Visualizzazione post con etichetta solidarietà. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta solidarietà. Mostra tutti i post

domenica 21 giugno 2015

A LOR SIGNORI POCO CONVINTI DELL'UTILITA' DEL REDDITO MINIMO

Daniela Risi*


Ho quasi 58 anni, totalmente disoccupata da quattro, lavoro intermittente negli anni immediatamente precedenti. Sono sola e senza alcun reddito, tra pochi mesi sarò fuori di casa e mi aspetterebbe forse (ma non lo permetterò) una branda in una casa di accoglienza (proposta dei servizi sociali), unico e solo "sostegno" che mi è stato offerto. Sono iscritta al centro per l'impiego dal 2006 (inutilmente) e non ho mai smesso di cercare lavoro, forse con meno energia negli ultimi due anni (mi sono ammalata , il corpo ha ceduto,sono a pezzi), ma tanto non c'è differenza.

Non ho mai fatto la furba, mai rubato, mai chiesto nulla a nessuno. Ho fatto l'università, ho vissuto all'estero, mi sono reinventata mille volte, ho iniziato a lavorare a 23 anni. Sono una persona perbene, che si è presa di imbecille innumerevoli volte nella vita per non essere stata abbastanza furba, ma "essere furbi" a me è sempre parso bestemmia.

In questi ultimi anni di disoccupazione totale ho subìto le peggiori umiliazioni, e dire che ci tenevo tanto alla mia autonomia, alla mia dignità, ma ho dovuto lottare con le unghie e con i denti per i diritti che mi spettano come persona e cittadina, inutilmente: ho lottato per sopravvivere, letteralmente, ero e sono senza cibo, senza riscaldamento, senza scarpe, senza soldi per le medicine: non ho avuto nulla, e mi è stato detto (dai servizi sociali, non solo vox populi) che come disoccupata non avevo diritto a nulla, meglio sarebbe stato se fossi stata invalida, o ex tossicodipendente o ex carcerata o extracomunitaria.

giovedì 30 aprile 2015

SERGIO BOLOGNA: PRIMO MAGGIO, ANCHE I FREELANCE SONO IN FESTA

Sergio Bologna
 Il 1 maggio è la festa della dignità del lavoro, di donne e uomini che lavorano, da freelance, da dipendente, da intermittente, in condizione precaria. Tutti, senza distinzioni di contratto. Buon Primo Maggio - Pubblicato su Acta
***
Per più di un secolo il 1 maggio è stato la festa del lavoro. Oggi non è più chiaro se sia ancora una festività o una giornata come le altre. La scelta di inaugurare l’EXPO a Milano il 1 maggio e di fare appello al lavoro gratuito sembra quasi voler intenzionalmente distruggere uno dei simboli della civiltà occidentale.
Il 1 maggio è stata la festa della dignità del lavoro. Era nata da un grande movimento per le otto ore, con scioperi di massa, soprattutto negli Stati Uniti, brutali repressioni poliziesche, impiccagioni d’innocenti accusati di aver fomentato violenze. Alla fine il movimento operaio l’aveva spuntata e certi diritti, certi principi, sono diventati patrimonio comune. Nel secondo dopoguerra era diventata una festa di pace, con manifestazioni gioiose, una festa che accomunava tutti coloro che vivevano di un salario. Poi, dagli Anni 80, il clima è cambiato e il 1 maggio ha rischiato di diventare un rito nostalgico, perché la forma di lavoro subordinato si stava sgretolando, perché le forme di resistenza sindacale del vecchio movimento operaio erano armi spuntate.

venerdì 17 aprile 2015

SI LAVORA PER VIVERE, NON SI DEVE AVERE UNA RENDITA PER LAVORARE

Cosimo D. Matteucci
Scrive il presidente della Mobilitazione Generale degli avvocati (Mga): "Va fatto sapere a tutti che in Italia c'è una solidarietà bellissima,  la ricerca dell'unione, l'emergenza di una forza. Avvocati, archivisti, dipendenti e precari, ingegneri, architetti, giornalisti, farmacisti, freelance, geometri, guide turistiche, studenti e tanti altri compongono la coalizione 27 febbraio. Stanno realizzando ciò che mai è stato fatto in Italia, stanno unendo ciò che è stato diviso per troppo tempo" - pubblicato su Essere Sinistra
***
Il luminoso destino a cui avrebbe dovuto condurci il mercato ed il capitale non c’è, e questo non può essere ridotto ad una opinione personale, perché è un fatto. Abbiamo invece di fronte una profonda crisi economica, e come sempre accade nelle situazioni di difficoltà, sono sempre i più deboli a pagarne il prezzo maggiore, e sono sempre i più ricchi ad avvantaggiarsene.
Ed infatti la riduzione del lavoro e dei redditi sta determinando l’aggravamento di tutte quelle situazioni di sfruttamento che già esistevano all’interno di ogni comparto economico, all’interno di ogni categoria professionale, facendo progressivamente aumentare il divario tra portatori di reddito alto e medio alto, e tutti gli altri, compresi quelli che di reddito non ne hanno nessuno. La soluzione è riformare e rinegoziare tutto, dai rapporti di lavoro, al fisco, alla previdenza ed alla distribuzione della ricchezza, ed è straordinario come a tal fine si stiano sviluppando processi di aggregazione sociale, politica e sindacale.
Ovunque nascono e si rafforzano coalizioni tra i lavoratori; si stanno aggregando e solidarizzano lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, lavoratori professionali e partite iva, basti pensare in Italia alla Coalizione 27 Febbraio, basti pensare a tutti i movimenti europei, e basti pensare al movimento statunitense #FightFor15, un movimento nato dall’aggregazione di associazioni di categoria che in molte città degli Stati Uniti hanno portato in piazza i lavoratori ed in particolare quelli dei fast food, che da anni chiedono l’aumento della paga oraria minima – il cosiddetto ‘minimum wage’ – a 15 dollari.
Una campagna, quella di #FightFor15, che si sta imponendo a livello nazionale a partire dalla straordinaria capacità d’autorganizzazione di migliaia di lavoratori e lavoratrici delle catene di fast-food, delle grande distribuzione e commercio, delle lavoratrici dell’assistenza sanitaria e domestica.

venerdì 28 novembre 2014

LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA

Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne: Due giorni e una notte. Un film con Marion Cotillard e Fabrizio Rongione

***

Roberto Ciccarelli

La solidarietà è un piccolo gesto all’origine di infiniti altri gesti che permettono di creare una potenza fuori dalle norme acquisite o interiorizzate. Norme imposte per proteggere la miseria morale e materiale. Un atto sconsiderato, assoluto, inconcepibile nell’epoca della paura sociale. Quello di Sandra che rifiuta di essere riassunta al posto di un collega precario a cui non verrà rinnovato il contratto.