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giovedì 12 giugno 2014

TORINO: IL QUINTO STATO AL FESTIVAL ARCHITETTURA IN CITTA'

Giuseppe Allegri

Un confronto sui luoghi del lavoro, sui nuovi impieghi e sulle forme non convenzionali di precariato venerdì 13 giugno alle ore 20.00,
Fondazione OAT, BasicVillage – Tettoia Gregoretti, corso Regio Parco 39

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Dietro l'evocazione del quinto stato si cela una condizione esistenziale e lavorativa vissuta da milioni di persone in tutta Europa e soprattutto in Italia. È una condizione sociale in bilico tra lavoro indipendente e autonomo, nuove e vecchie forme di precarietà e flessibilità verso il basso, quindi tra autonoma intrapresa sociale e nuova subordinazione economica.

Ilquinto stato è una condizione sociale che si è affermata nelle vecchie e nelle nuove professioni (dai più o meno giovani avvocati ed architetti, ricercatrici e consulenti, grafici, esperti di marketing, etc.) e in tutte le attività sospese tra precarietà delle committenze e dei contratti di lavoro, pericolo di dipendenza e subordinazione economica, quindi intermittenza di retribuzione. Riguarda vari settori delle economie della conoscenza, cultura, relazioni e cura alle persone. È una condizione vissuta da milioni di persone che, soprattutto in Italia, rimangono esclusi dai diritti sociali fondamentali, ancora calibrati sulla figura del lavoro subordinato standard, anche se oramai anch'essa sempre più impoverita di diritti.

domenica 30 giugno 2013

LA LINEA D'OMBRA DELLA GENERAZIONE TQ



Salvo Barrano vive a Roma ed è il presidente dell'Associazione Nazionale Archeologi. Mattia Sullini, coworker, è il coordinatore di un FabLab e lavora a Firenze. Anna Soru è una ricercatrice freelance e coordina le attività dell'Associazione dei Consulenti del Terziario Avanzato di Milano. Sono lavoratori e lavoratrici autonome, formati e specializzati, pienamente inseriti nell'economia dei servizi immateriali, della condivisione, della formazione e della ricerca. 

Hanno tra i trenta e i quarantanni e rappresentano un segmento del quinto stato, cioè della società operosa composta da lavoratori indipendenti, anche di tipo professionale, che dovrebbero trainare un'economia basata sull'innovazione sociale. Il decreto sul lavoro del governo Letta ha tracciato una linea di confine molto precisa: gli under 29, nati dopo il 1983, che non sono diplomati, oppure sono disoccupati da almeno sei mesi o hanno una famiglia a carico, potranno godere di 650 euro al mese per due anni. Chi invece, come loro, è diplomato, laureato o specializzato è del tutto escluso, praticamente cancellato.