Roberto Ciccarelli
Ripubblicato in italiano l’”Avvento della meritocrazia” di Michael Young (Edizioni di Comunità).
>>>Meritocrazia: il privilegio è solo di classe su Il Manifesto-Quinto Stato<<<
Più che un sistema efficiente, la meritocrazia indica l’attitudine di una classe dominante che rende i suoi esponenti impermeabili ad ogni critica o a slanci verso una redistribuzione sociale che non sia quella imposta dall’interesse di classe. Una tesi sostenuta da Young in un articolo pubblicato sul Guardian nel 2001, intitolato «Abbasso la meritocrazia». Facendo i conti con Tony Blair e la sua "Terza Via" neoliberista, Young sostenne che la meritocrazia non serve a migliorare le prestazioni di un sistema, ma semmai a peggiorarle in una burocrazia kafkiana. Essa afferma il senso di superiorità basato sul privilegio della proprietà, sulle rendite di posizione e sulla centralità acritica e indiscutibile dell’impresa.
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sabato 3 gennaio 2015
MERITOCRAZIA: IL PRIVILEGIO E' SOLO DI CLASSE
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domenica 22 dicembre 2013
LA (S)VALUTAZIONE DELLA RICERCA
Nel XIX secolo, in Inghilterra, negli
Stati Uniti e in Germania la ricerca e l’educazione
tecnico-scientifica hanno iniziato lentamente a prevalere su quella
umanistica. E tuttavia il modello humboldtiano sarebbe rimasto per
molto tempo l’ideale globale di università. Ancora negli anni
sessanta del Novecento, un rapporto indipendente avrebbe stabilito
come obiettivo del sistema universitario inglese “la promozione
delle funzioni generali della mente, per produrre non solo
specialisti, ma anche donne e uomini colti”. Questa idea di
università è stata ampiamente criticata, nel corso
dell’ultimo secolo, per la sua impostazione umanistica, rivolta
soprattutto alla tradizione e agli studi classici.
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giovedì 20 giugno 2013
VALUTARE E PUNIRE
“Valutare e punire” (Cronopio) di Valeria Pinto è il primo studio italiano su una materia oscura, o esotica fino a un anno fa: i processi di valutazione nell'ambito della formazione e dell'istruzione pubblica.
Questi processi sono invece in atto da almeno vent’anni dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti, dalla Germania all'Inghilterra, come del resto anche nel nostro paese. Valeria Pinto ne ricostruisce la genesi, cogliendone pienamente l'importanza. Libro ispirato dalle più recenti letture di Foucault condotte dai governmentality studies nell'ambito della pedagogia neoliberale, Valutare e punire è tutt'altro che il riflesso senile o un rifiuto della valutazione. È la difesa appassionata del ruolo della libertà di ricerca, e in particolare della filosofia concepita come spazio materiale di questa libertà. Troviamo che questa esigenza risponda senz'altro al bisogno generalizzato di una libertà individuale negato dal dispositivo governamentale della valutazione, così come si sta strutturando in Italia.
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