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giovedì 10 dicembre 2015

UNA CARTA DEI DIRITTI PER I GIORNALISTI FREELANCE

Pubblichiamo il testo aperto alla discussione sullo statuto dei giornalisti freelance. Il documento è stato approvato dal sindacato giornalisti di Stampa Romana

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Il direttivo del sindacato dei giornalisti Stampa Romana ha approvato un documento rivoluzionario. E' un testo aperto alla discussione sui diritti dei colleghi freelance, un modo per interloquire con i movimenti dei freelance impegnati nella definizione di una "carta dei diritti del lavoro autonomo" e con il governo che ha annunciato uno "statuto del lavoro autonomo professionale". E con tutti i soggetti, ad esempio la Cgil, che lavorano su un documento sugli stessi temi.

Per la prima volta, una federazione di un sindacato del lavoro subordinato (FNSI) considera il lavoro freelance in quanto tale - e non figlio del dio minore del salariato. Ci sono i diritti fondamentali per tutti, al di là della prestazione; i diritti nel mercato e quelli di associazione. Ci si confronta con i nuovi scenari dell'innovazione, dell'auto-impiego. Si discute di auto-imprenditoria o di nuovo cooperativismo. E si cercano concretamente gli strumenti per tutelare gli indipendenti, chi lavora senza tutele. E' invisibile, ma vive, produce. Parla, ma nessuno lo ascolta.

Per tutti si formula l'ipotesi di un Welfare universale. Per sostenere gli istituti di categoria, certo, ma anche per creare una cittadinanza sociale a chi non l'ha avuta mai. (roberto ciccarelli)

sabato 3 ottobre 2015

DIRE NO A 600 EURO QUANDO LA DIGNITÀ È NECESSARIA

Eleonora Casula
Vita da freelance. Perché hai ben capito che chi ti ha fatto la proposta fa la voce grossa contro il Job Act e pensava veramente di farti un bel regalo. 600 euro fuori casa oggi come oggi è un'umiliazione. Il diritto alla retribuzione nel giornalismo e negli uffici stampa: un racconto.
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Dire di no è necessario anche quando non se lo aspetta nessuno.
Accade così un pò per caso un pò no una offerta di lavoro che pare essere la realizzazione dei miei sogni: diventare addetto stampa di personale politico.
I sogni si sa esistono solo la notte: tra il buio e le stelle, quelli fatti ad occhi aperti in genere nascondono sempre qualcosa di poco carino.
Certe volte però dire di no è necessario specie se sei un freelance.
Perchè?
Semplice: nella vita di freelance bisogna saper organizzarsi dire di sì quando si deve dire di no quando invece c’è qualcosa di poco chiaro.
E’ vero che ho bisogno di lavoro ma è soprattutto vero che la dignità over all.

venerdì 3 luglio 2015

FARE IL CONCORSONE RAI IN CAMBIO DI DUE SPICCI E PAGARE PER DIECI


Giovanna Ferrara

Vita da Freelance al Concorsone Rai che mette in palio 100 posti precari per 5 mila candidati. Racconto non consolatorio di un viaggio da Roma a Bastia Umbra per un Superenalotto tutto italiano
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Un cartello temporaneo – “Concorso Rai” – avverte chi arriva dalla statale E45 di imboccare l'uscita Assisi-Foligno. La direzione verso i "Cento posti per eventuali contratti a tempo determinato nelle sedi nazionali e regionali dell'azienda che fa informazione di Stato".

Orizzonti di gloria

E così la triste provincia umbra - vetrine con abiti da messa e sandali francescani, rettilinei che potrebbero essere visioni buone per i film decadenti dei fratelli Cohen - diventa per un giorno il capoluogo di un sogno più vicino alle sensazioni da ‘ultima spiaggia’ che alle pulsioni da ‘orizzonti di gloria’.

A rendere più allucinante e incredibile l'intera vicenda è che a sognarlo sono in tremila, età media oltre i quarant'anni. Tutti, presumibilmente e al netto di sindromi masochiste, sperano di strappare questa promessa di assunzione temporanea. Le vite professionali dalle quali provengono sono infatti ancora più instabili e precarie di quella che sognano di conquistare e che il concorso mette in palio.

martedì 25 novembre 2014

GIORNALISTI "4 EURO A PEZZO", LA LOTTA PER UN ALTRO SINDACATO

Roberto Ciccarelli

101 voti. Non ho mai pensato di candidarmi ad alcunché, adesso che sono stato eletto a delegato per il 22° congresso dell'associazione stampa romana sono emozionato. Qualcuno lo conosco, molti altri no. Ecco, spero che questo voto sia utile a tutti e un giorno a chi, freelance e precari, ho incontrato in questi anni. Grazie a tutt*. L'occasione fa il racconto: quello delle lotte dei giornalisti precari e freelance in Italia, contro l'"accordo truffa" sull'equo compenso e il nuovo contratto di categoria. Un contratto che è l'anticipazione del Jobs Act.

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Quello dei giornalisti è stato un sindacato forte di una categoria ricca. Oggi è un sindacato corporativo di una categoria impoverita arroccata a difesa dello status di pochi, mentre il 60% dei giornalisti italiani non lavora in redazione. Lavorano da precari, da freelance, senza diritti che non siano quelli contrattati a voce nel tran tran di un lavoro a cottimo. 

giovedì 11 luglio 2013

I PARIA DEL GIORNALISMO CHIEDONO DIRITTI E WELFARE

C’è un fantasma che si aggira nel giornalismo italiano. Vive come un «paria». Per ogni articolo, o lancio d’agenzia, percepisce una manciata di euro. Talvolta riesce a strappare un contratto di collaborazione, ma non ha ammortizzatori sociali. Se si ammala. deve lavorare comunque. Se il suo giornale chiude, dichiara lo stato di crisi o va in fallimento, la riforma Fornero lo esclude dall’Aspi e dalla mini Aspi, l’assicurazione una tantum contro la disoccupazione prevista per gli «atipici», ma non per i giornalisti precari che lavorano da parasubordinati per una o più testate, molto spesso per anni. Se desiderano un figlio, oggi le giornaliste non hanno diritto alla maternità.

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I “paria” del giornalismo chiedono diritti e welfare

sabato 17 marzo 2012

GIORNALISTI FREELANCE: SOMMERSI E SALVATI

Sono i "paria" dell'informazione. I dati parlano di una vergogna senza precedenti che si può paragonare senza timore di esagerare, a quella dei caporali che sfruttano la manodopera a giornata. Due euro al pezzo, 5 o dieci. E non importa che si tratti di grandi testate o del giornale di provincia. Il precariato sottopagato non è più limitato al “periodo di prova”, cui segue un’assunzione: può invece durare una vita intera. Scrivere in Italia, la giungla del lavoro immateriale sottopagato, senza diritti, non tutelato:

giovedì 23 febbraio 2012

GIORNALISTI FREELANCE NELLA GIUNGLA DELLA CAPITALE

Roma è la giungla del lavoro immateriale sottopagato, senza diritti, non tutelato. Lontanissima dall'immagine della capitale dormiente e assistita, ministeriale e mollacciona, dei film di Alberto Sordi, nel racconto che ne fanno i giornalisti precari del coordinamento romano "Errori di stampa", la Capitale vive sospesa nella zona grigia tra lavoro dipendente e indipendente.