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domenica 15 febbraio 2015

LA RIVOLUZIONE DEL LAVORO



Come i freelance ricreano il mutualismo in Francia, Olanda, Stati Uniti. E in Italia.

Roberto Ciccarelli

Il 9 dicembre 2014 quattro società cooperative e partecipative (SmartFr, Coopaname, Oxalis, Grands Ensemble) e una società cooperativa di interesse collettivo (Vecteur Activités) si sono associate e hanno creato Bigre!, una società mutualistica di lavoro in Francia. È il primo esperimento transnazionale (tra Francia e Belgio), autogestito su base cooperativa da lavoratori autonomi, composto da una rete che intende garantire uno scambio mutualistico sulla gestione fiscale, protezione sociale, auto-finanziamento e tutela dei diritti dei lavoratori intermittenti o indipendenti.

Nate dai movimenti della cooperazione per l'attività e per l'impiego (Cae), una realtà politico-economica ispirata al socialismo auto-gestionario e critica rispetto alle politiche neoliberiste del lavoro ispirate all' “imprenditore di se stesso” negli anni Novanta del XX secolo, Coopaname, Oxalis, Grands Ensemble, Vecteur Activités si sono unite alla filiale francese di Smart, un gruppo mutualistico fondato in Belgio nel 1998 per tutelare gli interessi degli artisti, dei tecnici e dei lavoratori intermittenti dello spettacolo che oggi conta su 60 mila associati in tutta Europa (una sede esiste anche in Italia, a Milano).

L'obiettivo di Bigre! è realizzare un progetto politico per rifondare la solidarietà interprofessionale e la cooperazione produttiva, respingendo la mercificazione delle aspirazioni a lavorare e a organizzarsi in maniera diversa. Le categorie coinvolte in questa nuova forma della cooperazione e dell'auto-organizzazione del quinto stato sono: giardinieri, informatici, interpreti, giornalisti, prestatori d'opera, freelance, pastori, consulenti, carpentieri, artigiani, tecnici dello spettacolo, specialisti del commercio online, autori, stagionali. In altre parole: lavoratori non salariati, ma indipendenti, intermittenti, con o senza partita Iva (o forme di lavoro analoghe in Francia o in Belgio).

lunedì 16 giugno 2014

IL VENTICELLO DELLA CALUNNIA NON CHIUDE IL SIPARIO DEL TEATRO VALLE

Roberto Ciccarelli

2011-2014: terzo anniversario dell'occupazione del Teatro Valle di Roma. Inchiesta sulle motivazioni che spingono le destre, il Corriere della Sera o Il Messaggero ad invocarne lo sgombero, mentre una parte del mondo dello spettacolo chiede "il ritorno all'ordine" con i manganelli per difendere il principio della "concorrenza". Cosa c'è dietro questa ansia di conformismo, legalitarismo, opportunismo, oltre al desiderio di tornare a essere cooptati per spartirsi incarichi e i fondi elargiti  dalla politica?

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martedì 8 aprile 2014

«MAI PIU' MORTI SOTTO I PALCHI»

Roma 2012:
presidio dei lavoratori dello spettacolo
Una petizione per i diritti degli operai dello spettacolo live ha raccolto oltre 80 mila firme. Intervista a Paola Armellini, madre  di Matteo, deceduto allestendo un palco di Laura Pausini. 


A poco più di due anni dall’incidente che causò la morte di Matteo Armellini, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, ha concluso la fase investigativa individuando sette persone alle quali viene contestato il reato di omicidio colposo.

Paola Armellini, la madre di Matteo, ha raccolto più di ottantamila firme, e ringrazia di cuore per aver firmato, ma dal Ministero del Lavoro ancora nessuna risposta.

Oggi chiede di nuovo  che le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni attualmente in vigore siano integrate con proposte a tutela degli operai dello spettacolo. E' ora di dire basta ai morti sotto i palchi!

Di seguito l'intervista a Paola Armellini realizzata nell'agosto 2013


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«Io resto in attesa. Sono ferma al 5 marzo 2012 quando mio figlio Matteo è morto schiacciato da una struttura che pesava tonnellate al Palacalafiore di Reggio Calabria, mentre si stava allestendo il palco per un concerto di Laura Pausini». Da quel giorno Paola Armellini chiede nuove leggi per tutelare gli operai dello spettacolo costretti a svolgere un lavoro in condizioni di scarsa sicurezza. Sul sito change.org, ha lanciato la petizione «Sicurezza per gli operai degli spettacoli live: mai più morti sotto i palchi!» che ha raccolto più di 40 mila firme in una manciata di giorni. L’appello è rivolto alle massime cariche dello Stato e al ministro del lavoro Enrico Giovannini.

sabato 16 giugno 2012

TEATRO VALLE: BENVENUTI NELLA LOTTA CHE E' DA SEMPRE NOSTRA

Teatro Valle Occupato.
La rivolta culturale
dei beni comuni.
DeriveApprodi
Giuseppe Allegri-Roberto Ciccarelli

Occupato il 14 giugno 2011 dopo la cancellazione dell'Ente Teatrale Italiano (Eti) e per evitare che il comune di Roma emanasse un bando che lo avrebbe consegnato alla gestione dei privati, il teatro Valle è il modello a partire dal quale possiamo immaginare la fondazione di una nuova repubblica.

Le attrici, e gli attori, sono le incarnazioni dell'attivismo politico cinico. Nella vita sociale, e non solo sul palcoscenico, interpretano quella vita esemplare che abbaia per avvertire la città dell'imminenza di un pericolo e mostrano davanti ai suoi occhi la possibilità di un'altra società. Questa simulazione permanente e combattiva di un mondo giusto, in una società che non lo è affatto, ha restituito al mestiere di attore la sua vocazione autentica, del resto riconosciuta inizialmente dalla rivoluzione francese, come anche da quella sovietica, in cui il teatro non fu solo uno strumento di propaganda, ma un eccezionale strumento per toccare il futuro che viene.

Nelle memorie dell'attrice e regista lituana Asja Lacis, fondatrice del teatro proletario dei bambini e protagonista del teatro politico in Germania e in Unione Sovietica negli anni Venti e Trenta, viene scolpita l'immagine di un teatro che non ha bisogno di prime sensazionali, né di registi condottieri che combattono sulla scena brillanti battaglie con i loro fantasmi, o di attori con posture rutilanti#. Quello che vuole cambiare il teatro rivoluzionario non è lo stile scenico, ma il mondo. È questa tensione tra teatro e politica che abbiamo visto riemergere al Valle dove a tratti, a lampi, si è manifestato il desiderio di creare infiniti mondi. Non solo sul palcoscenico, ma nella vita.

Dal teatro politico al desiderio di un'esistenza politica. Per comprendere questo passaggio, che è riuscito in un anno a smuovere le insospettabili risorse dell'affettività collettiva e un insperato desiderio di felicità pubblica in migliaia di persone, ragioniamo sulla superiorità dell'atto performante dell'attore rispetto alla disciplina verbale, triste e sacrificale, del militante politico o del politico di professione. L'attore crea un concetto e fa toccare le potenzialità della vita che sono più reali del mondo in cui viviamo. Per fare questo egli non si presenta come “professionista”, ma mette all'opera il suo saper fare, la sua tecnica, la sua esperienza per estraniarsi dal ruolo che la società gli ha assegnato e dimostrare la realtà di qualcosa che ancora non è attuale, la verità del mondo che viene. Come Diogene, anche qui la spoliazione degli attributi del galateo del professionista o dello status, l'esibizione di questa povertà, non corrisponde alla mendicità o alla depressione, ma al contrario all'espressione delle infinite potenzialità della vita.

venerdì 13 aprile 2012

PALERMO: TEATRO GARIBALDI OCCUPATO, GENERAZIONE DI NUOVA VITA


Palermo, il teatro Garibaldi
Quando Carlo Cecchi andò a Palermo, nel 1996, cercava un luogo adatto per mettere in scena Il Filottete. Insieme al regista Matteo Bavera entrò di soppiatto nel teatro Garibaldi, allora abbandonato nel cuore della Kalsa, quartiere arroccato nella Palermo densa e profonda, in una piazza immensa cosparsa di ruderi e di macerie, rimasta tale e quale dopo il bombardamento degli americani del 1943. Nel racconto di Stefano Malatesta, leggiamo che la strana coppia attraversò la piazza passando davanti alle stanze del pian terreno diventate grotte dove i mafiosi tenevano i cavalli e i contadini i maiali e si erano trovati di fronte a quella nobile rovina: il teatro Garibaldi, il più grande teatro morente della Sicilia, chiuso da più di trent' anni.

domenica 1 aprile 2012

DIETRO I PALCHI: LA VITA DEGLI ACROBATI DEL LIVE SHOW

Non solo concerti. Fiere, convegni e anche manifestazioni sindacali e di partito. Inchiesta sull'economia dell'evento dal vivo, le catene di appalti e subappalti. Chi e come lavora all'allestimento dei palchi e dello spettacolo. Freelance in via d'organizzazione.


All'origine dello spettacolo itinerante dal vivo c'è stato il Cantagiro. David Zard si accordò con il patron Ezio Radaelli per portare in Italia Aretha Franklin e i Led Zeppelin al Vigorelli di Milano. Nasceva l'idea che il tour di una star della musica fosse una parte dell'entertainment di massa che oggi si è organizzato in un'impresa a rete su scala globale. 

In pochi anni, una generazione che ballava in platea capì che quello poteva essere il lavoro più duro e più bello del mondo, prima improvvisando, poi organizzandosi in cooperative o società, che si muovono quando c'è un concerto, una convention, una fiera o una festa popolare, le manifestazioni di sindacati o partiti, i tour di Madonna, Notre Dame de Paris di Cocciante, Vasco e Ligabue che riempiono palazzetti, stadi e ex aeroporti. 


Un'economia dell'evento che non sta mai ferma, in estate come in inverno, all'aperto o al chiuso, con un giro d'affari da 5 miliardi di euro all'anno. Una macchina che è stata messa seriamente in discussione dopo gli incidenti dove hanno perso la vita Francesco Pinna a Trieste allestendo il palco di Jovanotti e Matteo Armellini a Reggio Calabria, sul palco di Laura Pausini.

sabato 18 febbraio 2012

IL NUOVO MUTUALISMO




In Italia, un terzo della forza lavoro attiva (7 milioni di persone) è senza tutele previdenziali ed assicurative. Una situazione drammatica che ricorda quella di fine Ottocento quando donne e bambini, giovani e anziani costruirono un movimento basato sulla solidarietà. Fu l'inizio del movimento operaio basato sul mutuo soccorso, le leghe di resistenza, la cooperazione, le case del popolo, il partito di massa. Oggi sono i lavoratori indipendenti a volersi organizzare. Estranei alla deriva burocratica, politicista e statalista della sinistra e del movimento operaio novecentesco, gli indipendenti riscoprono le aspirazioni auto-gestionarie, il radicalismo democratico, l'autonomia della società.



lunedì 9 gennaio 2012

TEATRO VALLE: THE ART OF OCCUPATION


Culture Column by Roberto Ciccarelli

The Teatro Valle, Rome's oldest theatre, has been occupied for six months by performers, technicians and directors in protest against arts cuts. Ben Windsor spoke to Roberto Ciccarelli about the occupation 

domenica 1 gennaio 2012

NOI SIAMO IL QUINTO STATO

Nasce l'idea dell'UNIONE DEGLI INDIPENDENTI in Italia. Sul modello del sindacato fondato nel 1995 a New York da Sara Horowitz, una rete composta da associazioni e movimenti lancia un progetto che prenderà corpo nel 2012, che si preannuncia l'anno più duro della crisi. La rete composta dal nodo romano dell'Associazione dei  consulenti del terziario avanzato (Acta), dai progettisti della comunicazione visiva (i grafici di Aiap), insieme al teatro Valle Occupato, i lavoratori dell'arte di Milano, oltre ad un folto numero di sigle che gravitano nell'universo del lavoro indipendente, o nella zona grigia dove la subordinazione si confonde constantemente con l'autonomia sul lavoro, (i traduttori, i giornalisti o gli informatici, ad esempio) intende promuovere un nuovo metodo per rispondere alla domanda di tutela e di garanzia di oltre 300 mila persone che a Roma svolgono questo tipo di attività. (Le immagini sono di Felipe Goycoolea. Il film completo è sul canale Furiacervelli

FRANCESCO PINNA, RAGAZZO


Francesco Pinna, ragazzo di Trieste, lavorava nell'economia dell'evento. Dicono che era "operaio per caso". Invece, nulla è più normale, oggi in Italia, che lavorare e studiare. Come il 40% degli studenti italiani, anche Francesco alternava studio e lavoro e rientrava nel 23,2% degli studenti che firmano un contratto a brevissimo termine, quello necessario per costruire l'impalcatura del concerto di Jovanotti al Palatrieste e morire per 5 euro all'ora. 

LAVORARE IN TEATRO


Quando la povertà diventa un'arte. E' stata pubblicata la più grande indagine statistica sul lavoro nello spettacolo in Italia. A finanziarla sono stati il collettivo delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo "Zeropuntotre" (Teatro Valle), il C.Re.S.Co e la fondazione Fitzcarraldo di Torino. 


La notizia che nella cena finale del Don Giovanni alla Scala gli artisti abbiano mangiato pietanze giganti composte da una ciambella di riso con gamberi al curry, un fagottino di crêpes con ragù di verdure e medaglioni di fagiano su letto di spinaci e chips di patate, può avere indotto qualcuno a credere che lo spettacolo dal vivo in Italia sia uno spreco in tempi di austerità. In realtà, come sostiene il regista Luca Ricci, presidente del coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea (C.Re.S.Co) che ha realizzato la più grande indagine statistica sul lavoro nello spettacolo in Italia, «lo spettacolo dal vivo è un lavoro che non viene tutelato in nessun modo, a partire da chi lo fa».

martedì 20 dicembre 2011

FREELANCERS UNION, ITALIA

Giuseppe Allegri e Roberto Ciccarelli


Cronaca dell'assemblea romana «La furia dei cervelli» organizzata il 19 dicembre 2011 da Acta e Aiap alla quale hanno partecipato una ventina tra reti e associazioni del lavoro autonomo, culturale e cognitivo, tra le quali il Teatro Valle Occupato e i lavoratori dell'arte di Milano. Nuovo appuntamento l'11 gennaio 2012, al teatro Valle occupato. Gli indipendenti hanno iniziato il loro processo costituente***.