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lunedì 21 gennaio 2013

UN "POSTO AL SOLE" , LA SOCIAL SOAP DELLA FLESSIBILITA'

Adriana Pollice

Grazie e addio. Poco prima di Natale la produzione di Un posto al sole, la social-soap realizzata nella struttura Rai di Napoli, ha comunicato al suo regista «storico», Rossano Mancin, che non fa più parte della squadra. Si tratta dell'unico presente fin dalla prima stagione, nel lontanissimo 1996, nonché recordman di ascolti. «All'inizio andava male, lo share era sotto il 10% fissato come soglia per rimanere in palinsesto. Poi arrivò la settimana con le puntate girate da me e facemmo il boom con il 15,7. Ci sono le foto con me dietro la torta. Alla Rai di Napoli tirarono un sospiro di sollievo, la soap negli anni ha scongiurato l'eterna minaccia di chiudere gli studi di via Marconi».

giovedì 3 gennaio 2013

IVA PARTY: FESTEGGIA SOLO LA RAI



L'ultimo Natale nelle redazioni Rai è stato più desolante del solito. L'azienda ha obbligato i dipendenti alle ferie forzate per risparmiare sui compensi per le giornate festive. Tra le scrivanie e le consolle audio e video si aggiravano i redattori a partita Iva. I programmi come Ballarò vanno in ferie, i redattori no. Accade 365 giorni all'anno, non solo durante tutte le feste comandate, Capodanno e Ferragosto compresi. 

domenica 10 giugno 2012

CENERENTOLA SENZA LIETO FINE



Sergio Bologna

Sul sito tv.fanpage.it si leggeva un po’ di tempo fa:

"L’opera lirica "Cenerentola" di Rossini arriva sulla Rai grazie ad Andrea Andermann, lo stesso che ha portato il Rigoletto di Verdi in tv nel 2010: il progetto era già previsto per il 2011, ma arriva oggi a definizione con la scelta di musica, orchestra, ambientazione e regista. Quest’ultimo, ruolo importantissimo per la difficoltà nel mescolare cinema, lirica e televisione in opere di tale sorta, sarà ricoperto dall’orgoglio italiano Carlo Verdone, sin ora direttore dei suoi film e per la prima volta insignito di un sì prestigioso impegno.

Restano ancora sconosciuti i nomi degli attori che saranno coordinati dal romano e trapela solo la presenza, non confermata, di Ruggero Raimondi. "Dopo aver superato questo, girare un film sarà facilissimo" ammette Verdone, scelto come regista dell’opera anche per la stima che nutre verso il compositore Rossini. “Se ci fosse stato un altro compositore avrei detto no” dice il regista, senza peli sulla lingua, consapevole della grandiosità del progetto che andrà in onda in mondovisione. Le macchine da presa del romano si muoveranno tra Palazzo Reale a Torino, il parco regionale La Mandria, Villa dei laghi e la palazzina di caccia di Stupinigi, per il montaggio dei due momenti televisivi entro i quali si dislocherà l’opera: la diretta è prevista per il 3 giugno alle 20.30 e alle 23.30 e lunedì 4 alle 20.30. La coreografia della Cenerentola rossiniana sarà curata da Ennio Guarnieri, mentre le composizioni del celeberrimo musicista italiano verranno eseguite dai 64 elementi dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai con Gianluigi Gelmetti maestro d’orchestra".

Ed in effetti i telespettatori hanno potuto godere di questa nuova impresa della rete nazionale. Senonché, il giorno dopo la seconda emissione, "l’orgoglio italiano" Carlo Verdone riceveva questa lettera indirizzatagli dai lavoratori che avevano contribuito alla riuscita dello spettacolo:

"Ci chiediamo e chiediamo a Carlo Verdone, dopo la messa in scena della sua opera:

"Ma Lei è a conoscenza di tutto questo? Lei sa che il livello di barbarie contrattuale toccato in questa produzione non si era mai raggiunto, né a Torino né altrove in Italia, in nessun progetto Audiovisivo? I lavoratori, di ogni categoria,  che sono coinvolti lamentano arroganza, maleducazione, soprusi e ricatti.  Hanno subito vessazioni dall’inizio del loro rapporto con Rada Film sotto tutte le forme, la prima delle quali ovviamente è stata la minaccia di  "espulsione" in caso di lamentele. Usiamo  il temine "espulsione"  invece che "licenziamento"  non a caso, essendo per la maggior parte rimasti a lungo al lavoro prima di essere  assunti. Quindi privi di Collocamento e obblighi contributivi da parte della Rada Film.

I contratti non si sono visti per molti lavoratori, nonostante i quotidiani solleciti, e quando sono comparsi non erano  a regola. Non citano la paga, né la data di riscossione delle spettanze, né i termini dell’assicurazione obbligatoria, né l'orario di lavoro. Lei sa Sig. Verdone che nessuno ha ancora preso un Euro e alle richieste sul pagamento del dovuto viene loro risposto in modo vago ed approssimativo? Nel nostro Contratto Collettivo c'è l’obbligo di pagamento settimanale ai lavoratori. Ci sono persone che lavorano al Suo progetto da metà marzo e non hanno avuto un Euro di acconto. 

Molti importanti collaboratori della prima ora se ne sono andati scandalizzati dalle condizioni di lavoro  a cui erano chiamati a sottostare (tra questi Renato Berta, che avrebbe dovuto dirigere la fotografia, uno dei nomi illustri della recente storia del cinema, vincitore tra l’altro del ‘Donatello d’Oro’ del 2011 per il film di Martone ‘Noi ci credevamo’ N.d.A.). Lei sa che la Rada Film ha negato ai suoi collaboratori decine e decine di obblighi  giornalieri contributivi obbligatori?

Abbiamo letto tutti l’articolo di qualche giorno fa su "Repubblica – Torino" in cui si faceva cenno alla visita negli uffici di produzione dell’Ispettorato di Lavoro di Torino e da cui si deduceva (parole del direttore di produzione, Sig. Paolo Antonucci)  che gli Ispettori avevano trovato "tutto in regola".  Ecco, questo è il punto. Non si sa se l’Ispettorato del Lavoro sia stato convocato da qualche lavoratore scontento o da chissà chi, sta di fatto che tutto è successo in quell’Ispezione, tranne che trovare "tutto in regola". Lei lo sa, Sig. Verdone, che al momento dell’arrivo degli Ispettori di Lavoro negli uffici di Produzione sono state fatte "allontanare" in attesa della fine dei controlli  delle figure professionali che erano lì al lavoro,  perché non in regola e quindi c’era il timore che potessero essere testimoni scomodi? Molti  lavoratori chiamati "a giornata" non hanno mai dovuto presentare documenti di assunzione perché previsti completamente "in nero". In questa situazione Lei, Sig. Verdone, si è apprestato a condurre in porto la Sua Opera. Non sappiamo quanto frutterà alla Sua persona o alla Società di Produzione, e nemmeno vogliamo saperlo. Né sappiamo quanto reddito produrranno gli introiti pubblicitari derivanti da un progetto così grande, da andare in diretta mondiale. Ma sappiamo che tutto questo è stato fatto sulla pelle di tanti lavoratori onesti, professionali  e precari che meritavano un trattamento migliore, quantomeno in termini di dignità e di legalità".

A scrivere questa lettera è stato il S.A.L.A. Sindacato Autonomo Lavoratori Audiovisivo.

Nella nostra Associazione ci sono parecchi soci a partita Iva che lavorano nel settore audiovisivo e le "regole" che vigono in questo mercato le conoscono bene. Come quella di coinvolgere dei tecnici, degli specialisti, in un progetto interessante, fare leva sulla loro passione per il lavoro, cominciare a definire il progetto in tutti i dettagli... e poi un giorno arriva la notizia "scusate, ma il finanziatore ha cambiato idea, ha problemi, però forse ne riparliamo tra qualche mese... il vostro lavoro non andrà perduto... siete bravissimi". Mesi di lavoro gratis con il miraggio di un contratto che verrà. E se chiedete a uno di questi soci: "Ma perché continui a cascarci, perché non ti sei fatto fare subito un contratto?", allargano le braccia e rispondono "O metti in conto tre bidoni prima che un progetto vada in porto o non lavori..."

Per i nostri soci che lavorano a Partita Iva la situazione è ancora più difficile. Il rapporto è quasi sempre con Agenzie, farsi "collocare" sta diventando un miraggio, la botta degli aumenti alla Gestione Separata li costringerà a gettare la spugna. E qualcuno ormai ha deciso di emigrare...

Godetevi la conferenza stampa di Andermann:


sabato 17 marzo 2012

GIORNALISTI FREELANCE: SOMMERSI E SALVATI

Sono i "paria" dell'informazione. I dati parlano di una vergogna senza precedenti che si può paragonare senza timore di esagerare, a quella dei caporali che sfruttano la manodopera a giornata. Due euro al pezzo, 5 o dieci. E non importa che si tratti di grandi testate o del giornale di provincia. Il precariato sottopagato non è più limitato al “periodo di prova”, cui segue un’assunzione: può invece durare una vita intera. Scrivere in Italia, la giungla del lavoro immateriale sottopagato, senza diritti, non tutelato:

mercoledì 22 febbraio 2012

LA PARTITA IVA E LA RAI: UNA LUNGA STORIA

Il blitz del coordinamento dei giornalisti freelance «Errori di Stampa» è riuscito. Colpita in pieno volto dalla notizia sulla clausola maternità inserita nei contratti di consulenza per i collaboratori esterni, la Rai ne aveva negato l'esistenza ma poi, con un intervento del direttore generale Lorenza Lei, ieri ha ammesso di «non avere nessuna difficoltà ad eliminarla».

lunedì 20 febbraio 2012

Non partoriRAI: bufera sulla maternità precaria


Donna, giornalista, precaria. Alla Rai la sua vita è un trattato di funambolismo. Per lavorare all’ombra del cavallo di Viale Mazzini ha dovuto aprire una partita Iva e versare 600 euro all’anno al commercialista. 1200 è, in media, il reddito mensile per una collaborazione che dura per un ciclo di trasmissioni. Salvo poi scoprire una «clausola gravidanza» al punto 10 del contratto di consulenza che l’azienda offre a tutti i collaboratori esterni. Se questa lavoratrice dovesse restare incinta, o affrontare un infortunio o una malattia, la Rai si riserva il diritto di dedurre «i compensi relativi alle prestazioni non effettuate», oltre a quello di rescindere il contratto «senza alcun compenso o indennizzo».