavoro che si presenta come autonomo.

È il risultato di una class-action degli autisti impiegati del nuovo capitalismo on demand. la loro azione ha ottenuto il rimborso spese, incluso il costo della benzina e della manutenzione dei veicoli con i quali lavorano, da parte di queste aziende. Fino ad oggi, infatti, questi costi sono stati scaricati sulle loro spalle, insieme al pagamento dei contributi per la sicurezza sociale, quello della disoccupazione, oltre naturalmente ai compensi che gli autisti devono guadagnare solo dalle loro chiamate. Lo scenario è lo stesso in Europa, e in Italia, per buona parte del lavoro autonomo o precario.

A chi lavora spettano i costi del suo lavoro fatto per le aziende. Alle aziende la moltiplicazione dei profitti. Uber ha guadagnato più di 4 miliardi di dollari da società di capitali di rischio, come Benchmark o Google Ventures, portando il valore dell’azienda a 41 miliardi di dollari. E’ la start up più apprezzata negli Stati Uniti. Lyft ha guadagnato “solo” 331 milioni di dollari da Andreessen Horowitz, Founders Fund, e altri investitori. La sproporzione tra i redditi dei lavoratori e quelli dei manager, come tra il valore del lavoro e quelle delle start up è ormai tradizione nel nuovo capitalismo. San Francisco,il cuore dell’industria High Tech degli stati Uniti, oggi registra il più alto tasso di crescita delle diseguaglianze tra i redditi, una frattura pari solo a quella del Ruanda.