Quella di Grillo è una
strategia diversiva. Serve a spingere l'«indignazione», tanto
celebrata nelle acampadas spagnole o negli Occupy
americani, lontano dalle piazze italiane. Più la crisi diventa
feroce e più le scariche di risentimento vengono fatte confluire in
un comodo format, quello del blog del Capo dei Cinque Stelle
che solletica il giustizialismo giacobino contro la «casta» e le
sue maschere.
Per Wu Ming, il
collettivo dei cinque scrittori (oggi quattro) autori di Q, (come Luther
Blissett), 54 e Altai, il movimento 5 stelle ha
inquadrato le energie potenziali di una rivolta contro l'austerità
in una gabbia discorsiva che fa la parodia del conflitto politico,
lasciandolo amministrare da «un'organizzazione settario-aziendale»
(la Casaleggio&Associati) e dalla guida simbolica di Beppe
Grillo. Per loro il radicalismo pentastellato «amministra la
mancanza di movimenti radicali in Italia».
La tesi esposta con
determinazione in un articolo sul sito di Internazionale, è
stata ampliata su «Giap», l'influente blog dei Wu Ming,
interrompendo il silenzio attonito dei movimenti che hanno
attraversato l'ultimo decennio, da Genova alle campagne sui beni
comuni.