Si
vuole essere valutati per strappare un’oppurtunità di lavoro o la
speranza di essere riconosciuti come cittadini. Ma valutare è anche
un esercizio di potere. La coincidenza tra questi desideri, quello di
chi sceglie volontariamente la servitù e di chi gode nel
riconoscerla negli altri, spiega l’irresistibile crescita della
valutazione nel mondo neoliberale e la sua inesausta richiesta man
mano che la crisi abbatte gli ultimi totem della democrazia.
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domenica 22 dicembre 2013
LA TIRANNIA DELLA VALUTAZIONE
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lunedì 8 luglio 2013
ARMARE IL PUGNO CONTRO L'AUSTERITA'
Intervista a Marco Ambra di Lavoro Culturale sulla scuola e l'istruzione, la ricerca e la didattica, i saperi la conoscenza e l'austerità al tempo del governo "a larghe intese". Nel secondo anno della postdemocrazia italiana. L'originale è pubblicato sul sito di lavoro culturale
Roberto Ciccarelli: L’ultima misura che citi sembra essere certa, anche se scommetterei su una sua eventuale rimozione, o spacchettamento in altri due o tre microprovvedimenti. La spending review permanente a cui è sottoposta la spesa pubblica sin da quando Padoa Schioppa l’ha inaugurata con il centrosinistra permette una rimodulazione permanente delle partite contabili. Governare significa amministrare una continua re-ingegnerizzazione dei conti e dei bilanci di tutti i livelli dello Stato. Il ministero dell’Istruzione, credo il più tagliato negli ultimi anni insieme alla Sanità (che verrà tagliata dal governo Letta fino all’osso), ha raggiunto ormai una straordinaria competenza in materia. Colpisce il criterio adottato dal ministro Carrozza e dal suo governo per sfuggire al blocco delle assunzioni all’università – ma non nella scuola. Per produrre ricerca, o meglio per fare scorrere la carriera di 1500 associati e attenuare la precarietà di 1500 ricercatori senza borsa né reddito, si tagliano gli addetti alle pulizie nelle scuole. È chiaramente una ratio classista quella in atto.
Marco Ambra: Sono giorni bollenti questi per la scuola pubblica italiana. Il ministro Carrozza annuncia l’assunzione a settembre di 15 mila docenti e Ata (Ausiliari tecnici amministrativi), firma il decreto che modifica le regole d’accesso dei corsi di laurea a numero chiuso, annuncia un piano di assunzione a costo zero per 30 mila docenti di sostegno. E poi: il “decreto Fare” stabilisce un taglio di 75 milioni di euro al fondo per le pulizie nella scuole, al fine di finanziare l’assunzione di 3000 universitari (1500 professori ordinari e ricercatori a tempo determinato), finanzia con 100 milioni di euro annui un piano per l’edilizia scolastica. Insomma, dopo mesi di palude tecno-spread qualcosa si muove. Ma in che direzione? Quale scenario configura questo spostamento di risorse (poche) nel e al mondo dell’istruzione e della ricerca?
Roberto Ciccarelli: L’ultima misura che citi sembra essere certa, anche se scommetterei su una sua eventuale rimozione, o spacchettamento in altri due o tre microprovvedimenti. La spending review permanente a cui è sottoposta la spesa pubblica sin da quando Padoa Schioppa l’ha inaugurata con il centrosinistra permette una rimodulazione permanente delle partite contabili. Governare significa amministrare una continua re-ingegnerizzazione dei conti e dei bilanci di tutti i livelli dello Stato. Il ministero dell’Istruzione, credo il più tagliato negli ultimi anni insieme alla Sanità (che verrà tagliata dal governo Letta fino all’osso), ha raggiunto ormai una straordinaria competenza in materia. Colpisce il criterio adottato dal ministro Carrozza e dal suo governo per sfuggire al blocco delle assunzioni all’università – ma non nella scuola. Per produrre ricerca, o meglio per fare scorrere la carriera di 1500 associati e attenuare la precarietà di 1500 ricercatori senza borsa né reddito, si tagliano gli addetti alle pulizie nelle scuole. È chiaramente una ratio classista quella in atto.
giovedì 20 giugno 2013
VALUTARE E PUNIRE
“Valutare e punire” (Cronopio) di Valeria Pinto è il primo studio italiano su una materia oscura, o esotica fino a un anno fa: i processi di valutazione nell'ambito della formazione e dell'istruzione pubblica.
Questi processi sono invece in atto da almeno vent’anni dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti, dalla Germania all'Inghilterra, come del resto anche nel nostro paese. Valeria Pinto ne ricostruisce la genesi, cogliendone pienamente l'importanza. Libro ispirato dalle più recenti letture di Foucault condotte dai governmentality studies nell'ambito della pedagogia neoliberale, Valutare e punire è tutt'altro che il riflesso senile o un rifiuto della valutazione. È la difesa appassionata del ruolo della libertà di ricerca, e in particolare della filosofia concepita come spazio materiale di questa libertà. Troviamo che questa esigenza risponda senz'altro al bisogno generalizzato di una libertà individuale negato dal dispositivo governamentale della valutazione, così come si sta strutturando in Italia.
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sabato 18 maggio 2013
TEST INVALSI, MA NON PER TUTTI
Se ne escludi uno, ci escludi tutti. Così i genitori degli alunni della quinta elementare, sezione E, del VII Circolo Montessori di Roma hanno spiegato la decisione di non sottoporre i propri figli alle prove Invalsi il 7 e il 10 maggio scorsi. Ma cosa sono e per quale progetto sono stati concepiti questi test che oggi vengono sottoposti ai bambini di 7 anni e domani verranno imposti anche alla maturità? Con il ricercatore Renato Foschi cerchiamo di capirlo: governare dalla culla alla tomba il cittadino cosmopolita, l'imprenditore di se stesso. Proprio nel momento in cui la crisi ha dimostrato l'opposto
Leggi: Test Invalsi, ma non per tutti
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