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giovedì 10 marzo 2016

MOLTO SMART, POCHI DIRITTI, FUTURO DA SCRIVERE: VITA DA FREELANCE A BELLISSIMA FIERA, MILANO


BELLISSIMA FIERA A MILANO: PALAZZO DEL GHIACCIO. DA VENERDI 18 MARZO A DOMENICA 20 MARZO: TRE GIORNI DEDICATI ALLA VITA DA FREELANCE. LIBRI, DIRITTI, SHARING ECONOMY, MUTUALISMO 2.0

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Che succede al lavoro autonomo? Oggi c'è un fatto nuovo: la politica, i sindacati, i giornali sembrano averlo scoperto. Per la prima volta si parla di diritti. Le partite Iva sono considerati lavoratori. E' una novità: fino ad oggi sono stati trattati come imprese con la fattura incorporata.

In parlamento si discute di un "Jobs Act delle partite Iva", la politica interloquisce con le associazioni dei freelance, la Cgil presenta una carta dei diritti sul lavoro. Freelance, liberi professionisti e sindacati nuovi e tradizionali prendono parola, si associano in nuove coalizioni e scrivono i loro diritti.

Alla tre giorni di Bellissima Fiera un mondo che è cambiato e cambiera ancora.

* VENERDI' 18 MARZO ORE 18: IL QUINTO STATO: PERCHE' IL LAVORO INDIPENDENTE E' IL NOSTRO FUTURO
SALA PIRANESI, PALAZZO DEL GHIACCIO


La bella storia de Il Quinto Stato: un libro attualissimo, mandato al macero da Ponte alle Grazie viene ripresentato da mesi dai lettori in tutta Italia, sostenuto dalla campagna MaceroNo, reinterpretato alla luce della decisione del governo Renzi di varare un "Jobs Act per le partite Iva" o dei progetti di legge sulla sharing economy. Il racconto di un caso-simbolo nell'editoria italiana oggi continua in altre forme. L'incontro a Belissima sarà l'occasione di  presentare l'evoluzione delle ricerche sul quinto stato nel libro di Giuseppe Allegri e Giuseppe Bronzini "Libertà e lavoro dopo il Jobs Act" (DeriveApprodi) a cui il sociologo Aldo Bonomi ha partecipato.

*** Storia di un libro: Il quinto stato salvato dal macero

***Dal macero alla proposta: la carta dei diritti del quinto stato


* SABATO 19 MARZO: SCOPRIAMO LE CARTE: 
 ORE 11, BALCONATA, PALAZZO DEL GHIACCIO, MILANO

 

Aria nuova per noi freelance e partite Iva. È nata la carta dei diritti della coalizione 27 febbraio, la prima rete in Italia composta da freelance, sindacati e associazioni. In parlamento si parla di noi, il governo ha varato una proposta, la Cgil promuove la carta dei diritti universali del lavoro e molti altri si preparano a prendere parola. Una nuova stagione di rivendicazioni parte dal confronto. Lo faremo a Milano, scoprendo le carte.

*** Le associazioni riunite nella coalizione 27 febbraio

***La carta dei diritti della coalizione 27 febbraio (il testo)

*** Scriviamo insieme i diritti del lavoro autonomo. Cosa succede in Italia

* DOMENICA 20 MARZO: MUTUALISMO 2.0: 
LE ALTERNATIVE NELLA SHARING ECONOMY, ORE 11,30, PALAZZO DEL GHIACCIO 



L’economia collaborativa e della condivisione (sharing economy) non è riducibile allo scontro tra liberalizzazione e corporativismo come nel caso Uber-tassisti in Francia o in Italia, nè alle piattaforme dei servizi on demand o dell'e-commerce (Amazon, Airbnb ecc) come sembra emergere nella proposta di legge presentata in parlamento. Tiziana Terranova e Roberto Ciccarelli parleranno con Trebor Scholz, autore di un libro che apre gli orizzonti e parla delle alternative del futuro: "platform cooperativism". Che cos'è la cooperazione di piattaforma?

*** Cooperazione 2.0. Le alternative nella sharing economy

Grafica e immagini: Francesca Rossi

Bellissima – libri e cultura indipendente
18-20 marzo 2016
Palazzo del Ghiaccio ‪#‎Milano‬
www.bellissimafiera.it
ingresso 2€
Orari: Venerdì 14-22
Sabato e domenica 10-22

domenica 22 marzo 2015

LA SCONVENIENTE VERITA' PER UNA START UP: IL LAVORO SI PAGA

Roberto Ciccarelli

Sharing Economy. Class Action, auto-organizzazione, nuovo sindacalismo. Sono gli strumenti che hanno permesso ai tassisti di Uber e Lyft di vedersi riconosciute le spese, i contributi e le tutele fondamentali da queste aziende. Come organizzare i non organizzabili. Negli Stati Uniti. E da noi -  Pubblicato su Lavoro Culturale

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In collaborazione con BOOK PRIDE, un contributo in vista dell’incontro SHARING, COWORKING E MUTUALISMO: IL LAVORO DELLA CONOSCENZA SI AGGREGA,  a Milano, sabato 28 marzo, dalle ore 17:15 alla Sala Ornitorinco di Via Piranesi 10. 

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I due colossi della “App-economy” Uber e Lift, non sono riusciti a convincere i giudici federali del distretto di San Francisco che i loro autisti sono “contrattisti indipendenti”, cioè freelance ingaggiati a richiesta o su commissione per guidare i loro taxi. Questi autisti sono invece dipendenti mascherati. In due sentenze che avranno un grande impatto sulle imprese della “economia della condivisione” (sharing economy) nella Silicon Valley, i giudici hanno imposto a Uber e Lift di chiarire la natura subordinata di un rapporto di lavoro che si presenta come autonomo.

È il risultato di una class-action degli autisti impiegati del nuovo capitalismo on demand. la loro azione ha ottenuto il rimborso spese, incluso il costo della benzina e della manutenzione dei veicoli con i quali lavorano, da parte di queste aziende. Fino ad oggi, infatti, questi costi sono stati scaricati sulle loro spalle, insieme al pagamento dei contributi per la sicurezza sociale, quello della disoccupazione, oltre naturalmente ai compensi che gli autisti devono guadagnare solo dalle loro chiamate. Lo scenario è lo stesso in Europa, e in Italia, per buona parte del lavoro autonomo o precario.

A chi lavora spettano i costi del suo lavoro fatto per le aziende. Alle aziende la moltiplicazione dei profitti. Uber ha guadagnato più di 4 miliardi di dollari da società di capitali di rischio, come Benchmark o Google Ventures, portando il valore dell’azienda a 41 miliardi di dollari. E’ la start up più apprezzata negli Stati Uniti. Lyft ha guadagnato “solo” 331 milioni di dollari da Andreessen Horowitz, Founders Fund, e altri investitori. La sproporzione tra i redditi dei lavoratori e quelli dei manager, come tra il valore del lavoro e quelle delle start up è ormai tradizione nel nuovo capitalismo. San Francisco,il cuore dell’industria High Tech degli stati Uniti, oggi registra il più alto tasso di crescita delle diseguaglianze tra i redditi, una frattura pari solo a quella del Ruanda.

domenica 22 febbraio 2015

LA VITA AGRA(TIS)

Giuseppe Allegri, Roberto Ciccarelli

Precario, a tempo indeterminato, free lance, autogestito, autoprodotto. Ricattabile, flessibile, sfruttato. A volte semplicemente gratuito. Imprigionato nel caporalato, mascherato, interinale. Confuso con i tempi di vita, isolato e sempre meno sindacalizzato. Il lavoro è cambiato per tutti. E cerca un nuovo futuro dov’è protagonista il quinto stato. Questo è il progetto dei racconti del lavoro invisibile

Pubblicato su Lavoro Culturale

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Il lavoro non è finito. È diventato infinitamente più povero. Si sopravvive con l'odiosa sensazione di essere al lavoro per altri, raramente per sé, mentre il reddito è inconsistente e aleatorio. La vita è messa al lavoro: gratuitamente. C’è tuttavia un aspetto che passa inosservato: anche quando si è inoccupati o disoccupati, oggi si produce ricchezza.

E’ la condizione del quinto stato al centro del progetto di racconti del lavoro invisibile. Per invisibile qui s'intende “impercepibile per la legge” e “indecifrabile ai codici del mercato”. Questo lavoro che ha distrutto i vecchi perimetri, colonizzando la vita, è “invisibile” perché mette in discussione con una radicalità mai vista l'antica partizione tra diritto pubblico (sul quale è concepito il lavoro subordinato) e il diritto privato (sul quale è concepito il lavoro autonomo).

Risultato: cresce una “zona grigia” dove vengono meno i confini tra la subordinazione salariale e l'impresa, come quelli tra Stato e mercato. Anche l'immagine di un soggetto generale del lavoro – ad esempio la classe operaia – sfuma. Fu a questa teoria che un tempo vennero consegnate alcune chiavi del progetto di emancipazione della società alienata. La rivoluzione femminista, si legge in questo progetto, smascherò quanto poco universale, e molto escludente, ci fosse in queste convinzioni.

domenica 15 febbraio 2015

LA RIVOLUZIONE DEL LAVORO



Come i freelance ricreano il mutualismo in Francia, Olanda, Stati Uniti. E in Italia.

Roberto Ciccarelli

Il 9 dicembre 2014 quattro società cooperative e partecipative (SmartFr, Coopaname, Oxalis, Grands Ensemble) e una società cooperativa di interesse collettivo (Vecteur Activités) si sono associate e hanno creato Bigre!, una società mutualistica di lavoro in Francia. È il primo esperimento transnazionale (tra Francia e Belgio), autogestito su base cooperativa da lavoratori autonomi, composto da una rete che intende garantire uno scambio mutualistico sulla gestione fiscale, protezione sociale, auto-finanziamento e tutela dei diritti dei lavoratori intermittenti o indipendenti.

Nate dai movimenti della cooperazione per l'attività e per l'impiego (Cae), una realtà politico-economica ispirata al socialismo auto-gestionario e critica rispetto alle politiche neoliberiste del lavoro ispirate all' “imprenditore di se stesso” negli anni Novanta del XX secolo, Coopaname, Oxalis, Grands Ensemble, Vecteur Activités si sono unite alla filiale francese di Smart, un gruppo mutualistico fondato in Belgio nel 1998 per tutelare gli interessi degli artisti, dei tecnici e dei lavoratori intermittenti dello spettacolo che oggi conta su 60 mila associati in tutta Europa (una sede esiste anche in Italia, a Milano).

L'obiettivo di Bigre! è realizzare un progetto politico per rifondare la solidarietà interprofessionale e la cooperazione produttiva, respingendo la mercificazione delle aspirazioni a lavorare e a organizzarsi in maniera diversa. Le categorie coinvolte in questa nuova forma della cooperazione e dell'auto-organizzazione del quinto stato sono: giardinieri, informatici, interpreti, giornalisti, prestatori d'opera, freelance, pastori, consulenti, carpentieri, artigiani, tecnici dello spettacolo, specialisti del commercio online, autori, stagionali. In altre parole: lavoratori non salariati, ma indipendenti, intermittenti, con o senza partita Iva (o forme di lavoro analoghe in Francia o in Belgio).

martedì 27 gennaio 2015

LA GUERRA DI TSIPRAS

Alexis Tsipras, Teatro Valle, allora occupato, Febbraio 2014
Roberto Ciccarelli

"La vittoria di Syriza si spiega con la proposta di un nuovo spazio politico in Europa. Né liberale, né socialdemocratico, tale spazio non è mai esistito dalla creazione dell’Europa unita a oggi. L’affermazione di Podemos in Spagna alle elezioni di novembre potrebbe rafforzarlo. 

Il voto a Syriza è trasversale. Ci sono i poveri e i disoccupati, il ceto medio, e poi la generazione precaria ispirata alla “fiducia in se stessi, alla creatività, alla propensione a trattare la vita come un esperimento”. Sulle sue spalle gli oligarchi hanno scaricato il peso dell'austerità che non intendono pagare. Syriza incarna oggi la possibilità di una rappresaglia contro la loro corruzione. 

L'appello ai ricercatori e alla “Grecia della creatività”, rivolto da Tsipras nel discorso di domenica 25 gennaio, è rivelatore. Perché questa è la base dell' "economia sociale" e del mutualismo che si sono affermati in Grecia negli ultimi terribili cinque anni.

sabato 27 dicembre 2014

LEGGE DI STABILITA': AI FREELANCE NON RESTA CHE LA COALIZIONE

Sergio Bologna

Cari amici di Acta, cari colleghi,

il governo Renzi e la maggioranza parlamentare che lo sostiene – malgrado i non pochi amici che abbiamo là dentro, anche tra l’opposizione – ci ha bastonati più di quanto avessero fatto Prodi, Berlusconi e Monti. Ormai è chiaro che siamo un bancomat al quale è difficile rinunciare per chi cerca di cavar soldi dai cittadini dovunque può (e si vanta di diminuire le tasse).

Qualcuno di noi potrebbe pensare di rifarsi con una resa dei conti elettorale ma questo governo, a mio avviso, non ha nessuna intenzione di andare alle elezioni prima del 2017. Avrà tutto il tempo quindi di bastonarci ancora di più e noi dovremo subire, anche se le posizioni di Acta sono state condivise dal più ampio fronte di freelance mai costituito.

Dovremo subire noi ma dovranno subire anche tanti altri corpi intermedi, primi tra tutti i tre sindacati. Molte rappresentanze d’interessi verranno semplicemente cancellate, vedi Camere di Commercio. Questo governo ha avuto il mandato di bypassare l’apparato corporativo e consociativo su cui si è retta la nostra confusa e clientelare democrazia.  

venerdì 3 ottobre 2014

COSA FANNO I SINDACATI CON I PRECARI E I POVERI IN INDIA E NEGLI STATI UNITI (MA NON IN ITALIA)


Roberto Ciccarelli

La rissa tra Renzi e la Cgil sulla vita dei precari e l'articolo 18: "Cosa avete fatto sui precari?" chiede il primo che dirige il partito che ha inventato il precariato in Italia. Cgil è invece in grande difficoltà e non ha argomenti contro chi l'accusa di essere il sindacato del lavoro dipendente e dei pensionati.

Questo dibattito strumentale, polarizzato dalla crociata surreale e interessata contro l'articolo 18, ignora la realtà più grande dell'auto-organizzazione di chi si è posto veramente il problema nell'ultima generazione negli Usa o in India, ad esempio.


Sindacati, auto-organizzazione, mutualismo e consorzi politici: cartografia del quinto stato al tempo dell’assalto al ceto medio e della povertà generalizzata

Cartografia del quinto stato: sindacati,mutualismo e consorzi politici


venerdì 9 maggio 2014

IL RITORNO DEL MUTUALISMO IN ITALIA: IL FUTURO E' PARTECIPAZIONE

La società di mutuo soccorso "Insieme Salute" compie vent'anni. Negli anni della crisi ha aumentato i suoi soci. Il progetto della mutua "Elisabetta Sandri" rivolto ai lavoratori indipendenti esclusi dal Welfare statale

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Gli iscritti alle società di mutuo soccorso sono aumentati in quattro anni del 70%. Nel 2010 erano poco meno di 600 mila. Secondo la Federazione Italiana Mutualità Integrativa Volontaria (FIMIV), oggi sono arrivati a quasi un milione. Un record impressionante prodotto dagli oltre 15 miliardi di tagli alla sanità pubblica dal 2010 ad oggi imposti dalle politiche di austerità e dal drastico peggioramento della condizione economica delle famiglie.

Nell’ultimo quinquennio sono nate oltre cento società di mutuo soccorso. Un accordo tra FIMIV e Confcooperative ha disposto che la mutualità sia finanziata dalle banche di credito cooperativo operanti in tutto il territorio nazionale, dalla Lombardia alla Puglia. Un altro fronte di sviluppo è quella dei contratti nazionali. Sono almeno cinquanta i rinnovi che prevedono forme di mutualità. Ci sono fondi che interessano gli operatori del commercio, i chimici o i metalmeccanici.

Ad avere influito sul rinnovato sviluppo del mutualismo sono state due decisioni. Dal 2008 due decreti varati dal governo prodi e poi da quello Berlusconi hanno autorizzato l'istituzione dei Fondi sanitari integrativi, in attuazione della riforma sanitaria del 1999. Una legge del 2012 ha poi aggiornato la normativa sul mutuo soccorso che risaliva al 1886 disponendo alcune norme fiscali per favorire la deducibilità delle spese per l'assistenza sanitaria integrativa per le aziende che la prevedono per i propri dipendenti (3600 euro circa a persona). Secondo la Fimiv le persone coinvolte nel welfare aziendale superano oggi i 14 milioni. Dieci anni fa erano non più di 3 milioni.

mercoledì 2 aprile 2014

IL LAVORO E' INTERMITTENTE, LA MIA VITA NO

Giuseppe Allegri

È un libro collettivo, polifonico e dissonante, questo Come un paesaggio. Pensieri e pratiche tra lavoro e non lavoro, curato da Sandra Burchi e Teresa Di Martino (Iacobelli editore, p. 225, 14,90 euro). Collettivo e polifonico perché presenta quasi una ventina di interventi di ricercatrici, studiose, attiviste, femministe intorno al nodo lavoro/non lavoro. Si parte con Carole Pateman e si giunge al collettivo romano Diversamente occupate, per prendere i due saggi di apertura e chiusura. Dissonante perché si situa volutamente fuori dal coro della retorica lavorista, familista e paternalista che ammorba l'aria del discorso pubblico appena si comincia a parlare di lavoro e della sua mancanza. Soprattutto dinanzi al recente Decreto Poletti-Renzi di definitiva precarizzazione delle forme del lavoro e in attesa della legge delega sul JobsAct

domenica 27 ottobre 2013

CASE, FABBRICHE, COWORKING: UTOPIE CONCRETE IN CITTA'

Ex Colorificio di Pisa, 26 ottobre 2013
L'ex colorificio di Pisa, occupato il 20 ottobre 2012, è stato sgomberato ieri dopo 9 ore e 10 minuti di resistenza pacifica. Lo spazio dell'ex fabbrica di vernici, rigenerato dalla partecipazione di migliaia di persone in una moderna agorà, è tornato ad essere il regno di topi e piccioni. 

Cronaca di uno sgombero

Quest'area di 14 mila metri quadri, a due passi dalla Torre pendente, rischia di essere stravolta da una speculazione che la trasformerà in una zona residenziale. Contro questo progetto si sono opposte le trenta associazioni che per un anno hanno dato vita all'esperimento del «municipio dei beni comuni». Lo sgombero è stato ordinato il 20 settembre scorso dal Tribunale di Pisa ed è iniziato alle 8,20 del 26 ottobre alla presenza del questore Gianfranco Bernabei. 

Ex Colorificio di Pisa, nel 2012
Nella notte si sono barricate all'interno 250 persone. Dopo avere scardinato il portone d'ingresso, la lavagna del corso d'italiano per i migranti è stata portata sulla strada. La polizia è entrata nell'aula delle lezioni, mentre una delle volontarie svolgeva la lezione su come si ottiene un permesso di soggiorno in Italia. Poi è toccato agli artigiani sgomberare i loro attrezzi e macchinari da uno dei vasti capannoni che sono stati trasfigurati nell'aspetto e nell'uso. Subito dopo è venuto il turno degli «equilibri precari», un gruppo di arrampicatori che ha costruito con le proprie mani una gigantesca parete, l'unica in città, per esercitare uno sport sempre più popolare. Quando la polizia si è presentata erano ancora appesi al soffitto. 

lunedì 14 ottobre 2013

APOLIDI, INDIPENDENTI, MIGRANTI: IL QUINTO STATO DA DECODIFICARE

Aldo Bonomi

Emerge la crisi del cosmopolitismo umanitario e il modo di percepirci come comunità. Dal mutualismo al coworking fino all'esperienza di Olivetti, i riferimenti necessari a definire la nuova realtà del Quinto Stato

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La tragedia di Lampedusa chiede sospensione ai microcosmi che parlano solo di imprese e territori. 
Anche se la resilienza dell'isola di Lampedusa merita di essere raccontata come caso emblematico di capacità di adattarsi e lottare in solitudine di fronte all'evento epocale delle migrazioni dei "dannati della terra". Che non sono solo i migranti nel mercato del lavoro globale, ma richiedenti asilo, come ha evidenziato il Presidente della Repubblica. 

Una moltitudine di apolidi prodotti dalla geopolitica e dalla geoeconomia globale. Che scardina i cosmopolitismi del 900. Da quello degli stati-nazione, in transizione verso un'Europa che non c'è, a quello di classe, proletari di tutto il mondo unitevi, che si rovescia spesso nel suo opposto: il conflitto tra gli ultimi. Sino al fallimento di quello liberista della globalizzazione soft che ha liberalizzato la circolazione delle merci che si fa hard a fronte della circolazione degli uomini. Si sente solo la voce del cosmopolitismo religioso che fa riferimento all'uomo ed urla VERGOGNA. Gad Lerner, su Repubblica, ha scritto che la crisi del cosmopolitismo umanitario ci riporta ad interrogarci sul nostro percepirci come comunità di uomini. 

mercoledì 18 settembre 2013

L'INTERMINABILE FINE DEL CAPITALISMO E IL FUTURO DEL QUINTO STATO


In Capitalismo in-finito, Aldo Bonomi racconta l'ascesa e la caduta della borghesia diffusa del capitalismo molecolare e dei distretti industriali. Dagli anni Ottanta, le sue quattromila imprese sono cresciute grazie al decentramento produttivo e alla riduzione della società italiana al “ceto medio”. Questa è stata la storia (anche) del Nord-Est, e del suo "capitalismo molecolare". Nel tempo questo modello è diventato l'oggetto di uno dei "miti" della produttività all'italiana.

Oggi la crisi ha lasciato sul terreno una moltitudine di disoccupati e partite Iva che formano una sterminata massa di contoterzisti impoveriti. Diversi per status e per culture professionali dai precari maggioritari, ma come loro ridotti a un neo-proletariato definito anche da Bonomi “Quinto Stato”.

venerdì 6 settembre 2013

ELIO GERMANO, MARCORE', SANTAMARIA: UNA COOPERATIVA PER I DIRITTI DEI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

«Artisti 7607». Questo è il nome della cooperativa che Elio Germano, Neri Marcoré, Claudio Santamaria, Vinicio Marchioni, hanno presentato alla Camera dei Deputati. Questa associazione ha preso il nome dalla data in cui è stato approvato lo Statuto Sociale Europeo degli Artisti, il 7 giugno 2007. Le direttive sulla liberalizzazione dei diritti d’autore contenute in questo provvedimento costituiscono un punto di riferimento per una cooperativa alla quale aderiscono più di mille artisti (da Valerio Mastandrea a Valeria Golino, Valeria Solarino, Isabella Ragonese o Giuseppe Battiston). Il suo obiettivo è diventare un’alternativa all’Imaie, l’Istituto mutualistico per la tutela degli artisti interpreti ed esecutori nato nel 1976 su iniziativa dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.

giovedì 30 maggio 2013

NON SOLO CASTA: I PRECARI DELL'EDITORIA

Gli operai delle tipografie settecentesche a Milano e a Torino sono stati tra i primi ad organizzarsi nelle società di mutuo soccorso. Erano dotati di una certa istruzione, si ritrovavano nello stesso spazio lavorativo, era facile avanzare richieste ai datori di lavoro e attutire i danni di un'attività logorante. Queste società di mutuo soccorso sviluppavano interventi assistenziali e solidaristici per i lavoratori. Avevano un carattere interclassista, coinvolgevano operai, artigiani e una parte della borghesia cittadina. Nel corso di una generazione, o poco più, diedero vita ai primi sindacati di categoria. Nel 1848 venne fondata la Pia unione dei legatori di libri. A Torino era la più importante società dei compositori. I soci versavano una quota utile per il sussidio dei disoccupati e dei malati. Questi soldi servivano anche alla diffusione dell'arte tipografica (praticamente i corsi di formazione). Questa forma di sindacato autogestito serviva a negoziare i prezzi dei lavori con i padroni e ad organizzare il conflitto in caso di dumping o licenziamenti. 

giovedì 16 maggio 2013

ORGANIZZARE I NON ORGANIZZATI E L'INSUBORDINAZIONE CONTRO LA PRECARIETA'

Organizzare i non organizzati merita una discussione  perché rappresenta una presa di parola di una nuova generazione di sindacaliste e sindacalisti della CGIL, al punto che il sottotitolo avrebbe potuto essere “idee ed esperienze per la dirigenza sindacale che verrà”.

L'attuale dirigenza CGIL appare disinteressata a ripensare le forme di un sindacato all'altezza dei tempi: questa è la sensazione condivisa, in modo sommesso tra alcuni degli autori e autrici di questo libretto, più schiettamente tra i lettori e le lettrici appartenenti a quel variegato mondo del lavoro, e (ora sempre più) del non lavoro, atipico, non standard, precarizzato, intermittente, flessibile, reso sempre meno autonomo e indipendente.

domenica 3 febbraio 2013

IL SENSO DEL MUTUALISMO OLTRE IL SELF HELP E LA FINANZA


Il Decreto Sviluppo ha aggiornato la legge istitutiva delle Società di Mutuo Soccorso (Sms). Non accadeva dal 1886 e il nuovo provvedimento ha concentrato le loro attività al settore assistenziale e sanitario. Le Sms sono almeno 1.500 e dalla riforma sanitaria del 1999 conoscono una rinascita. È il caso di «Insieme Salute» che nel 2012 ha aumentato gli associati del 12%, passando da 10.500 a 12 mila soci in un anno. «E questo nonostante il gran numero di disdette delle convenzioni a causa della crisi – afferma Valerio Ceffa, direttore di Insieme Salute – Per noi è stata una sorpresa perché il Cda della mutua aveva deciso di congelare le tariffe per rispondere alle difficoltà economiche degli associati».

mercoledì 12 dicembre 2012

AL VALLE GLI ARTISTI SI TUTELANO DALLA SIAE

Al Valle gli artisti si tutelano dalla Siae: Un impegno colossale che parte dalle fondamenta: assistere gli autori, gli artisti, i musicisti, i cineasti e gli operatori culturali e dello spettacolo con lo sportello Legal Help. Aperto tutti i giovedì dalle 19 alle 21, e coordinato dagli avvocati Astrid Wiedersich Avena e Giovanni Maria Riccio, dello studio Scorza Riccio & Partners, lo sportello erogherà consulenze sull’universo del diritto d’autore: contratti di edizione, rapporti con la SIAE, ma anche licenze creative commons, nuove forme di distribuzione e tutela via internet. (CONTINUA)

martedì 28 agosto 2012

IL QUINTO STATO TRA PASSATO E FUTURO: AUTONOMIA, MUTUALISMO, COOPERAZIONE



1. Nel 1672 il pastore amburghese Johannes Müller, seguace di Spinoza, annotava l’esistenza di un segmento sociale molto ampio, intriso di idee filosofiche, radicali, anti-deiste, materialiste e repubblicane. Era un movimento continentale, si addensava nelle grandi e piccole città del tempo, ai bordi dei mercati e dei laboratori di arti e mestieri, delle università, come delle corti. Sostava sul soglio delle chiese, frequentava le taverne, brulicava. Era costituito da Gentlemen e Ministers senza impiego certo, precario, eruditi e nullafacenti; ma anche professionisti e artigiani, uomini di mondo, religiosi pentiti e spretati, provenienti dalla borghesia nascente come dal popolo. 


Alcuni viaggiavano tra Francia, Inghilterra, Olanda e Italia. Il loro impegno per l’indipendenza del proprio lavoro, e l’emancipazione dalla condizione di sussistenza, si scontrava nella resistenza delle corporazioni dei mestieri, i bandi impressi dalle chiese e dalle università, entrambe gelose del sapere posseduto, organizzato in nome di una ragione divina, trascendentale o corporativa. 

giovedì 12 luglio 2012

MUTUO SOCCORSO: RITORNO AL FUTURO


Lo spirito degli anni Novanta sta tornando. Non quelli del XX secolo, definiti da Joseph Stiglitz gli «anni ruggenti» della bolla finanziaria che ha portato all'esplosione dei mutui subprime negli Usa e del debito sovrano in Europa, bensì gli anni Novanta del secolo precedente, l'Ottocento. 

E' un ritorno al futuro. In una crisi che aumenta la disgregazione sociale e smentisce l'ipotesi di uno Stato sociale che accompagna le persone dalla culla alla bara, si torna a parlare di mutualismo. Nel XIX secolo questa pratica permise a operai, artigiani e contadini di creare le società del mutuo soccorso, le leghe di resistenza, le camere del lavoro per garantirsi l'istruzione, le tutele sociali, l'assistenza sanitaria e i fondi contro la disoccupazione. A quel tempo, in Italia c’erano 6700 mutue (800 mila soci effettivi). In Inghilterra c’erano oltre 24 mila società (oltre 4 milioni di soci), in Francia (6200 per 842 mila soci). 

Nel secondo Dopoguerra la sinistra e i sindacati hanno considerato il mutualismo come un residuo del passato perchè lo Stato doveva rispondere a tutti i bisogni dei cittadini. La crisi del welfare, sempre più burocratico e inefficiente, ha rilanciato la consapevolezza di integrare le tutele garantite universalmente dallo Stato con meccanismi di auto-governo. Sono nati così i gruppi di acquisto solidale (Gas), le esperienze di moneta virtuale utili per il baratto di beni e servizi, il commercio equo e solidale o la banca del tempo. Esiste inoltre un settore del welfare dove la mutualità, con la sua storia ultra-centenaria, potrebbe assumere un ruolo decisivo: l'assistenza sanitaria integrativa del servizio pubblico.

venerdì 22 giugno 2012

LAVORARE INSIEME. STORIE DI COWORKING A PALERMO





Roberto Ciccarelli

Il passato si tocca in via Re Federico 23, nel popolare quartiere della Zisa a Palermo, dove la pratica del lavorare insieme in spazi condivisi, il co-working, è diventato un modo per costruire nuove comunità. Negli anni Settanta, racconta Cristina Alga dell'associazione Clac che ha dato vita all'omonimo co-working Re Federico, al terzo piano di questo palazzo liberty, viveva una comune di musicisti. 

Il romanzo
A quel tempo c'era l'abitudine di riunirsi in uno dei saloni dell'appartamento nobiliare per dare concerti. Oggi una comunità di freelance ha avviato un esperimento di un nuovo modello di co-work. 

«Ci sono luoghi che mantengono la memoria di chi lo ha vissuto – afferma Cristina – Qui nel co-work Re Federico il destino resta improntato alla condivisione: ieri c'era la musica, oggi il lavoro in comune. Man mano che le persone arrivano, la sensazione è rassicurante: dagli elementi più superficiali a quelli più essenziali, questo spazio mantiene un'aria di famiglia, di comunità». 

Dal prossimo settembre, Re Federico ospiterà 15 postazioni di lavoro per freelance, autonomi e indipendenti che condivideranno servizi wifi, plotter, cucina, punti relax, per favorire momenti di scambio e di progettazione. Nel 2013 si prevede l'allargamento dell'attività nell'appartamento vicino, sempre al terzo piano. I ragazzi di Clac pensano di ristrutturarlo e sarà destinato per metà alla co-abitazione. Nel progetto definitivo l'area a disposizione per questa nuova attività di condivisione sarà superiore a 500 metri quadri.


"il co-housing - aggiunge Cristina - è condividere la cosa più intima di una persona, l'abitazione. è coraggioso, e tutto da sperimentare, è un modello di aggregazione per chi fa un lavoro come il nostro che porta ad essere isolati".