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sabato 9 maggio 2015

MOLTI NOMI, NESSUN REDDITO

Giuseppe Allegri

Sono tre le proposte in parlamento, e molta la confusione prodotta dalle forze politiche sul reddito minimo o il reddito di cittadinanza. Questo non aiuta l'opinione pubblica a capire di cosa si parla. Ma alla base manca la volontà politica per una legge sul reddito minimo.

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In queste ultime settimane sembra di assistere a una primavera per il reddito garantito, minimo, di cittadinanza, di dignità, che dir si voglia. Qui in Italia, l'unico Paese della «vecchia Europa», insieme con la Grecia, che non ha questa misura universalistica nel proprio sistema di Welfare. E nonostante la stessa (fantomatica?) Europa ce lo chieda dal 1992, con la Raccomandazione 92/441/CEE.

Così oggi ci saranno i 19 chilometri di marcia Perugia-Assisi per il reddito di cittadinanza, promossa dal Movimento 5 Stelle, in sostegno del loro progetto di legge, incardinato al Senato da qualche mese, insieme con la proposta sul reddito minimo garantito presentata da Sel. Mentre da giorni sul sito del leader pentastellare Beppe Grillo c'è una «marcia virtuale», sempre per il reddito di cittadinanza, che curiosamente riprende la grafica usata oramai un decennio fa per una MayDay parade. Verrebbe da scomodare Giambattista Vico e Friedrich Nietzsche, piuttosto che la tanto sbandierata innovazione creativa. O forse il Karl Marx della ripetizione della storia come farsa. Rischiando di sprofondare tutti nel ridicolo.

lunedì 10 giugno 2013

L'ETERNO RITORNELLO DELLE RIFORME

Un Paese eternamente fermo a trent'anni fa, anche se il tasso di disoccupazione ci dice che siamo tornati ai livelli del 1977, addirittura. Ma forse non solo per quello. Perché proprio trent'anni fa veniva inaugurata l'interminabile stagione delle riforme istituzionali.

Nell'aprile del 1983 è istituita la prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali. La Commissione Bozzi, dal nome del Presidente della Commissione, il deputato liberale Aldo Bozzi. Per un'ulteriore ciclicità storica, il di lui nipote ed omonimo, il cittadino, avvocato Aldo Bozzi è il primo firmatario ricorrente alla Corte di Cassazione per l'ulteriore rinvio del “Porcellum” alla Corte costituzionale, come stabilito dall'ordinanza depositata lo scorso 17 maggio.

domenica 21 aprile 2013

GRILLO, "MARCIA SU ROMA" E IL "FASCISMO BUFFO"


Benvenuti nel giorno I dell'austerità, tendenzialmente presidenzialista e postdemocratica, in Italia. Benvenuti nel tempo che concilia il serio con il faceto, dove il serio è Berlusconi padre della patria e il faceto sono tutti i comunisti miglioristi e berlingueriani - insomma i sinistri che odiano la stessa idea ridicola della "sinistra" - quelli che hanno assassinato Bersani e il suo partito e oggi applaudono la rinnovata solidarietà nazionale privata della fantasiosa geometria delle "convergenze parallele", risultato di un'altra epoca, ben più creativa della politica italiana, ma ugualmente inutile. 

venerdì 12 aprile 2013

LA GUERRA ALLA "KASTA" PRODUCE MOSTRI

Pubblico impiego? Solo Kasta, produce sprechi. Tagliare, risparmiare, premiare solo i meritevoli. Il resto sono cervelli all'ammasso. Licenziare, raus. Il primo ad avere creduto nella battaglia populistica per eccellenza, quella contro la casta del pubblico impiego, i garantiti, non è stato Grillo, o Brunetta quando approvò una riforma del pubblico impiego inutile. E' lo Stato italiano che, secondo i dati dell'Aran, l'agenzia che rappresenta la pubblica amministrazione nella contrattazione collettiva nazionale, ha tagliato 232 mila dipendenti pubblici tra il 2006 e il 2011, passati da 3.627.139 a 3.396.810.

Stella&Rizzo hanno fallito
Questa è la tesi dell'ex vice direttore del Corriere della Sera Massimo Mucchetti esposta in un'intervista a italia oggi. I due giornalisti del Corriere, autori di un fortunato libro-denuncia contro la "Casta" dei politici e dei dipendenti, mostrarono gli sprechi intollerabili della pubblica amministrazione, prodotti da privilegi oggettivi di una élite. Quella denuncia diede la stura all'immenso risentimento popolare contro una determinata categoria della classe dirigente, scatenando un duplice processo. Il primo è politico:
Fu, quella,un'intuizione giornalistica penetrante dell'allora direttore, Paolo Mieli. Ma lo stesso Corriere e il sistema dei media nel suo complesso non sono riusciti a sfidare realmente la classe politica sul piano delle soluzioni.Quelle inchieste si accompagnavano a una campagna politica che, mettendo in luce le debolezze reali del governo Prodi, puntava sui tecnici che avrebbero dovuto avere alla loro testa Montezemolo. Una grande idea giornalistica, una piccola idea politica. E alla fine, complice una politica cieca, la guerra alla Casta senza la capacità di proporre alternative reali ha generato il Movimento 5 Stelle. Che ora attacca politici e giornalisti.
Il secondo è sociale e ha investito un aspetto particolare, e ancora misconosciuto, del grillismo e in generale dell'organizzazione del lavoro in Italia. L'odio per la "Casta" ha generato il disprezzo contro chi lavora nel pubblico impiego. Se fa il medico, lavora all'università o nella scuola, in un ufficio avrà senz'altro truccato un concorso, vanterà una raccomandazione, ha truccato le carte penalizzando i "meritevoli". Fa schifo, insomma.

lunedì 18 marzo 2013

GRILLO E A CAPO


Lo stordimento che regna a sinistra – tra gli astenuti, i movimenti e nella “società civile”, tra gli elettori Pd-Sel, insomma milioni di persone – deriva da un'illusione: il successo elettorale contro la “Casta” di Grillo avrebbe realizzato tutto quello che non ha fatto la “sinistra” da Genova a oggi: per non risalire agli anni '80 del Novecento. Per chi ha urlato nelle piazze “non ci rappresenta nessuno”, così come per chi per ben altre ragioni ha sbavato per anni per ritornare in parlamento, questo è uno choc.

Grillo ha dimostrato che non occorre la magniloquenza per fare qualcosa di modesto: amministrare un sistema fallito. Il suo anti-parlamentarismo opera in parlamento e nelle istituzioni affinché il sistema non imploda su se stesso, corregga le sue aberrazioni, ristabilisca una razionalità e l'equità. In attesa che guadagni il 100% dei consensi – c'è dunque tempo – si può al momento dire che il grillismo è il sintomo di una vacanza politica che dura già da anni. E la sua opposizione al sistema non permetterà la formazione di un governo capace di amministrare la crisi per salvare un sistema marcio.

Il Movimento 5 stelle (M5S) è anche l'espressione della condizione del quinto stato contemporaneo, e della sua richiesta si sicurezza sociale. I suoi voti provengono anche da sette milioni di esseri umani in carne ed ossa, lavoratrici e lavoratori flessibili, intermittenti, autonomi, confinati nel lavoro servile e impoverito, e dei milioni over-40 e 50, disoccupati, inoccupati, sottoccupati, precariamente occupati e Neet. Sono persone vessate, impoverite, ricattate, subiscono insopportabili costi individuali, previdenziali e assistenziali, in assenza di concrete prestazioni sociali. E senza governo.

La consapevolezza di questa situazione è avvertita anche nel sindacato. Ne abbiamo discusso nella presentazione alla Fondazione Brodolini di Roma del libro In-flessibili. Guida pratica della CGIL per la contrattazione collettiva inclusiva e per la tutela individuale del lavoro di cui ha già parlato Sergio Bologna. Diamo per un momento credito all'idea che sia in atto un ripensamento dentro una parte della CGIL. Ammesso che sia vero, pensiamo che ci siano persone nel sindacato con le quali concordare almeno sull'individuazione di un nemico comune: non la casta dei politici, dei sindacati, dei banchieri, ma le loro politiche.

giovedì 28 febbraio 2013

LA SINISTRA E' MORTA, SOLO UN GRILLO LA POTRA' SALVARE?

L’affermazione del Movimento 5 Stelle annuncia la scomparsa della sinistra in Italia. Non di quella “radicale”, già spazzata via dalla rivolta del 2008, quando all’incirca 2 milioni di persone si rifiutarono di votarla, azzoppando per sempre l’ala sinistra, un miscuglio di ingraismo, comunismo terzinternazionalista, nostalgici del PCI, sindacalismo di base: quella che non ha voluto aderire alla “cosa” degli Occhetto-D’Alema-Veltroni-Bersani.

E’ stato colpito duramente il blocco sociale maggioritario dell’ex partito comunista, e la sua rappresentanza politica, quella trascolorata nelle varie sigle. Nel prossimo biennio la parte residuale del “comunismo” all’italiana – tosco-emiliano – cioè il blocco della moderazione politica che gestisce l’economia delle banche e delle cooperative e le istituzioni di tre regioni, o poco più, non solo dimezzerà i suoi voti, ma rischia di perdere il diritto a rappresentare come partito quella parte residuale della società sindacalizzata, garantita, ridotta a poco più della rappresentanza di un’élite.

venerdì 15 febbraio 2013

PAZZA IDEA: GRILLO E LA SINISTRA ALLEATI PER IL REDDITO MINIMO


Il reddito di base? Ce lo chiede l’Europa. E da più di vent’anni, perché la raccomandazione numero 441 risale al 1992 quando l’allora Comunità economica europea intimò di adottare questa misura tuttora assente nel nostro paese. Ma sin dai tempi della Prima Repubblica, la gran parte delle forze politiche hanno fatto finta di niente. Oggi c’è chi ha preso sul serio l’Europa. La proposta di legge di iniziativa popolare sul reddito minimo è stata depositata con più di 50 mila firme. Un’iniziativa che non ha uguali nella storia ultra ventennale dei movimenti che hanno creduto nella prospettiva del reddito di cittadinanza in Italia. 170 associazioni e partiti come Sel, Prc e Pdci torneranno in parlamento tra un mese per chiedere al nuovo governo, di approvare nei primi cento giorni della legislatura una misura fondamentale per rendere più dignitoso il welfare più familista, classista e inefficiente dei paesi dell’Unione Europea.