domenica 21 aprile 2013

GRILLO, "MARCIA SU ROMA" E IL "FASCISMO BUFFO"


Benvenuti nel giorno I dell'austerità, tendenzialmente presidenzialista e postdemocratica, in Italia. Benvenuti nel tempo che concilia il serio con il faceto, dove il serio è Berlusconi padre della patria e il faceto sono tutti i comunisti miglioristi e berlingueriani - insomma i sinistri che odiano la stessa idea ridicola della "sinistra" - quelli che hanno assassinato Bersani e il suo partito e oggi applaudono la rinnovata solidarietà nazionale privata della fantasiosa geometria delle "convergenze parallele", risultato di un'altra epoca, ben più creativa della politica italiana, ma ugualmente inutile. 

Benvenuti nella parodia del 1977. A quel tempo c'era un esponente del Pci - il vero uomo d'ordine che manteneva i rapporti con le questure di tutta italia e gli strateghi della tensione - che definiva "diciannovisti", cioè fascisti della prima ora gli "untorelli", cioè studenti e precari che manifestavano in tutta italia. Oggi sembra tutto uguale.

Grillo e il suo specchio, la casta, il palazzo usano le stesse categorie di Ugo Pecchioli, a fasi alterne. Grillo fa in modo di convocare una manifestazione "di milioni di persone" lasciando intendere - errore gravissimo di comunicazione - che la sua sarebbe stata una "marcia su roma". Gesù, Rodotà smentisce subito, gli dà una gran lezione di politica. E Grillo avrà ricevuto una telefonata dallo spirito di Ugo Pecchioli e ci ripensa subito. Niente manifestazione, mentre alcune migliaia di curiosi - c'ero anch'io - si erano affacciati per vedere che effetto che fa a contestare l'intollerabile "casta".

Grillo sarebbe arrivato ieri a Roma verso le 19, ma impensierito (l'ha sparata grossa) ha rimandato l'incontro con tv e giornalisti al consueto show pseudo-indignato oggi a Santi Apostoli. Andate e applaudite, lui sarà bello tonico. Nel frattempo si è beccato le stesse accuse di un tempo, ma tarate allo spirito del presente: "fascismo buffo" , l'epiteto più gentile che gli hanno rivolto. Grillo si è fatto fregare subito, dopo avere strappato una bella vittoria tattica. Grillo è un pompiere, serve ad evocare una discontinuità, non a saggiarne realmente la possibilità. Bisogna abituarsi: il suo non è un atto mancato, è la sua missione.

Si, certo, quei ragazzi del 77, che ancora popolano l'immaginario di Grillo e dei suoi avversari ("Attenzione ai violenti in piazza" hanno detto ieri: e giù risate) un po' cattivelli lo erano. Non erano esattamente pacifici e beneducati come i pulcini grillini, che sembrano usciti da una seduta di laurea. Ma tranquilli, non accadrà niente, niente, proprio niente, in Italia.
Per chi  avrà poi qualche dubbio sul prossimo governo, si dice con letta premier, alfano vice e monti agli esteri (oh, è vero, non c'è niente da ridere) il messaggio è sempre lo stesso. Sarete anche la maggioranza del paese ma se  fate un altro passo, insomma oltre la balaustra in piazza montecitorio riesumiamo la legge reale. Sia detto per intenderci.

Tutto ricomincia daccapo.

In un incantesimo perfetto. 

Roberto Ciccarelli

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